IL GIURISTA PELLEGRINO: “L’EMENDAMENTO ESPOSITO ERA INAMMISSIBILE”
“UN TRUCCHETTO GROSSOLANO, UN PASTROCCHIO: DOVEVANO SPACCHETTARLO”… “IL PRESIDENTE DEL SENATO DOVEVA IMPEDIRLO”
“Il maxi-emendamento Esposito era platealmente inammissibile, un escamotage da azzeccagarbugli. Hanno approfittato dell’assenza di un presidente della Repubblica in carica”.
L’avvocato e costituzionalista Gianluigi Pellegrino boccia senza appello la tagliola con cui la maggioranza ieri ha ucciso 35 mila emendamenti alla legge elettorale
Professore, perchè il canguro andava fermato?
Ma quale canguro: quello è ammissibile, questo è un pastrocchio. Non rappresenta uno strumento legittimo per combattere l’ostruzionismo, ma invece contiene principi in evidente contrasto con altre parti della legge, senza modificarle. Di fatto, ora nel testo convivono la norma che prevede l’immediata entrata in vigore dell’Italicum, assieme a quella del maxi-emendamento che prevede la sua validità a partire dal luglio 2016.
Come è possibile?
Per modificare le precedenti norme il testo andava discusso nelle sue singole parti, cioè di fatto andava spacchettato. E invece la maggioranza l’ha approvato in un solo colpo, per evitare la discussione, creando così un “mostro” che dice tutto e il suo contrario.
Le opposizioni avevano chiesto di spacchettarlo.
Era l’unico modo per renderlo ammissibile e per evitare una legge che oggi prevede insieme liste bloccate e preferenze, soglia al tre per cento e soglia all’otto. Basta domandarsi cosa avverrebbe se poi non venissero modificati gli altri articoli: si applicherebbero quelli o il loro contrario disposto dalla norma Esposito? La legge truffa fu chiamata così per molto meno.
Insomma, così com’era…
La presidenza del Senato doveva dichiararlo inammissibile, è evidente.
Non si può rimediare in nessun modo?
No. Sarebbe servita una moral suasion del Quirinale per evitare che si arrivasse a un trucchetto così grossolano. Ma un presidente effettivo non c’è, il supplente Grasso tace e ne hanno approfittato. Ciò conferma che la discussione sulla legge elettorale andava sospesa, dopo le dimissioni di Napolitano. La prassi istituzionale e il buon senso l’avrebbero richiesto.
Ma sono andati avanti ugualmente. Ora qual è il rischio?
Se non venissero approvati gli emendamenti che modificano le norme arrivate dalla Camera ci ritroveremmo con una legge con parti contrastanti l’una con l’altra. Senza dimenticare la manifesta incostituzionalità del rinvio di efficacia al 2016, considerato che oggi non c’è una legge elettorale applicabile non essendo stati effettuati gli interventi imposti dalla Consulta. Un’altra ferita alla Costituzione che richiederebbe un presidente della Repubblica in carica.
Luca De Carolis
(da “il Fatto Quotidiano”)
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