LA RIVOLTA ATAC TARGATA 5 STELLE: I LEADER DELLA PROTESTA SI APPELLANO A GRILLO
SOSPESO L’AUTISTA DEL VIDEO-DENUNCIA
Christian Rosso, l’autista di bus che qualche giorno fa aveva pubblicato un video su internet per spiegare le condizioni di lavoro della categoria è stato sospeso a tempo indeterminato dall’Atac, l’azienda del trasporto pubblico romano.
La notizia è stata data dallo stesso giovane ai suoi colleghi mentre è in corso un sit in di protesta in Campidoglio cui partecipano un centinaio di autisti.
L’autista, come riporta l’agenzia di stampa Omniroma, è arrivato accolto da applausi e urla, e si è messo al centro delle scale con un fazzoletto sulla bocca. “Non mi riconosco nei sindacati, nè nei partiti. Adesso l’unica soluzione è Grillo. Vogliono mettere il bavaglio a tutto, ci vogliono tappare la bocca”, ha spiegato Rosso.
“Non mi sono pentito – ha aggiunto – perchè ho informato i cittadini che l’autobus non passa, che non ci sono i mezzi. Io ero stato aggredito nel 2008 con un taglierino, per 1.200 euro non si può rischiare così. Dicono che lavoriamo poco, io non posso chiedere la 104 per mia madre, che è considerata assenza”.
“È assurdo, alla sottoscritta che ha detto e messo su Facebook cose peggiori hanno dato solo giorni di sospensione, la troika romana deve capire che Christian non è solo. Il M5s è l’unico che se arrivasse al potere potrebbe risanare l’Atac”, ha dichiarato la leader della protesta Micaela Quintavalle, di Cambiamenti.
Risaliti in piazza del Campidoglio, gli altri autisti si sono tolti la camicia azzurra dell’Atac in solidarietà a Rosso, urlando “Christian”.
“Divergenza” Marino – Esposito.
Si registra una prima divergenza tra il sindaco di Roma Ignazio Marino e il neo assessore Stefano Esposito. Al primo cittadino i giornalisti chiedono un commento sull’autista Atac sospeso dall’azienda: “Questa domanda la poteva fare a un politicante del secolo scorso, non a me. Io non mi occupo di amministrazione delle aziende ma di selezionare le persone che devono poi avere la responsabilità strategica delle aziende come gli assessori che a loro volta scelgono i dirigenti e i cda delle aziende di loro competenza. In questa città , purtroppo, in passato è accaduto e continua ad accadere che quando qualcuno deve essere punito o licenziato arrivi la telefonata del politico che dice ‘No, ha fatto la campagna elettorale’. A me non me ne frega niente che ha fatto la campagna elettorale di uno di destra o di sinistra. Se fa bene fa bene, se fa male viene giudicato per quello che fa”.
Subito dopo, arriva il commento di Esposito: “Invito l’amministratore delegato dell’Atac a valutare forme diverse di sanzioni”, ha detto il neoassessore ai Trasporti di Roma Capitale.
La maggior parte degli autisti appartiene alla sigla Cambiamenti-M410, nata due anni fa in contrasto con l’azione dei sindacati.
Hanno affisso degli striscioni che recitano: “Per nascondere la verità c’hai messo contro un’intera città “, e “false promesse e video messaggi, sono questi i veri disagi”. Partecipano al sit molti lavoratori della linea Roma-Ostia, da sempre una delle tratte ferroviarie cittadine in condizioni peggiori.
A manifestare ci sono anche una ventina di utenti facenti parte del Comitato pendolari Roma-Lido. Chiedono mezzi più efficienti e denunciano “una situazione indegna per chi viaggia e per chi lavora”.
Vorrebbero incontrare il neo assessore ai trasporti, Stefano Esposito, che ieri ha sottolineato di aver già preso contatto con i principali sindacati del trasporto pubblico della città .
“Ieri il neo assessore Esposito ha detto che si prenderà tre mesi di tempo – spiegano i lavoratori – ma tre mesi non ci sono. Lui e ‘pinocchio’ Marino vogliono dare Atac in pasto ai privati dopo averci fatto firmare un accordo vergognoso ma che prevedeva la permanenza di Atac in house fino al 2019: il trasporto è un servizio pubblico e ha bisogno di rimanere tale. Il nostro obiettivo è che il servizio rimanga pubblico, Marino scenda e venga a parlare con noi lavoratori e utenti o riceva una delegazione, perchè se è in buona fede è disinformato”.
(da “Huffingtonpost”)
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