FUORI I 98 MILIARDI EVASI DALLE SLOT MACHINE!
OGGI INIZIA DAVANTI ALLA CORTE DEI CONTI IL PROCESSO SULLA MAXI AMMENDA ALLE CONCESSIONARIE DI SLOT MACHINE CHE DEVONO ALLO STATO 98 MILIARDI DI EURO… INCHIESTA OSTEGGIATA DAL MONDO POLITICO BIPARTISAN CHE HA CERCATO DI INSABBIARE LA VICENDA… SI RIFERISCE A 10 CONCESSIONARIE DI SLOT PER IL MANCATO ALLACCIAMENTO ANNI FA AL SISTEMA TELEMATICO DI CONTROLLO E CHE HANNO SOTTRATTO ALLO STATO MILIARDI DI EURO.
Inizia oggi la prima udienza davanti alla Corte dei Conti per dire la parola decisiva sulla maxi-ammenda alle società concessionarie di slot machine che, secondo l’ultima stima della Procura, devono allo Stato più di 98 miliardi di euro, tra somme sottratte e ammende comminate.
Si tratta della parte conclusiva di una lunga indagine avviata dall’inchiesta del quotidiano genovese “il Secolo XIX” e dai suoi brillanti giornalisti Menduni e Sansa che hanno portato alla luce il più grosso scandalo finanziario del dopoguerra su cui i media hanno stranamente steso un velo di omertoso silenzio.
Per chi volesse esprimere il proprio sdegno e la propria solidarietà all’inchiesta della Procura e alle accurate indagini della Guardia di Finanza, è stato aperto un apposito sito web all’indirizzo www.firmiamo.it.98miliardidieuro evasi che ha già raggiunti le 5.000 firme.
Il processo vede sul banco degli accusati le 10 maggiori concessionarie di slot machine che qualche anno fa si contendevano il mercato, molte con amministratori legati a partiti politici di varia estrazione e bipartisan, nonchè l’ex direttore dei Monopoli di Stato, Giorgio Tino e alcuni suoi collaboratori.
In pratica la vicenda è così riassumibile. Quando iniziarono le slot “regolarizzate” il mercato fu spartito tra una decina di concessionarie in tutta Italia, che attraverso i gestori, sistemarono le macchinette in migliaia di locali della penisola.
Esse avrebbero dovuto essere contestualmente collegate ( come avviene ora) con un cervellone centrale che, sulla base degli incassi, avrebbe dovuto poi liquidare al gran biscazziere, ovvero lo Stato, la percentuale elevata di sua competenza.
Il gioco fu semplice: migliaia di slot non vennero mai collegate per mesi e mesi, fino all’inchiesta sollevata dal Secolo XIX, e i concessionari ( i gestori nell’inchiesta non c’entrano) trattennero miliardi di euro di pertinenza dello Stato, attraverso una truffa colossale.
Ma il peggio doveva ancora avvenire: si scoprì ad es, che chi avrebbe dovuto fare controlli ( il Monopolio) non li fece, in una omertosa e interessata truffa che trova coinvolte società concessionarie che vedevano in posti di primo piano persino degli esponenti politici di varia estrazione.
Come se un “grande vecchio” avesse spartito i soldi a molti partiti, in cambio della chiusura di entrambi gli occhi.
L’inchiesta portò persino a ipotizzare un sistema di finanziamento occulto per i partiti italiani, tante erano le connivenze, le parentele sospette, le omertose bugie, i mancati controlli.
La G.d.F. intervenne sequestrando macchinette imboscate, in un’inchiesta che portò la Procura a chiedere, tra somme non versate e ammende relative, la somma di oltre 98 miliardi di euro ai concessionari.
E qui iniziarono i distinguo politici, le commissioni parlamentari che “volevano trovare una soluzione”, il tentativo di abbuonare le ammende e di forfaitizzare gli importi. Qualcuno ipotizzava che lo Stato avrebbe potuto accontentarsi di un decimo della somma richiesta dalla Procura.
Una multa una tantum o addirittura il tentativo di cancellare lo stesso reato, frutto di “equivoci” e di “carenze di collegamenti tecnici non imputabili ad alcuno”.
Un tentativo vergognoso di insabbiare l’inchiesta, andato avanti per mesi, evitando la più grande sanzione mai proposta in Italia in un processo di questo tipo.
Pensate solo che il Governo ha stanziato 4 miliardi per gli aiuti a imprese e famiglie, mentre qua di parla di evasione per 98 miliardi di euro.
E poi ci dicono dove prendere i soldi per aiutare i cittadini?
Molti di voi neppure sapevano probabilmente di questa vicenda e di questo processo. Ovviamente ci saranno, a difendere i concessionari, i migliori legali italiani del settore. State tranquilli che la politica troverà un sistema per applicare una multa al minimo, ma almeno, grazie alla catena di internet e nel silenzio interessato di tanti, avete diritto a sapere “dove sono finiti i vostri soldi” e a gridarlo in faccia a chi cercherà di inciuciare come sempre a vostro danno.
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