INTERVISTA A VANNINO CHITI: “LA DISCIPLINA DI PARTITO NON VALE IN QUESTO CASO E IO HO I VOTI DI CINQUESTELLE E FORZA ITALIA”
L’EUROPARLAMENTARE GUIDA I 22 SENATORI PD DISSIDENTI
«Non cerco visibilità e non ho fondato correnti. Anzi, sono l’unico chitiano d’italia. Ma il Pd non può essere un partito plebiscitario».
Vannino Chiti al telefono è un fiume in piena; è a Strasburgo per l’assemblea del Consiglio d’Europa mentre al Senato sulla sua riforma del bicameralismo si coagula un fronte anti-Renzi che va dai 5Stelle a Forza Italia, passando per un fetta della minoranza pd.
«Io non sono anti-renziano – ci tiene a precisare – Nel 2009, quando Matteo era presidente della Provincia, mi propose di candidarmi sindaco di Firenze con il suo sostegno. Rifiutai perchè ritenevo giusto un ricambio generazionale. E si candidò lui».
Però lui ora l’attacca. Parla di senatori del Pd in cerca di visibilità e di proposte che non hanno nessuna possibilità di essere approvate.
«Non cerco nessuna visibilità , voglio solo una buona legge. Renzi dice che il mio testo non passerebbe? Stando alle dichiarazioni senza il ddl e il diktat del governo la nostra proposta potrebbe avere il sì non solo della maggioranza, ma anche di Forza Italia e M5S. Non mi sembrerebbe un esito politico disprezzabile».
Il Pd però ha dato via libera al testo del governo. Se lei ne mantiene uno alternativo che fine fa la disciplina di partito?
«Qui si modifica la Costituzione. C’è un dovere di responsabilità , autonomia e coerenza con la propria coscienza oppure no? Altrimenti non saremmo il partito democratico, nè un partito personale: saremmo un partito plebiscitario e autoritario. Altro che sinistra europea. Ma non è neppure pensabile che sia così».
Ma perchè insistere sull’elezione dei senatori quando neanche tutta la minoranza del suo partito è d’accordo?
«Se la Camera da sola dà la fiducia al governo e ha l’ultima parola sulle leggi, il Senato deve essere una istituzione di garanzia, mantenere un ruolo paritario su Costituzione, ordinamenti Ue e leggi elettorali. Quindi non può essere un’assemblea casuale, senza pluralismo politico (col testo Boschi oggi Fi sarebbe irrilevante, M5S e Sel di fatto assenti) e senza presenza femminile. La cosiddetta minoranza (ma votano sempre tutti a favore tranne Fassina) vorrei mi spiegasse come sta insieme una legge iper maggioritaria alla Camera, senza neanche le preferenze, e un Senato di nominati. La Costituzione non si può stiracchiare. Altrimenti si producono scempi»
Non teme di essere usato da 5Stelle e Fi per dividere i democratici? E come voterà se non saranno accolte le sue tesi?
«Non mi faccio strumentalizzare dai grillini, come Renzi non si fa strumentalizzare nè strumentalizza Verdini. Guardo ai contenuti, non invento trappole per il governo nè ostacoli per le riforme. Come voterò? È prematuro dirlo. Illustreremo in commissione il nostro ddl, poi il relatore presenterà un testo base e su quello proporremo eventuali emendamenti. Auspico solo che tutti, governo, gruppi, singoli, si ricordino quale fu l’atteggiamento di chi ci ha consegnato la Carta costituzionale. Il governo di unità nazionale venne meno ma la Costituzione fu approvata quasi all’unanimità ».
Lavinia Rivara
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