INTERVISTA A BERTOLASO: “AL RITIRO NON CI PENSO PROPRIO”
“CI SONO POLITICI CHE ASSUMONO IMPEGNI E IL GIORNO DOPO CAMBIANO IDEA, IO PREFERISCO LA DIGNITA’ E VADO AVANTI”
«I politici sono fatti così, assumono impegni e fanno promesse poi il giorno dopo tranquillamente cambiano idea. Purtroppo questo è accaduto anche con Giorgia Meloni. Mi amareggia che tutto questo avvenga per strategie nazionali sulle spoglie di una città stremata».
Guido Bertolaso prende atto. La candidatura a sindaco di Roma della leader di Fratelli d’Italia è fresca di annuncio, mentre fumano le macerie di un centrodestra squassato dai livori l’ex capo della protezione civile prova a mostrare calma e fiducia nonostante tutto.
«L’obiettivo resta vincere al primo turno, i sondaggi dicono che non siamo messi male. E non posso deludere 40.000 persone che con la rassegnazione che c’è in giro hanno fatto la fila per venire ai gazebo a dare il loro giudizio su di me».
Intanto lei sembra aver offerto alla Meloni un assist d’oro per uscire dall’angolo. È pentito di quella frase, “deve fare la mamma”, che le ha attirato addosso palate di sconcertata indignazione?
«Non sono pentito neanche per sogno. Giorgia l’aveva detto al Family Day, “non mi posso candidare perchè sono incinta”, tanto che fu sommersa sui social dalle critiche e io immediatamente le mandai un messaggio di totale solidarietà . Io ho semplicemente ribadito questo concetto, non riesco a capire perchè si sia scatenato questo pandemonio. Forse perchè si voleva oscurare il risultato dei gazebo che era andato al di là di ogni più positiva previsione».
Lei però adesso, insieme a Berlusconi, viene dipinto come emblema del retaggio culturale maschilista annidato nella società italiana. Si è guadagnato gli strali della presidente della Camera Laura Boldrini!
«Lei sta parlando con un uomo che aveva rinunciato alla candidatura perchè aveva una nipotina che non stava bene. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. Se vuole le faccio l’elenco delle donne incinte che ho salvato in Africa e che sarebbero morte perchè non avevano nessuna assistenza al parto. Dopo Pasqua presenterò la mia proposta di giunta e vedrete che sarà una squadra fatta soprattutto di donne. Non mi interessa quello che dice la signora Boldrini e non mi ha mai interessato».
Senza il sostegno di Fratelli d’Italia non diventa difficile pensare di arrivare anche solo al ballottaggio?
«Io vado avanti come un candidato tecnico indipendente con l’appoggio di Forza Italia. Gli ultimi sondaggi che sono usciti per Porta a Porta mi dicono che la mia candidatura è estremamente valida. Mi pare che al ballottaggio al momento la Raggi prenderebbe il 52 per cento, e io il 48 per cento. Non mi pare che siamo messi male».
E alla Meloni che ieri le ha proposto di collaborare “mettendosi di lato” per aiutarla a vincere cosa risponde?
«Capisco che lei sarebbe contenta di avermi come suo alleato, tanto è vero che alcuni avevano tirato fuori l’idea del ticket nei giorni scorsi. Però a questo punto io ho 40 – 45 mila romani che domenica scorsa hanno espresso il loro giudizio sul mio programma e su di me. Non posso deluderli».
Lei è stato scaricato dalla sua amica Giorgia un attimo dopo la conferenza stampa sui risultati delle gazebarie.
«Ormai non mi stupisco più di nulla. I gazebo li abbiamo fatti perchè ce li ha chiesti la Lega. Poi quando il giudizio dei romani è arrivato Salvini ha cambiato direzione. Questo purtroppo è accaduto anche con Giorgia Meloni. Ma le voglio bene, da lei non mi sento tradito».
Il centrodestra però così spaccato va incontro a una sconfitta sicura.
«Io da tecnico indipendente e da uomo libero sono pronto a parlare con tutti anche domani mattina. Anche perchè ci sono alcuni concorrenti che sulla base di sondaggi non hanno grandissime prospettive di andare avanti. Se qualche candidato del centrodestra pensasse non dico di fare un passo indietro ma di allearsi con Guido Bertolaso potremmo vincere alla grande anche al primo turno. Sarebbe un vantaggio per Roma e per chi si convince di fare squadra insieme a me».
Lei viene identificato anche come l’uomo delle grandi opere e degli appalti dati con procedure di emergenza. Cosa pensa della relazione dell’Anac di Cantone che censura pesantemente il ricorso facile alle procedure negoziate nelle ultime due amministrazioni capitoline?
«Chiami il prefetto di Roma Gabrielli che era presidente delle gare di appalto che abbiamo fatto a L’Aquila per assegnare oltre un miliardo e mezzo di euro dopo il terremoto, le spiegherà chiaramente che sono state fatte tutte secondo il codice degli appalti, con tempistiche abbreviate e nella più assoluta trasparenza. Comunque Cantone ha ragione, tutto quello che è successo è successo perchè non c’erano controlli e perchè ai vertici dell’amministrazione capitolina c’erano delle persone per bene ma completamente prive di esperienza nella gestione amministrativa della cosa pubblica».
Martino Villosio
(da “il Tempo”)
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