LE ORAZIONI FUNEBRI DI MATTEO SALVINI
E’ “CRESCIUTO CON PAOLO VILLAGGIO E JERRY LEWIS, HA IMPARATO TANTO DA DE ANDRE’ E GABER”: MA DI TUTTA QUESTA GENTE COSA CAZZO HAI CAPITO?
Quando è morto Paolo Villaggio, ha scritto che è cresciuto coi suoi film e che gli piaceva tanto.
Quando è morto Jerry Lewis, ha detto la stessa cosa.
Se gli chiedi di Fabrizio De Andrè, e l’ho fatto anche di persona, ti risponde che lo conosce a memoria, che Storia di un impiegato è uno dei suoi dischi preferiti e che da Faber ha imparato (sì, imparato) tanto.
E ripete cose analoghe se gli parli di Giorgio Gaber.
E’ cresciuto con Villaggio, che ha irriso quel capitalismo cinico che il leader della Lega Nord non pare avvertire così alieno.
Ha sorriso con Lewis, che ha fatto della leggerezza un’arte: quella stessa leggerezza che Salvini non ha praticato proprio mai. Neanche per disgrazia.
Ha “imparato” da De Andrè, che riteneva uniche “anime salve” quei diseredati e reietti che lui — al massimo — abbraccerebbe con un esercito di ruspe.
E ama oltremodo il Signor G, che ha elevato la libertà intellettuale — non proprio parente stretta di Salvini — a regola di vita.
Fa piacere che Salvini ami Villaggio, Lewis, De Andrè e Gaber. Molto piacere.
C’è solo una cosa che mi sfugge: esattamente, caro Salvini, di tutta questa gente cosa (cazzo) hai capito?
Andrea Scansi
(da “il Fatto Quotidiano”)
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