LIBIA, IPOTESI PRODI COME MEDIATORE ONU: IN ESTATE ERANO STATE LE VARIE FAZIONI A INDICARLO
MA RENZI NON APPOGGIO’ LA RICHIESTA PER IL SOLITO TIMORE CHE POTESSE FARGLI OMBRA
Il governo italiano vorrebbe spendere il nome di Romano Prodi per la crisi della Libia. Prodi, esperto di questioni internazionali specialmente legate al continente africano, potrebbe affiancare il mediatore in carica delle Nazioni Unite, Bernardino Lèon.
Scrive il Corriere della Sera:
L’insoddisfazione italiana per l’operato del diplomatico spagnolo è apparsa più che evidente nelle dichiarazioni del premier Matteo Renzi, il quale ha definito “insufficiente” l’azione dell’Onu e chiesto esplicitamente alsegretario generale Ban-Ki-Moon di “raddoppiare gli sforzi” per costringere le due principali fazioni libiche, quella più laica di Tobruk e quella islamica di Tripoli, a forgiare un embrione di intesa politica.
Prodi risulta il nome migliore anche perchè “la scorsa estate furono proprio le fazioni libiche a indicarlo come mediatore gradito e ascoltato”.
La scelta del Palazzo di Vetro cadde invece su Lèon, probabilmente (ma non solo) anche a causa del mancato appoggio del governo Renzu alla candidatura dell’ex premier, che non ha mai nascosto la sua delusione.
Ma dopo mesi di gelo, tra i due ora è tornato il sereno.
E Renzi sembra essere persuaso che proprio Prodi possa essere il game-changer della vicenda libica.
Il Sole24 ore ricorda che nel 2011, “due mesi prima della caduta di Gheddafi”, l’ex presidente sudafricano Thabo Mbeki, in una missiva confindenziale al segretario generale delle Nazioni Unite invitò l’Onu “a fare dei passi urgenti per facilitare il passaggio della Libia e la fine della guerra civile, per salvare la Libia dalle violenze”.
Nella lettera, Mbeki suggerisce a Ban Ki-Moon di nominare Prodi mediatore internazionale sotto la bandiera dell’Onu.
Il professore, scrive il successore di Mandela senza troppi giri di parole, è la persona giusta “perchè conosce i principali attori coinvolti nella crisi di Tripoli e Bengasi. Perchè conosce i leader delle principali tribù, che hanno fiducia in lui. Perchè conosce da vicino la situazione libica, di cui si è occupato per molti anni da primo ministro italiano e da presidente dell’Unione europea”.
(da “Huffingtonpost”)
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