INTERVISTA A BUTTAFUOCO: “L’UNICA DESTRA SERIA FU IL MSI”
“A DESTRA PENSINO PIUTTOSTO A COME HANNO RIDOTTO ROMA”
«I tentativi di ricostruire la destra? Mi paiono tanto il raduno dei “sempre in gamba”, come nella canzone di Paolo Conte, “Per ogni cinquantennio”».
Così, Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e scrittore, bolla i «lavori in corso» nel cantiere post-An.
«Su questo argomento sono mosso da diversi sentimenti, anche con un po’ di tenerezza», dice, in ricordo della sua militanza nel Movimento Sociale Italiano.
Quindi che fare?
«Ci sono solo due persone da cui bisognerebbe ripartire: Francesco Storace e Giorgia Meloni. Lui è stato un buon governatore, un bravo ministro ed è uscito indenne da tutte le traversie giudiziarie. Lei ha qualità , sia politiche che da leader. Al di là di questo, si rischia solo di perdere tempo. La destra deve, innanzitutto, fare un esame di coscienza, soprattutto per quanto è accaduto a Roma».
Nello specifico?
«La Capitale poteva e doveva essere un laboratorio politico. È finita in una specie di tragicommedia. Alemanno mi ha persino querelato, perchè in un articolo, ricordando un celebre manifesto del Msi con la foto di Almirante e lo slogan “noi possiamo guardarti negli occhi”, avevo scritto che dopo la sua gestione di Roma la destra non può più guardare negli occhi nessuno. Il capolavoro di Alemanno è stato aver consegnato la città a Ignazio Marino».
A parte Roma, però, c’è un ventennio di storia della destra, quello della seconda Repubblica.
«L’unica destra seria che l’Italia ha avuto è quella del Movimento Sociale. Vogliamo parlare del ventennio berlusconiano? Bene. Lì la destra doveva essere il lievito in grado di conferire sostanza culturale a quella coalizione. Invece è stato tutto imbarazzante. Penso alla gestione della Rai, o al mancato riscatto sociale del Sud. Dunque sarebbe opportuna, per coerenza, una ricognizione politico-morale di quell’esperienza. Perchè la distruzione a cui è stata sottoposta la destra in quegli anni è stata al di là di quanto potessero immaginare persino i partigiani del triangolo rosso».
Quando si parla della Seconda Repubblica, non si può non ricordare Gianfranco Fini…
«Se non altro, in questo momento ha il cauto pudore di non farsi avanti. Ha provato a fare delle operazioni, ogni tanto va in Tv, scrive alcuni articoli. Ho letto nelle cronache che ha cercato di mettere un piedino nella Fondazione An. Ma nulla di più. Il suo è stato un fallimento conclamato, un caso tragico».
Si riferisce alla storia della casa di Montecarlo?
«Sì, una vicenda tristissima. Quando ero ragazzo, e militavo nel Msi, mi impressionava vedere dei braccianti, dei disoccupati pronti a dare 100 lire per finanziare il partito. Come fai a spiegare l’appartamento di Montecarlo, quando hai questo tipo di storia?»
Ha nominato la Fondazione An. A ottobre un’assemblea soci ne deciderà il destino.
«Voglio diventare socio. O io o uno dei miei figli. Ne parlo spesso con il mio amico Salvatore Sottile».
Per fare cosa?
«Per vigilare. Voglio controllare. Lì c’è un pezzo del mio sangue, della mia storia familiare. Siccome la Fondazione ha un solido patrimonio, sia materiale che spirituale, voglio vedere come va a finire. Sai come dice un vecchio detto? Bisogna stare attenti a un idealista, perchè alla fine è un idea-lista, cioè uno che pensa solo alla propria candidatura».
(da “il Tempo”)
Commento del ns. direttore
Concordo sul fatto che, dopo il Msi, nessuna altra destra seria ha avuto cittadinanza in Italia.
Ma ritengo che Buttafuoco avrebbe potuto anche ricordare la responsabilità di tanti intellettuali di area (lui compreso) che, anzichè porsi all’avanguardia del rinnovamento, hanno preferito tacere in tempi in cui la destra governava con gli stessi uomini che oggi magari lui salva o condanna.
Chi è entrato in Parlamento, chi in Rai, chi alle comparsate in Tv e in qualche casa editrice non più di nicchia.
Troppi silenzi per troppi anni per essere oggi credibili.
Ripartire da chi ancor oggi si abbevera ad Arcore o in via Bellerio, oltre a essere in contraddizione con “l’unica destra seria”, è in palese contraddizione con il suo stesso dire.
E’ questa destra bolsa e reazionaria che va rottamata, magari a cominciare dai suoi presunti intellettuali imborghesiti e troppo a lungo silenti.
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