L’AMICO DI MARONI CHIAMATO A RISANARE IL BUCO DELLE CASE POPOLARI E’ UN LEGHISTA NEANCHE LAUREATO E CON UN FALLIMENTO ALLE SPALLE
NON SOLO: IL GEOMETRA ANGELO SALA HA LO STIPENDIO PIGNORATO DAL TRIBUNALE PER COSTRINGERLO A ONORARE I CREDITORI MAI PAGATI… LE STRANE PROMOZIONI DELLA SUA CONVIVENTE: DA UN MODESTO LIVELLO A3 A DIRIGENTE A 100.000 EURO L’ANNO
Affidereste la Juventus a un manager (non laureato) che nel cv “vanta” il fallimento della sua squadradell’oratorio? E che è formalmente nullatenente perchè il suo stipendio è stato pignorato dal tribunale il quale ha ordinato di girarlo ai creditori mai pagati?
Voi forse no, il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, è di parere differente.
Tanto che dal 1° febbraio 2017 ha consegnato le chiavi di Aler Milano — la società che gestisce oltre 72 mila alloggi di edilizia popolare occupati da oltre 350 mila cittadini nella città metropolitana, l’azienda più grande d’Italia in fatto di edilizia popolare, gravata da un buco da oltre mezzo miliardo di euro — al geometra Mario Angelo Sala, proprietario della fallita “Edilmeg srl”.
Dalla sua, Sala vanta, oltre a 27 esami superati al Politecnico (che però non ha mai finito), un diploma da dirigente del Coni e l’esperienza maturata nei tre anni da commissario straordinario prima e presidente poi delle Aler di Como, Busto Arsizio, Monza-Brianza, Varese, società confluite in un’unica azienda dopo la riforma regionale del 2015.
Altra freccia all’arco di Sala è la ferrea amicizia con il presidente Maroni, cementata dagli anni nei quali il Geometra è stato segretario provinciale della Lega a Como.
Un’amicizia così salda, che quando a fine 2016 l’ex prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi (quello intercettato al telefono con l’olgettina Marysthell Palanco che chiedeva un favore personale spendendo il nome di Berlusconi e alla quale rispondeva gentile che si sarebbe messo a disposizione, pregandola di «salutare il Presidente») ha rimesso il mandato di presidente di Aler Milano con due anni di anticipo e senza dare spiegazioni, Maroni non ci ha pensato su due volte e ha voluto il fidato e leghistissimo Sala.
Una nomina che ha fatto storcere parecchi nasi.
Anche nella maggioranza, lato Forza Italia. Tra i più contrari, i consiglieri regionali di M5s, guidati dalla capogruppo Iolanda Nanni, la quale lo scorso aprile, nel giro di dieci giorni ha presentato ben due interrogazioni sulla nomina.
Con la prima, dal titolo “Criticità relative alla nomina del Sig. Mario Angelo Sala a presidente di Aler Milano”, la Nanni ha svelato come Sala fosse proprietario del 90% della “Edilmeg srl”, impresa di costruzioni comense fallita il 13 maggio 2005.
Riferiva come lo stesso Sala fosse stato oggetto il 15 dicembre 2015 di una sentenza del tribunale di Como che riconosceva un suo debito non saldato di 50 mila euro e imponeva il pignoramento dello stipendio.
Sempre nello stesso documento, la Nanni chiedeva conto della sfolgorante carriera di una dipendente di Aler, l’ing. Maria Cristina Cocciolo, assunta nel 2008 come “funzionaria di livello A3” dall’azienda di Como, Busto Arsizio, Monza-Brianza, Varese, e divenuta sotto Sala, Direttore dell’Area Gestionale, con le pesanti deleghe ad “appalti e acquisti”, “personale” e “tutela del patrimonio”.
Quando Sala è stato “promosso” a Milano, la Cocciolo lo ha seguito, con la stessa qualifica e uno stipendio di oltre 100 mila euro l’anno.
La consigliera ha sottolineato la singolare coincidenza per la quale “a far data dal giorno 15/09/2016 il Signor Sala abbia spostato la propria residenza a Como in via A… n.22. Nel contempo, con atto pubblico del 6/12/2016, la signora Maria Cristina Cocciolo risulta acquisire la proprietà di un immobile sito proprio in via A…. n.22 in Como, circostanza che, quantomeno, solleva dei dubbi circa la tipologia di rapporto che possa intercorrere tra Mario Angelo Sala e l’ing. Maria Cristina Cocciolo».
Non contenta, Nanni ha scavato ancora, denunciando nella seconda interrogazione, le “85 promozioni di carriera registrate in Aler di Varese-Como-Monza Brianza-Busto Arsizio nel mese di dicembre 2016”, cioè nell’ultimo mese della presidenza Sala.
Per Nanni, una pioggia di regali che aveva sollevato le obiezioni dei sindacati.
La giunta non ha ancora risposto agli inquietanti quesiti posti dalla consigliera.
Di sicuro non si tratta del miglior viatico per colui che dovrà gestire quel nido di spine che è Aler Milano, un’azienda soffocata dai debiti, dalla morosità elevata e dalla difficilissima gestione.
Per comprendere le sfide che il neo presidente è stato chiamato ad affrontare, basta leggere l’introduzione del Bilancio di previsione 2017 che recita: «La difficoltà sul fronte delle entrate, ordinarie e straordinarie, risultano ovviamente ancora più rilevanti e significative in una realtà in crisi come quella di Aler Milano: l’ammontare dell’esposizione per i mutui nei confronti delle banche, pari a circa 204.100.000 rende sempre più difficoltosa la situazione finanziaria di Aler”
Una situazione pesante destinata in poco tempo a diventare drammatica, perchè «la carenza di risorse economiche ordinarie ha impedito di procedere nell’arco degli ultimi anni alla realizzazione degli interventi manutentivi “di conservazione” della funzionalità e dell’efficienza del patrimonio, pregiudicando la piena agibilità dello stesso». Cioè quel che c’era non è stato manotenuto ed è destinato a deteriorarsi.
Inoltre, mancano talmente tanti soldi, che le imprese vincitrici degli appalti «non avendo la certezza di pagamenti puntuali, si sono limitate a garantire la messa in sicurezza o l’eliminazione degli stati di pericolo (…). Ne consegue che si sono dovuti rimandare gli interventi non strettamente essenziali», con la conseguenza che «il numero delle opere differite si sta accumulando e ha raggiunto livelli preoccupanti» e che le «manutenzioni “ordinarie” devono essere considerate manutenzioni d’emergenza”.
Capito l’antifona?
La speranza per i 350 mila milanesi delle case popolari è che l’amico di Maroni non faccia fare ad Aler la stessa disgraziata fine della Edilmeg srl.
(da “L’Espresso”)
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