INTERVISTA A MAURIZIO LANDINI: “ALFANO GETTA BENZINA SUL FUOCO, RENZI NON LO ASCOLTI”
“TUTTE LE MODIFICHE APPORTATE FINORA ALL’ART 18 NON HANNO CREATO UN SOLO POSTO DI LAVORO, SOLO LICENZIAMENTI”
Abolire l’articolo 18?
«È una sciocchezza. Se il ministro Alfano vuole riguadagnare terreno nei sondaggi, non lo faccia sulla pelle dei lavoratori ».
Maurizio Landini è perentorio: «Tutte le modifiche finora portate all’articolo 18 non hanno creato un solo posto di lavoro, hanno semplicemente aumentato i licenziamenti», dice il segretario della Fiom
Landini, Alfano propone l’abolizione entro la fine di agosto e parla di «tabù da abbattere ».
Come risponde?
«Il ministro Alfano ha fatto parte di tutti i governi che in questi anni hanno messo mano all’articolo 18 inseguendo il mito della ripresa delle assunzioni in cambio della libertà di licenziamento. Bisogna però constatare che la disoccupazione è aumentata e i licenziamenti anche. Non mi sembra un bilancio positivo e sarebbe sciagurato continuare a insistere su questa strada. Tanto peggio se lo si fa per inseguire un aumento di percentuali nei sondaggi».
Quale sarebbe invece la strada da seguire per la ripresa dell’occupazione?
«Spero che Renzi non segua i desideri del suo ministro degli Interni gettando benzina sul fuoco in un autunno che si preannuncia molto difficile. Rischiamo centinaia di migliaia di posti di lavoro. I principali settori del nostro sistema industriale presentano segnali di cedimento, dall’auto alle tlc, dalla siderurgia alla logistica. In Germania aziende, sindacati e governo si mettono intorno a un tavolo e pianificano le politiche industriali di settore. Da noi questo non avviene da decenni e si vedono i risultati. E’ necessario varare un grande piano per l’industria nel nostro Paese»
Può fare un esempio?
«Uno dei progetti tedeschi è quello di vendere 1 milione di auto totalmente elettriche nel 2020, cioè domani. Per farlo sono necessarie scelte delle aziende, del governo dei sindacati e di chi fa lobbing a Bruxelles. Il governo italiano e le aziende italiane sono disposti a fare qualcosa di simile per creare lavoro?».
Con quali denari si finanzia il piano per l’industria di cui parlate?
«Superando una politica di austerità che ci sta portando al collasso. Ai tempi di Monti lo spread era a 500 e si diceva che si trattava di un livello insostenibile. Oggi è sotto i 200 punti e i consumi sono crollati. Non possiamo andare avanti così. Ci sono Comuni che non possono asfaltare strade, rimettere a posto scuole e ospedali perchè hanno i soldi in cassa ma non possono spenderli per i vincoli del patto di stabilità . Il quale a sua volta deriva dalle scelte e dai vincoli che ci siamo dati con l’Europa. Senza superare il tetto del 3 per cento nel rapporto tra deficit e Pil sarà difficile trovare le risorse per far ripartire la produzione e dunque i consumi»
Tutto questo servirà ad evitare l’abolizione dell’articolo 18?
«Una seria politica industriale mi pare l’unica strada per la ripresa dei consumi e dell’occupazione. Il resto, il mito della libertà di licenziamento, fa parte dei vecchi strumenti ideologici che hanno prodotto un buco nell’acqua. Inviterei Renzi a cambiare verso e a rottamare quelle ideologie fallimentari».
“Il mito della libertà di licenziamento va rottamato Sarà un autunno difficile, rischiamo di perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro“.
Paolo Griseri
(da “La Repubblica“)
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