LACRIME E RABBIA, LE TESTIMONIANZE DEI MIGRANTI DEPORTATI DAL CARA DI CASTELNUOVO: “NON ABBIAMO MANGIATO E NON C’E’ ACQUA”
IL SINDACO DI FERRARA:”NE ABBIAMO ACCOLTI DUE, SALVINI LI HA MANDATI SENZA NEANCHE AVVISARCI, DA PARTE DEL GOVERNO NON C’E’ ALCUNA LOGICA”
Sono le prime immagini inviate da alcuni dei 400 rifugiati del Cara di Castelnuovo di Porto trasferiti giorni fa in diverse strutture individuate dal ministero dell’Interno.
Jennifer Osayande, 27 anni, piange e dice che sta malissimo e che vuole tornare a casa… ha inviato il messaggio disperato a padre Giuseppe: “È una ragazza semplice. Stava facendo molte attività con noi. Mi ha mandato questi videomessaggi dicendo che lì è un inferno e vuole tornare da noi a Castelnuovo di porto. Ora sta a Ferno, vicino a Varese, dice”.
E un secondo video arriva da Rivalta di Torino. “Buongiorno padre… da ieri fino ad ora non abbiamo mangiato e non abbiamo visto nessuno ora beviamo acqua da toilette… non c’è acqua calda per il bagno – spiega la voce di uno degli ex ospiti del Cara rivolgendosi a sacerdote. E lui, padre Giuseppe, non sa cosa fare: “Mi scrivono ma io non so come fare ad aiutarli. Anche se lo vorrei eccome”.
E intanto continuano i trasferimenti dei migranti dal Cara di Castelnuovo di Porto, che chiuderà definitivamente entro dopodomani.
Dopo il trasferimento di 305 persone la scorsa settimana, i restanti 222 ospiti nelle prossime ore verranno portati – secondo le disposizioni della Prefettura – in vari centri e Sprar del Lazio.
Di questi, un centinaio saranno ospitati in diversi centri di accoglienza a Roma e il restante in vari Comuni della provincia di Roma e di tutta la regione, compreso il Centro Mondo Migliore a Rocca di Papa, lo stesso che ospitò per alcune settimane i migranti soccorsi dalla nave Diciotti. In quest’ultimo ne saranno trasferiti sessantuno.
E dal sindaco di Ferrara arrivano le prime proteste sul metodo utilizzato. Arrivano a Ferrara due immigrati, provenienti dal centro laziale di Castelnuovo di Porto, chiuso nei giorni scorsi. Arrivano senza nessun preavviso, “inviati dal ministro Matteo Salvini senza avvisare i sindaci”, denuncia il sindaco Tiziano Tagliani che si chiede “quale sia la logica di questo governo giallo-verde di fuori, ma nero dentro”.
Il sindaco in una nota ripercorre la tempistica: l’arrivo a Ferrara sabato scorso e spiega che “diversamente dal passato questa volta la Lega delle barricate (a Gorino e in città , contro i migranti in arrivo, ndr) non si è vista incatenarsi nè sbandierare”.
Certo, sottolinea il sindaco, “non saranno certo due persone già integrate a Roma a creare problemi alla nostra comunità che, come sempre, si dimostrerà disponibile”. Ma il dubbio del sindaco punta sulla “logica di questo governo giallo-verde di fuori, ma nero dentro”.
Un governo che – elenca il sindaco stesso – “demolisce esperienze positive d’integrazione; ci incolla da giorni alla tv per vedere quanto dureranno in mare quaranta migranti a cinque gradi (esperimento disumano); tace sulle problematiche legate alla rimodulazione degli Spar (oggi Siproimi) smantellando una delle cose che meglio hanno funzionato, cioè il sistema di accoglienza diffusa, aprendo la strada a grandi concentrazioni di migranti: conseguenza che non migliorerà i livelli di sicurezza, ma rischia di diventare una nuova emergenza”.
In crescendo, la denuncia politica di Tagliani, sulla situazione “destinata ulteriormente ed aggravata da un Decreto Sicurezza che non prevede per i richiedenti asilo la possibilità di ottenere l’iscrizione all’anagrafe come residenti, con la conseguenza di non poter ottenere documenti idonei al lavoro e l’apertura di conti correnti – oggi obbligatori – per le retribuzioni, cristallizzando la ‘panchina’ per centinaia d’immigrati ed un futuro nelle città italiane”. E chiudendo rammenta “tutto ciò con buona pace delle promesse elettorali, ma soprattutto con buona pace dei principi di umanità della nostra Costituzione, della coerenza con le nostre leggi, del rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e della sicurezza effettiva delle nostre comunità “.
(da “La Repubblica”)
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