LA FACCIA DI LUIGI DI MAIO QUANDO FORMIGLI GLI RICORDA IL “MANGANELLO SOCIAL” USATO DAL M5S
LA VERITA’ FA MALE … DI MAIO SI ADOMBRA IMBARAZZATO POI TENTA IL DISTINGUO: “UN CONTO E’ LA RABBIA, ALTRO L’ODIO”
Chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Ci perdonerà Matteo Salvini per aver citato un passo del Vangelo, ma è la frase che meglio riassume l’utilizzo dei social da parte del sistema propagandistico in Italia.
Dopo il dibattito a distanza tra Matteo Renzi e Corrado Formigli, giovedì sera Luigi Di Maio è stato ospite di Piazzapulita, su La7. Si è parlato, inevitabilmente, di come vengano utilizzati Facebook, Twitter e Instagram dalla politica (e dal mondo che la circonda), che ormai è stata portata a un livello di dibattito da bar, fatto di provocazioni e insulti.
E quando il conduttore fa notare al capo politico del Movimento 5 Stelle che anche loro hanno utilizzato il ‘manganello social’, il volto di Luigi Di Maio si adombra. Perchè la verità , come cantava una vecchia canzone, fa male.
Corrado Formigli ricorda, nell’ordine, una serie di episodi che hanno coinvolto militanti e rappresentanti del Movimento 5 Stelle sui social e non solo.
Tra i tanti citati c’è anche Alessandro Di Battista che, dopo la sentenza di assoluzione nei confronti della sindaca di Roma Virginia Raggi, aveva definito i giornalisti «pennivendoli, puttane e sciacalli».
Infine ricorda come il M5S nacque proprio su quei «Vaffa» portati in piazza da Beppe Grillo
Durante questo lungo elenco di fatti rimasti nella storia dei social, e definiti un ‘manganello’, il volto di Luigi Di Maio sembra accusare il colpo, si adombra e, alla fine, tenta una replica in difesa di Beppe Grillo, primo promotore del Vaffa-day che dal 2007 — replicato in diverse occasioni — aveva coinvolto migliaia di simpatizzanti di quello che poi diventò il Movimento 5 Stelle che ora conosciamo.
Il capo politico del M5S e ministro degli Esteri ha provato a difendere l’operato del Movimento 5 Stelle. Poi, però, ha detto che quella portata in piazza da Beppe Grillo sia stata rabbia, quella provata anche dal popolo italiano. Invece, quella che vede ora, è odio.
Due concetti che, in realtà , sono molto vicini e tangibili. E non si tratta di facce adombrate.
(da “NextQuotidiano”)
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