LETTERA APERTA AI GIOVANI DI “GENERAZIONE FUTURO” : “COSTRETTA AD ANDARMENE PER DIGNITA’ ED ETICA”
NON SI PUO’ CONVIVERE CON CHI SOSTIENE: “IN POLITICA NON BISOGNA VEDERE IL MAFIOSO, QUESTE COSE NON SERVONO”… PAOLA DEL GIUDICE, EX COORDINATRICE PROV. DI GENERAZIONE FUTURO, SI E’ DIMESSA DA FLI PER PROTESTA CONTRO CHI RICEVE IN SEDE A GENOVA PERSONE “ATTENZIONATE” DALLA DIA E POI SI GIUSTIFICA COSI’
Pubblichiamo la lettera aperta che l’amica Paola ha oggi indirizzato ai giovani di Generazione Futuro riuniti a Roma. Una lettera piena di affetto per i tanti amici che è stata costretta a lasciare per dignità e coerenza con le proprie idee, quelle di una comunità umana che meriterebbe rispetto da parte della classe dirigente di Futuro e Libertà .
Ma che, per aver denunciati fatti, non ha trovato nel partito alcuna risposta all’appello delle persone oneste, sacrificate per non disturbare i professionisti della politica e gli “intoccabili” che si annidano in Fli.
Ciao a tutti,
so che oggi vi riunite. Se è possibile e se sono ancora in tempo vorrei che qualcuno di voi leggesse le parole di saluto che allego.
Cari amici,
ho deciso di scrivere due righe per chiarire la mia posizione di dimissionaria e soprattutto per ringraziare tutti i ragazzi e le ragazze di Generazione Futuro che hanno compreso la mia scelta e hanno manifestato con piccoli e grandi gesti la loro solidarietà per me davvero preziosa.
Ancora una volta avete confermato il vostro valore soprattutto umano. Grazie!
Credo che molti di voi abbiano già letto la cronaca dei fatti genovesi: in breve nonostante siano stati denunciati più volte dei gravi fatti (vedi articolo allegato) , le risposte che aspettavamo dai vertici non sono mai arrivate.
La lotta qui a Genova è stata davvero dura e lacerante, e solo alla fine abbiamo “mollato”.
Eticamente ci è sembrato opportuno e dignitoso dimostrare il nostro dissenso lasciando Futuro e Libertà che non si è dimostrato, almeno nella nostra provincia, il partito che tutti noi stavamo ingenuamente sognando.
Ma voglio entrare nello specifico della mia decisione.
Paradossalmente il fatto più grave si è manifestato, per me, durante la cena del convegno per la presentazione de “Il Futurista”, una manifestazione che abbiamo organizzato con impegno e devozione e che sarebbe dovuta essere il coronamento di un nostro traguardo.
Tralascio particolari imbarazzanti e beceri sul comportamento di alcuni circoli genovesi, perchè mi voglio soffermare su quello è arrivato alle mie orecchie durante un diverbio piuttosto acceso.
“Vedi Paola nella politica non bisogna vedere il mafioso…, la persona sospetta…, insomma queste cose non servono, perchè bisogna fare delle strategie.”
Al mio NO, la riposta è stata: “Voi giovani dovete avere coraggio!”
Coraggio?
Scusate a quel punto ho avuto un po’ di confusione: nella mia cultura coraggio ha un significato, ma in effetti andando a cercare sul vocabolario mi sono ricordata che la sfera semantica di questo termine è ben più ampia.
Significato 1
Forza d’animo nel sopportare, nell’affrontare con decisione un pericolo, nel dire o fare cosa che importi rischio o sacrificio.
Significato 2
Sfacciataggine, impudenza (prendo da Treccani). Ah ecco nella politica bisogna essere sfacciati!
Ho capito caro “amico” cosa volevi dire. Beh io non ci sto.
Per me la politica appartiene prima di tutto ai cittadini onesti che lottano per la dignità e l’etica e hanno anche Forza d’animo nel sopportare nell’affrontare con decisione un pericolo, nel dire o fare cosa che importi rischio o sacrificio (vedi significato 1).
La decisione presa da molti militanti FLI di Genova è stata davvero molto sofferta, credetemi.
Personalmente credo ancora tantissimo nell’azione che voi tutti state portando avanti, questi mesi in Generazione Futuro sono stati davvero bellissimi.
Dopo 27 anni ero riuscita finalmente a trovare un punto di riferimento politico in cui credere e per cui lottare con tutte le mie energie.
Non rimpiango nè mi pento di nulla, anzi sono felicissima di tutto ciò che abbiamo fatto insieme.
Sia per le buone capacità del coordinamento che per l’entusiasmo e l’onestà di molti di voi sono ancora convinta che Generazione Futuro possa portare avanti molte delle idee per cui il partito è nato.
Tuttavia, la forza e l’unione non bastano sempre, se infatti la compattezza di tutti noi ragazzi può essere determinata e a volte spiazzante, basta la malafede di pochi per mandare tutto a rotoli.
So che il mio augurio può sembrare incoerente, ma con tutto il cuore vi dico “in bocca al lupo e tenete duro”!
Laddove è ancora possibile cercate di mantenere alto l’onore della nostra generazione.
Un caro saluto.
