IPOCRISIA LEGHISTA: HANNO VOTATO PER ANDARE A KABUL, ORA VOGLIONO CHE SI TORNI A CASA
HANNO SEMPRE AVALLATO LE SCELTE INTERVENTISTE, ORA FANNO I PACIFISTI SENZA IDEOLOGIA.…CI SI DEVE RITIRARE PERCHE’ “LE MISSIONI COSTANO UN SACCO DI SOLDI”, PRIMA NON SE NE ERANO ACCORTI… NON C’E’ UNA MOSSA DELLA LEGA ALLA CUI BASE NON CI SIA L’OSSESSIONE DEL DENARO
La tragica morte dei nostri giovani militari a Kabul, come in ogni analoga
occasione, suscita polemiche tra le forze politiche che, al di là del dolore di circostanza, riescono, oltre a non presenziare neanche all’informativa alla Camera del Ministro della Difesa ( 100 deputati presenti su 632), a porsi ipocritamente la questione se la missione debba o meno essere portata avanti.
Il nostro punto di vista lo abbiamo espresso in un precedente articolo, dove abbiamo cercato di illustrare il concetto che il problema non è il ritirarsi, semplicemente non dovevamo andarci.
Per una serie di motivazioni cui vi rimandiamo al testo precedente.
Qua vogliamo invece sottolineare un altro aspetto: è evidente che se si effettuasse un sondaggio sull’onda emotiva della tragedia, non meno dell’80% degli italiani direbbe che bisogna tornare a casa.
Non si è mai visto qualcuno felice di andare in guerra e rischiare di morire, ovvio.
Se ci fossero motivi ideologici alla base, sarebbero rispettabili, rientrando nella diversità delle opinioni.
Ma se la politica, per cavalcare il consenso facile, dovesse sempre uniformarsi all’onda del momento o all’interesse contingente, sarebbe facile chiedere “più soldi per tutti” o “più belli tutti” e si otterrebbe un bel 100% di adesioni, quasi quanti Berlusconi dice di avere.
E il partito che lo proponesse vedrebbe salire le percentuali delle “intenzioni di voto” dell’elettore. Scendendo nel concreto, andiamo alle parole di Bossi: “Spero che per Natale possano venire tutti a casa. Le missioni costano un sacco di soldi e purtroppo anche vite umane. A casa quanto prima”. Prima considerazione: forse che la Lega non ha in passato sempre votato a favore e avallato la missione italiana a Kabul?
Dov’è la coerenza di un partito che, a seconda degli umori popolari, senza avere una linea politica coerente, oggi è capace di sostenere l’opposto di quando detto ieri?
Uno può ribatterci: beh, si può anche cambiare idea nella vita.
Concordiamo, ma quali sarebbero le nobili ragioni?
Una motivazione ideale, geopolitica, di recupero dei valori nazionali, la ricerca di una via europea alla soluzione della crisi?
No, solo che “le missioni costano troppo” e poi, in subordine, e solo in secondo luogo quindi, “e costano anche vite umane”.
Almeno l’avesse indicata per prima questa ragione, no per Bossi l’importante è risparmiare, le vite umane vengono dopo.
Non è un dettaglio casuale, non è una svista secondaria, è in fondo la “filosofia” leghista.
Più sicurezza perchè “ci rubano in casa”, meno immigrati “perchè ci tolgono lavoro”, federalismo fiscale “così i soldi del nord ci restano in tasca”.
E’ l’apologia del denaro e del materialismo fatta prassi politica, la negazione di ogni spinta ideale e morale, di ogni solidarietà umana.
Che arriva persino a emarginare altri italiani, quelli del sud, quelli per Salvini “puzzano”, che per Bossi “portano via lavoro a quelli del nord”.
Per arrivare a quei veneti che non vorrebbero nemmeno accettare lavoratori lombardi, perchè “forestieri”.
Una visione piccola piccola, che porta qualche voto e permette a qualcuno stipendi da 12.000 euro al mese, mettendo tutti contro tutti, italiani contro italiani.
La politica italiana si sta riducendo alla pesca delle occasioni, alla tutela degli egoismi e del conto in banca.
Sul sangue di sei ragazzi del popolo che avevano l’orgoglio di essere italiani.
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