L’INTERCETTAZIONE ESPLOSIVA TRA DUE MEMBRI DEL COMITATO DI GESTIONE DEL PORTO DI GENOVA (NON INDAGATI), IL GIORNALISTA GIORGIO CAROZZI E IL DOCENTE UNIVERSITARIO ANDREA LA MATTINA
È IL 7 OTTOBRE 2021 E I DUE PARLANO DELLE PRESSIONI PER IL RINNOVO DELLA CONCESSIONE TRENTENNALE AL TERMINAL RINFUSE: “COSÌ NON SI PUÒ ANDARE AVANTI, NON CI DORMO DI NOTTE. PER USCIRNE VIVI SENZA DARE L’IMPRESSIONE CHE ABBIAMO PRESO LA STECCA, COME HA PRESO QUELLO CHE IL PRESIDENTE DEFINISCE ‘MANDANTE’…” … A CHI SI RIFERISCONO?
È il 7 ottobre 2021. Manca qualche minuto alle 20. Le Fiamme gialle intercettano una conversazione dal tenore che appare importante. Da una parte c’è Giorgio Carozzi, giornalista in pensione de il Secolo XIX, tra i massimi conoscitori delle vicende del porto e che adesso siede nel comitato di gestione dell’infrastruttura in rappresentanza del Comune. Dall’altra parla Andrea La Mattina, preparato e puntiglioso docente universitario (insegna diritto della navigazione) che nello stesso board prende decisioni per conto della Regione.
Nessuno dei due è indagato, va assolutamente precisato. Il cronista è stato ascoltato nei giorni scorsi come persona informata sui fatti. Manca poco al voto sulla concessione trentennale al Terminal Rinfuse. È quella al centro dell’inchiesta per via del rinnovo e, per l’accusa, ottenuta attraverso il finanziamento dei Comitati elettorali di Toti.
Per approvarla, è il sospetto degli investigatori, non sono mancate «pressioni». Quale sia il clima lo descrive lo stesso Carozzi: «Comunque così non si può andare avanti. Io il prossimo comitato, attacco tutto, la struttura, sparo a zero. E poi c’è questa pratica qui che mi sta tormentando da… da due settimane. Quella su questa concessione trentennale che non ci dormo di notte».
La Mattina replica: «Guarda, ne abbiamo parlato. Io non avevo avuto modo di prepararmi perché è arrivata tardissimo… e poi dopo, ti confesso che l’ho lasciata un attimo lì, ho detto adesso me la studierò e questa settimana ho avuto un po’ di contrattempi e non c’è l’ho ancora fatta, la vedrò nel weekend». Prosegue: «però stamattina mi son sentito con Rino (ovvero Rino Canavese, nel board in rappresentanza del comune di Savona, “vecchio portuale”, così si è sempre definito, esperto di logistica, ndr) che mi ha un po’ spiegato e mi ha detto che lui è assolutamente contrario, perché dice che non ha alcun senso…».
Quello che arriva adesso, da parte di Carozzi, è un vero è proprio sfogo: «Cioè, tieni conto, in estrema sintesi, non solo non ha alcun senso, cioè, tu sai: io su questo mi son già confrontato con Bucci (il sindaco di Genova, ndr) perché a Bucci gliel’hanno venduta in tutti i modi possibili e immaginabili. Addirittura stamattina mi ha chiamato Spino (Aldo Spinelli, ndr), ah belin, tu sei il più bravo, eccetera eccetera, str…, però l’ha presa alla larga. Io gli ho detto: guarda, sono inc. nero. È probabile anche che me ne vada di lì, perché siete una banda di… belin».
Carozzi a questo punto pronuncia una frase criptica, dal senso indecifrabile: «Meno male che… La realtà è che secondo me, per uscirne vivi noi tre senza dare l’impressione che abbiamo preso la stecca, parlandoci chiaro, come ha preso il tuo… quello che… quello che… che il presidente (per le Fiamme gialle Signorini, l’ex presidente dell’Autorità portuale e poi ad di Iren) definisce “mandante”…».
La Mattina ride: «Si esatto, ma capisci? “Il tuo mandante”, belin, ma ragazzi…». A chi si riferiscano i due non è chiaro. Poi però Carozzi prosegue così: «Chi fa… più casino di tutti e lui! Sì, ma fino a prova contraria Toti (il governatore della Liguria, ai domiciliari per corruzione, ndr) non è il padrone né del porto nella della città…».
E ancora, nel verbale, il giornalista aggiunge: «Per una volta, io credo di essere allineato su quello che diceva Rino: benissimo, certo, gliela diamo però essendo noi molto prudenti, molto attenti, molto a favore del bene comune, aspettiamo un attimo, guardiamo cosa sta succedendo e diamogli due o tre anni di rinnovo». Altre frasi così. «Ci dimettiamo», «teniamo duro». Ma poi finisce che la concessione viene approvata.
(da agenzie)
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