LA DESTRA E’ RAFFREDDATA E LA SINISTRA HA LA BRONCHITE
SE IL GOVERNO, PASSANDO DALLA STAGIONE MEDIATICA AL RIGIDO REALISMO INVERNALE, ACCUSA UN RAFFREDDAMENTO DI CONSENSI, A SINISTRA GRAN CONSUMO DI BRONCHENOL PER SOPRAVVIVERE AL CASO TANGENTI A FIRENZE, AL DOPOCOFFERATI A BOLOGNA E AL RISCHIO URNE ANTICIPATE IN SARDEGNA, CALABRIA E BASILICATA…
Se la Destra piange, la Sinistra ha poco da ridere: questo potrebbe essere la sintesi della situazione politica italiana, alla vigilia delle festività natalizie. E’ indubbio che rispetto al periodo di “luna di miele” post elettorale, quando erano sufficienti “pronunciamenti” giornalieri su “quanto andremo a fare” per rinvigorire la speranza di cambiamento degli Italiani, il centrodestra accusa una flessione non da poco, in parte fisiologica, in altra gran parte dovuta alla mancanza di fatti concreti e a una scelta mediatica sbagliata che alla lunga non paga.
Inutile fare “annunci” continui, quando poi la realtà è ben diversa: la gente per un po’ dà fiducia, lascia tempo, poi comincia a rendersi conto che poco o nulla è cambiato in meglio.
La forza di Berlusconi, gran “comunicatore”, diventa la sua debolezza, quando la gente non si accontenta più della “percezione” di un miglioramento delle emergenze del nostro Paese, ma si accorge che mancano i fatti.
E avere stretto un’alleanza a senso unico con la Lega, senza capacità di avere una linea autonoma, nonchè di opporsi a certe farneticazioni politiche che vanno per la maggiore nella casamatta di via Bellerio, penalizza il Popolo delle Libertà , occupato più a stabilire la suddivisione dei posti tra Forza Italia e An che a dettare una linea politica innovatrice.
Con troppi ministri farfuglioni o megafoni di decisioni altrui, si lascia spazio a qualche trombone leghista che suona la carica e abbaia alla luna.
Quando si tratta di discutere ad esempio di abolire le Province, con un risparmio di 16 miliardi annui, una proposta peraltro contenuta nel programma del PdL, è sufficiente che Bossi dica che non si possono abolire le province “identitarie” come Bergamo e affini, che il dibattito è già finito.
A parte che cosa abbiano di identitario le province di Bergamo o Varese in più rispetto a quelle di Siena o Napoli non ci è chiaro, ciascuno ha la propria storia e identità , se proprio dobbiamo dirla tutta sicuramente parlano un corretto e comprensibile italiano più a Siena che a Bergamo, forse ha una storia maggiore Napoli che Varese… ma lasciamo perdere.
Diciamo piuttosto che al Nord è talmente numerosa la corte dei miracoli leghista, sono tanti i portaborsette da sistemare negli Enti locali che se al povero Bossi gli togli le Province dove li sistema poi le mezzecalzette che bussano alla porta di via Bellerio per avere un posto (remunerato) al sole?
Come possono frequentare le osterie dei beoni e gonfiare il petto da aspiranti assessori senza la patacca cardinalizia appuntata sulla camicia verde d’ordinanza?
Hanno già pronti i cartelli con la scritta “vietato tutto” da apporre agli incroci e volete togliere loro le Province, la carica, gli stipendi e i gettoni di presenza? Qua vanno in rovina le tipografie che vivono sui biglietti da visita verdognoli, altro che balle…
Se guardiamo a Sinistra poi siamo in piena bronchite cronica, divisi su tutto, persino su a quale raggruppamento europeo aderire, in piena crisi di iscritti ( Il Pd ha quasi la metà di aderenti del solo Ds di due anni fa), con una leadership messa in discussione ogni giorno dalla fronda d’alemiana, con gli ex margheriti in crisi di astinenza da poltrone.
Come se non bastasse sono pure sommersi dagli scandali e dai problemi laddove governano comuni importanti e intere regioni.
In Piemonte il sindaco di Torino, Chiamparino, va per conto suo e vuole il Pd del Nord, pensando che basti scimmiottare la Lega per sopravvivere.
In Lombardia il presidente della Provincia Penati è in guerra con Rifondazione e ha sfiduciato 3 assessori, in Toscana il sindaco di Firenze è nella bufera dopo il coinvolgimento di tre dei quattro candidati a futuro sindaco, tutti accusati di corruzione in materia urbanistica, in Emilia Romagna il sindaco di Bologna Sergio Cofferati non vede l’ora di mollare la poltrona e venire a Genova dalla famiglia e lascia 5 candidati a scannarsi per una poltrona.
Poi ci sono le Regioni: il presidente sardo Soru, mister simpatia, si è dimesso stizzito per il voto contrario sul piano urbanistico della sua stessa maggioranza.
In Basilicata, il governatore Pd Vito De Filippo è rimasto solo dopo che tutti i suoi assessori hanno preannunciato le dimissioni e spera ora nell’appoggio dell’Udc.
In Calabria il governatore Loriero dopo quattro rimpasti si trova ancora a far fronte al commissariamento della Sanità regionale e a un consiglio regionale dove sono più gli inquisiti che i consiglieri puliti.
Insomma una situazione tragica per la Sinistra che può essere rivitalizzata solo dagli errori del Centrodestra e dal quadro clinico del Governo che peraltro ci sta mettendo del suo per far uscire dal coma farmacologico la premiata ditta veltroniana.
Noi ci limitiamo a sperare in una classe dirigente migliore… quella di cui avrebbe bisogno il nostro disastrato Paese, comunque la si pensi.
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