INELEGGIBILITA’, PD E CINQUESTELLE ALL’ATTACCO: “SI TENGA CONTO DELLA SENTENZA MEDIASET”
NELLE MOTIVAZIONI DEI GIUDICI DI MILANO SI AFFERMA CHE BERLUSCONI GUIDAVA L’AZIENDA ANCHE SENZA AVERE CARICHE
Berlusconi eleggibile o ineleggibile?
La battaglia più attesa della legislatura parte giovedì al Senato, alle 14, nella giunta per le autorizzazioni, presieduta dal vendoliano Dario Stefà no.
E sin dalle prime battute esploderà il nodo politico, l’alleanza sul campo tra una parte del Pd e l’M5S, che potrà creare qualche malumore anche nel governo. Per certo non sarà gradita al Cavaliere che ne detiene la determinante golden share.
L’ex pm ed esponente di punta dei Demoratici Felice Casson e l’ex capogruppo grillino Vito Crimi, con formule diverse, chiederanno che la sentenza del processo Mediaset entri a pieno titolo nella discussione sul ruolo dell’ex premier.
Quella sentenza d’appello – 4 anni per frode fiscale e 5 d’interdizione dai pubblici uffici – contiene “la novità ” che potrebbe cambiare il corso del dibattito. Lì è scritto che Berlusconi è l’effettivo dominus delle sue aziende. Questo lo metterebbe in conflitto con la legge 361 del ’57 sul conflitto d’interesse.
Ma vediamo che succede giovedì.
Il caso Molise, dove il capo del Pdl ha optato per l’elezione, arriva in giunta.
Sul tavolo una dozzina di ricorsi.
Il relatore è Andrea Augello, esponente Pdl, ex An, vice in giunta nella scorsa legislatura, noto per la sua intransigenza sul caso Di Girolamo poi salvato dall’assemblea. Sta scrivendo la relazione. Nessuna anticipazione. Ma il quadro è chiaro.
Le precedenti pronunce della Camera sono a favore di Berlusconi.
Se le pezze d’appoggio restano le stesse la pronuncia potrebbe essere identica. La suspense è per le nuove “carte”. Pd e M5S sono pronti.
Casson lo conferma: «L’ho sempre detto. Chiederò che venga acquisita la sentenza Mediaset, perchè lì ci sono i fatti nuovi che la giunta deve valutare».
Come conferma Vito Crimi, M5S ha già pronto il suo dossier, «in cui c’è anche la sentenza Mediaset», con materiale che «chiarisce il ruolo di Berlusconi, il suo essere tuttora l’effettivo titolare e proprietario delle sue aziende».
M5S sfida il Pd: «Si giocano tutto e devono rispondere politicamente delle loro scelte, dovranno dire se sono pro o contro Berlusconi, se sono succubi o no». Casson ha già fatto il suo passo, ma molti Pd in giunta si sono espressi per Berlusconi
Toccherà ad Augello analizzare i nuovi documenti.
L’ex premier non ha presentato una memoria difensiva, ma potrebbe farlo, così come potrà chiedere d’essere ascoltato.
Giacomo Caliendo, vice presidente Pdl, lascia intendere che la decisione sia senza storia, ma dalle sue parole si capisce che i berlusconiani vogliono prendere tempo. Nessuna decisione prima dell’estate, tentativo di agganciare la Cassazione per Mediaset, ma valutare anche le altre due sentenze su Mediatrade, quella di Roma chiusa nel marzo 2013 con un “il fatto non sussiste” e quella di Milano dell’ottobre 2011 con un “assolto per non aver commesso il fatto”.
Berlusconi padrone effettivo? Il nodo è qui.
Conviene citare una lettera di Ettore Gallo, famoso ex presidente della Consulta, che il 24 giugno del ’96, in occasione di un niet della Camera, scriveva a Vittorio Cimiotta, da sempre impegnato nella battaglia per l’ineleggibilità : «Affidare a una persona di fiducia la posizione giuridica da cui deriva l’ineleggibilità per regolarizzare la situazione sul piano formale è un’autentica fraus legis che lo spirito sostanziale della legge non consente».
Liana Milella
(da “La Repubblica“)
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