IL NUOVO LIMITE AD ASTRAZENECA RALLENTA IL PIANO VACCINI
FIGLIUOLO AMMETTE L’IMPATTO… SERVONO OLTRE 50 MILIONI DI DOSI PFIZER O MODERNA PER CHIUDERE LA PARTITA
“Qualche minimo impatto sul piano vaccinale ci sarà”. Il commissario Francesco Paolo Figliuolo, evitando di fare allarmismi, è comunque costretto ad ammettere in conferenza stampa che si correrà meno di prima.
Dopo l’annuncio dello stop al vaccino AstraZeneca per le persone con meno di 60 anni, comprese coloro che hanno già ricevuto la prima dose delle fiale anglo-svedesi, la strategia sui vaccini è in parte da rivedere.
Ad oggi sono state vaccinate circa 13 milioni e 700 mila persone, per un totale di oltre 40 milioni di dosi somministrate. Tra queste ci sono in Italia 2 milioni e 80 mila persone che hanno ricevuto AstraZeneca e di queste un milione e ventimila aspettano il richiamo. Per loro occorre trovare le fiale di Pfizer e Moderna.
Ma non solo, la parte più consistente riguarda il blocco che va dai 12 ai 59 anni, si parla di una platea di 36 milioni di persone, di cui solo 5 milioni hanno ricevuto sia prima sia seconda dose mentre 7,35 milioni solo la prima.
Facendo i conti, alla fine serviranno circa 54 milioni di dosi Pfizer o Moderna per vaccinare l’intera popolazione esclusa da AstraZeneca.
Nel calcolo sono comprese le prime e le seconde dosi e i richiami di chi ha già effettuato la prima. Si può tenere conto anche di Johnson&Johnson che nonostante sia a vettore virale non è stato segnalato come vaccino a rischio per gli under 60 poiché non si sono verificati casi di trombosi da destare preoccupazione.
Il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo si dice comunque ottimista, “ci sarà un impatto, ma sono convinto che tra luglio e agosto riusciremo a mitigarlo”.
In pratica servono rifornimenti e c’è il rischio che lo dosi di AstraZeneca rimangano in frigo.
Per almeno due ragioni, la prima riguarda il fatto che anche molti over 60 non si fidano e rifiutano la vaccinazione e la seconda ragione è già nei numeri.
Durante l’estate arriveranno 15 milioni di fiale del vaccino a vettore virale, una cifra che si sa già essere superiore alle nuove esigenze, come spiega lo stesso Generale Figliuolo.
Il commissario indicando la platea di possibili destinatari del siero di Astrazeneca riferisce di 3,5 milioni di italiani che non hanno avuto neanche la prima dose, quelli sui quali le Regioni devono “continuare ad insistere in maniera incalzante”, e 3,9 che devono avere il richiamo.
Le fiale necessarie sarebbero circa undici milioni, un numero inferiore alle15 milioni di fiale senza contare che molte dosi di AstraZeneca giacciono già in frigo, tanto è vero che sono stati organizzati gli open day per i più giovani. Ora quelle che avanzeranno saranno destinate ai Paesi Covax.
Gli scienziati, al momento, provano a diffondere fiducia anche se i numeri non li aiutano. Adesso tutti coloro che hanno meno di sessant’anni e dovevano fare il richiamo con Astrazeneca, “pur in assenza di segnali preoccupanti e ispirandosi al principio di massima precauzione” precisa Locatelli, riceveranno invece Pfizer o Moderna.
I richiami rispetteranno lo stesso lasso di tempo previsto per il vaccino anglo-svedese, dunque 8-12 settimane dopo la prima dose. Per centinaia di migliaia di italiani – tra i 20 e i 40 anni sono 340mila quelli che hanno avuto la prima dose di Astrazeneca e circa il doppio tra 40 e 60 – scatterà la “vaccinazione eterologa”.
I dati, sottolinea ancora il coordinatore del Cts, indicano che “la risposta immunitaria generata da questo approccio ha una buona evidenza sia di sicurezza che di efficacia”. Eppure solo ieri Walter Ricciardi, il consulente del ministro Speranza, diceva che non vi sono studi scientifici a riguardo, perché gli esperimenti sono stati fatti tutti con le stesse dosi di vaccino, consigliava dunque di non fare un mix.
Di certo sarà necessario rallentare le prime somministrazioni di Pfizer e Moderna alla nuova platea così estesa, 36 milioni di persone, come si è detto, per garantire intanto le seconde dosi. “Sono convinto che a settembre riusciamo a chiudere la partita” dice con ottimismo Figliuolo che però ammette che si è al limite: “Avevamo un margine di riserva, ora questi margini si sono assottigliati e se dovessero esserci altri intoppi è chiaro che dovremo rivedere i piani”.
(da Huffingotnpost)
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