Paola
Allego articolo:
DAL SECOLO XIX: “SI DIMETTONO IN 25, L’INTERA DIREZIONE PROVINCIALE.. UN SOCIO DI MAMONE PRESIEDE UN CIRCOLO”
Il commissariamento del partito a livello provinciale e cittadino, insieme alle dimissioni a raffica di 25 fra dirigenti e iscritti vari.
Per Enrico Nan, guida regionale di Futuro e libertà , si tratta della «normale soluzione a conflitti interni, preludio a un democratico congresso. E chiunque desse una chiave di lettura diversa o maliziosa, meriterebbe querele».
Ma ci sono due retroscena importanti, che potrebbero aver pesato (sebbene non in modo esclusivo) nel terremoto ufficializzato ieri fra gli esponenti del partito di Gianfranco Fini all’ombra della Lanterna.
Non è infatti un caso se il termine «codice etico» è segnato in neretto nel comunicato con cui i 25 hanno annunciato il proprio addio.
Perchè quel passo è stato preceduto da uno scambio di telefonate e mail al vetriolo, in cui si commentavano due episodi rimasti finora (parecchio) sottotraccia: un incontro riservato nella sede regionale del partito, fra lo stesso Enrico Nan e gli imprenditori Mamone (al centro di varie inchieste e sospettati di contatti con la criminalità calabrese).
E il ruolo di presidente di circolo, con annessa possibilità di rapido ampliamento, che s’era ritagliato Pietro Malatesti, un particolarissimo personaggio che la Finanza qualche anno fa intercettò per mesi.
Di entrambi questi fatti sarebbe stato informato Fabio Granata, esponente di spicco di Fli e vicepresidente della commissione parlamentare antimafia, a Genova la settimana scorsa.
Ma per il momento il vincitore è Nan.
Flashback, allora.
Bisogna tornare al febbraio scorso, sede della Fiumara, per rievocare il blitz dei fratelli Mamone, Gino e Antonino detto Ninetto.
Il primo, patròn della Eco.Ge, colosso delle bonifiche e demolizioni, è sotto processo a Genova per corruzione e indagato per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta (avrebbe guidato un cartello d’imprese per spartirsi degli appalti) ed emissione di false fatture.
Il suo nome è stato più volte accostato a quello di alcune cosche calabresi, e lo stesso Gino – come certifica un video acquisito dalla Direzione distrettuale antimafia – fu protagonista agli inizi della sua carriera di un imbarazzante brindisi con alcuni personaggi che risulteranno poi conclamati capiclan.
Di cos’hanno parlato con Nan? «Si sono proposti a sostegno del movimento – conferma il coordinatore – ma il colloquio durò pochissimo».
Alcuni militanti non gradiscono; anche perchè da almeno quattro anni la stampa cittadina – Il Secolo XIX in particolare – ha dedicato fior di pubblicazioni alle vicende dei Mamone.
Nan non si scompone: «La mia segretaria mi fissa centinaia di incontri. È normale, per un rappresentante politico. Le questioni giudiziarie dei Mamone sui giornali? Lì per lì non ci ho pensato».
Poi succede dell’altro, e non sembra proprio scollegato.
Più o meno nello stesso periodo, una delle rappresentanti di “Generazione Futuro” (organizzazione giovanile di Fli) viene contattata da uno dei trenta iscritti di “Generazione Centro”, il circolo di cui è presidente tale Piero Malatesti.
L’interlocutore, che non è Malatesti, e lo confermano fonti qualificate interne a Futuro e Libertà , si qualificherebbe come rappresentante di un’associazione dove si potrebbe fare incetta di tessere.
L’ipotesi sfuma, ma vale la pena approfondire a questo punto la figura dello stesso Malatesti, la guida della sezione da cui parrebbe essere partita l’iniziativa del tesseramento industriale.
Malatesti (una mail di convocazione alla cena con due parlamentari lo include nell’indirizzario dei dirigenti genovesi) è stato al centro di indagini della Finanza nel 2007.
I militari ne rimarcavano in primis i continui contatti con Gino Mamone: insieme avevano provato ad avvicinare l’allora leader dell’Udeur, Clemente Mastella, a Palazzo Ducale, e allo strano blitz partecipò pure Onofrio Garcea, uno dei boss della ‘ndrangheta genovese arrestati nei mesi scorsi.
Malatesti era così descritto nell’informativa dei pm: “Ha innumerevoli contatti con il mondo imprenditoriale e politico, non giustificati dalla professione svolta, il tassista. Sovente è capitato d’intercettare conversazioni nelle quali parrebbe che lo stesso fosse impegnato in un ruolo di intermediario per un appalto nel settore petrolifero in territorio libico, congiuntamente a Gino Mamone. Sono state intercettate anche conversazioni in cui si parla della loro percentuale di guadagno”:
E’ perlomeno singolare che, soci in questo stranissimo business nel 2007 (quando le aderenze sospette degli stessi Mamone con le famiglie calabresi erano già note) ritornino quasi contemporaneamente nella vita di Futuro e Libertà .-
Così strano che potrebbe aver contribuito alle dimissioni in massa.
Enrico Nan ribadisce di non sapere “assolutamente nulla”di quella proposta di tesseramento partita dal circolo di Malatesti: “Il fatto che il suo nome ricorresse nelle intercettazioni di un’inchiesta penale, non può essere una dirimente all’iscrizione”.
Il Secolo XIX ha provato più volte a contattare Piero Malatesti sul cellulare, senza ottenere risposta
Matteo Indice e Giovanni Mari
(da “Il Secolo XIX“)
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