LA DEMOCRAZIA SECONDO RENZI: “PARTITINI ARRABBIATI? SI ARRANGINO”
IL MISTER CONDANNATO PER DANNO ERARIALE CHIAMA IN CAUSA IL CONDANNATO PER FRODE FISCALE: “E’ STATO LUI A NON VOLERE LE PREFERENZE, IO MI SONO ADEGUATO”
Per le preferenze “chiamate Goldrake. Io più di così non potevo fare”. Certo, “le volevo, ma è stato Berlusconi a dire no”.
E ancora: “Perchè non ho fatto l’accordo con Beppe Grillo? Perchè Grillo non ha voluto”. Anzi, “mi ha risposto con la consueta poesia”.
Ma ancora: sulla soglia di sbarramento “i partitini si arrabbiano? Si arrangino”. Quanto, poi, al rimpasto di governo: “Non chiedo strapuntini al premier Letta, faccia lui. Di sicuro c’è che il governo adesso non ha più alibi. Non si blocca tutto per mal di pancia in correnti”.
Alla spaccatura interna al Pd, che ha portato alle dimissioni del presidente del Partito democratico Gianni Cuperlo, si aggiungono anche i malumori del M5S.
La battaglia su cui si sono schierati i grillini – al pari della minoranza democratica e di Ncd – è quella sulle preferenze.
Una questione che continua ad alimentare il dibattito politico visto che l’Italicum continua a prevedere liste bloccate al pari del Porcellum – benchè corte – e che oggi pomeriggio ha indotto Renzi a svelare: “Lo confesso: sono un sostenitore delle preferenze. Purtroppo sul punto si è registrata una netta ostilità di Forza Italia”. Tradotto: sulla necessità di dire basta a un parlamento di nominati è calato, come una scure, il veto di Silvio Berlusconi che sabato scorso ha comunque chiuso un accordo con Renzi nelle stanze del Pd.
Tra i democratici favorevoli alle preferenze, Alfredo D’Attorre, il bersaniano già responsable delle Riforme, ha annunciato ieri sera a Piazza Pulita che presenterà un emendamento in proposito.
Quante chance ha di passare? Alla Camera, dove su richiesta la legge elettorale può essere approvata con voto segreto, potrebbe bastare che 44 dei 293 deputati democratici si sfilino in Aula per consentire agli elettori di scegliere il loro candidato.
Critica, invece, la posizione di Pippo Civati, arrivato terzo alle primarie del Pd: “Apprezzo il dinamismo di Renzi – ha detto a Radio Popolare Roma – ma sul risultato sono molto negativo: la legge elettorale proposta piace soprattutto a Berlusconi e ha un sacco di vizi: riprende molto parzialmente quanto ha deliberato la consulta e allontana invece di avvicinare gli elettori dagli eletti”.
Il testo domani in commissione. Intanto il testo di riforma elettorale illustrata ieri da Renzi sarà presentato domani pomeriggio in commissione Affari costituzionali alla Camera e quindi votato come testo base, dopo di che “saranno date 48 ore per presentare emendamenti” ha spiegato Francesco Paolo Sisto, relatore alla riforma elettorale e presidente della commissione. Il 29 gennaio l’inizio della discussione in aula.
Il fronte pro-preferenze in cifre.
Con l’apertura del M5S il fronte pro-preferenze conterebbe sui voti sicuri del partito di Grillo (106), di Ncd (29), dei Popolari per l’Italia (20), di Fratelli d’Italia (9) e della Lega Nord (20), visto che Roberto Calderoli ha previsto le preferenze nella proposta di legge elettorale depositata in Senato. A questi si aggiungono i voti del Gruppo Misto dove le cinque componenti, a vario titolo, si sono espresse contro le liste bloccate (in totale 24 voti).
Da definire sul tema la posizione di Sc (26) e Sel (37), che tuttavia sono state critiche sull’impianto dell’accordo, proprio perchè non consentirebbe la scelta degli eletti da parte degli elettori.
Del resto i ‘piccoli’ sono sul fronte di guerra, visto che con l’Italicum alla Camera entrerebbero solo Pd, Fi e M5S.
A tirare le somme, l’opposizione all’accordo Pd-Fi conterebbe 271 deputati.
Ai quali basterebbe aggiungere 44 deputati Pd per reintrodurre le preferenze.
Ma nel Pd sono molti di più i favorevoli alla modifica.
I cuperliani (bersaniani, dalemiani, giovani turchi) sono accreditati in un numero vicino ai 100.
Ma favorevoli alle preferenze sono anche i bindiani e i fioroniani, computati nel numero minimo di 20. Insomma, le preferenze hanno i numeri.
(da “la Repubblica”)
Leave a Reply