IN ISRAELE UNA ALLEGRA MEGA-MISSIONE AL MURO DEL PIANTO: PRENOTATE 200 STANZE PER IL SEGUITO
AL VERTICE ITALIA-ISRAELE, POLEMICHE PER LE ECCESSIVE PRESENZE NELLA DELEGAZIONE ITALIANA AL SEGUITO DEL PREMIER…SETTE I MINISTRI PRESENTI CON STAFF RELATIVO: IL GOVERNO SI GIUSTIFICA CON GLI ACCORDI SOTTOSCRITTI, MA LA STAMPA ISRAELIANA PARLA DI POCHI AFFARI
Eppure il premier si era raccomandato di non esagerare con la presenza di ministri in Israele, in occasione del vertice a Gerusalemme, per non rischiare troppe assenze al dibattito parlamentare sul legittimo impedimento.
Alla fine si è invece assistito a una moltiplicazione, più che dei pani e dei pesci, dei ministri e dei funzionari al seguito.
Ben sette i ministri presenti: Ronchi, Matteoli, Frattini, Prestigiacomo, Scajola, Fazio e Sacconi.
Ciascuno con almeno uno staff di diverse persone al seguito.
E ancora la squadra di tecnici di Palazzo Chigi, gli addetti all’ufficio stampa, quelli del cerimoniale che preparano i viaggi del presidente del Consiglio, i consiglieri per la politica estera, le guardie del corpo.
Pare che il personale dell’albergo King David abbia dovuto faticare parecchio per soddisfare le richieste italiane: ben 200 erano state le camere prenotate già in anticipo, più i necessari, successivi assestamenti.
Sarà anche stato un vertice atteso al quale hanno voluto partecipare un po’ tutti, ma forse non si è un tantino esagerato?
Diamo un’occhiata ai ministri.
Quello delle politiche comunitarie, Andrea Ronchi, pare che per due giorni abbia trattato con il vicepremier israeliano la possibilità di inserire i guardiani della rivoluzione iraniana nella “black list” della Ue, sulla scia di Hamas.
Non crediamo che i due abbiano una visione così diversa da dover discutere nel merito della questione così a lungo.
Il ministro del’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, unica donna della delegazione e quindi molto intervistata dai media israeliani, ha avuto incontri con il collega del governo di Gerusalemme e ha firmato intese su fonti rinnovabili e acque.
Inoltre con il cappello verde in testa ha accompagnato il premier che, dotato di zappa e annaffiatoio, ha piantato un ulivo della pace, come da tradizione dei Capi di Stato ospiti.
Il ministro degli Esteri Frattini ha preparato invece il dossier da presentare a Israele sui rapporti commerciali tra Italia e Iran.
L’ufficio stampa della missione ci ricorda poi che Matteoli sarebbe andato per parlare di trasporto aereo e sicurezza dei voli, Fazio per visitare lo Yad Vashem, i ministri Sacconi e Scajola per missioni non precisate.
Alle prime polemiche circa l’eccessivo numero della delegazione italiana, una nota di Palazzo Chigi parla di “polemiche pretestuose” e cita “importanti accordi economici e culturali” che si sarebbero sottoscritti e che “daranno grande impulso” ai rapporti industriali tra i due Paesi.
Peccato che la stampa israeliana abbia invece rimarcato che le cifre in ballo nei vari scambi bilaterali siano tutt’altro che memorabili e significative, smentendo senza volere la tesi italiana.
Per Berlusconi le critiche sui costi della missione sono solo “spazzatura, chiacchiere e fandonie”.
Dato che ci ricordiamo la “corte dei miracoli” che Pecoraro Scanio si portò alla Conferenza sul clima in Estremo Oriente (suscitando le aspre critiche del centrodestra, allora all’opposizione), non vorremmo che se ne ripercorressero le gesta.
E sarebbe allora meglio non criticare gli altri, se poi ci si comporta in modo analogo.
Destra o sinistra che sia, sempre Casta rimane… e le cattive abitudini in Italia pare non si scordino mai.
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