IL RETROSCENA: SONO STATI I TUNISINI A IMPEDIRE AL TERRORISTA DI UCCIDERE ALTRI TURISTI
SOUSSE: “NOI SCUDI UMANI PER FERMARE LA FOLLIA OMICIDA”
«Je suis Sousse». Non dobbiamo dimenticarlo, perchè grande è il cuore del popolo tunisino.
Immensa la sua generosità , anche a costo della vita.
Basta guardare la foto del terrorista con il kalashnikov a tracolla sulla spiaggia. Vedete le persone dietro di lui?
Sembrano testimoni passivi.
Immobili, annientati dal male e dalla paura.
Inerti di fronte alla furia omicida del ragazzo. E invece no.
Sono lo scudo umano che ha salvato altre vite innocenti, altri turisti.
Diversi siti di giornali francesi e inglesi riportano la testimonianza di alcuni bagnanti che spiegano quello che è avvenuto dopo la mezz’ora di mattanza sulla spiaggia del Riu Imperial.
«L’assassino stava andando in un’altra spiaggia a uccidere altra gente – dice ad esempio il superstite inglese John Yeoman – ma glielo hanno impedito quei tunisini.
Hanno fatto una catena, mano nella mano e gli hanno impedito di passare mettendo a rischio la loro vita.
Gli hanno urlato «Ti devi fermare, se vuoi ammazzare altra gente devi ammazzare prima noi. E noi siamo musulmani»».
Seiffadine Rezgui, come sappiamo, li ha risparmiati.
Ma non è neppure riuscito a passare oltre per scaricare il suo odio, alimentato dall’uso di sostanze stupefacenti, contro i «peccatori occidentali».
(da “La Stampa”)
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