“L’ITALIA POTREBBE DIVENTARE UNA TRAGEDIA EUROPEA”
WOLFGAND MUNCHAU SUL FINANCIAL TIMES: “NESSUN PARTITO ITALIANO HA PROMESSO RIFORME SERIE”… “SE L’ECONOMIA GLOBALE VA GIU’, TRASCINERA’ L’ITALIA NEL BARATRO”
“Le carenze dell’Italia potrebbero essere una tragedia Ue“, in quanto “l’Italia non è la sola fonte potenziale di futura instabilità economica ma è la più prevedibile”.
In questo contesto, “nessuna società può mantenere un consenso pro-europeo insieme a uno stato di calamità economica permanente”.
E’ quanto scrive l’analista Wolfgang Munchau in un commento sul ‘Financial Times’. Di fronte una situazione internazionale sempre più a rischio con la guerra dei dazi Usa, “un rallentamento economico sarebbe tossico per l’eurozona — e per l’Italia”, avverte Munchau, dove “nessun partito politico italiano ha promesso riforme serie” e, alla luce del risultato elettorale, i vincitori M5S e Lega “hanno minacciato di far partire l’esatto opposto del rigore fiscale”.
E, quindi, “se l’economia globale va giù, porterà l’Italia con sè”.
I mercati, però, sono la momento calmi. Secondo l’analista questo è dovuto a “due errori di giudizio”.
Il primo, che il presidente della Bce Mario Draghi garantisca la stabilità sino alla fine del suo mandato a fronte di un nuovo governo che violi le regole fiscali.
Secondo, che “l’establishement troverà sempre un modo di tenere gli estremisti alla larga dal potere”.
Ma ormai questo non è più possibile in quanto “quello che vediamo è la risposta prevedibile di decenni di politiche economiche che non sono riuscite a produrre posti lavoro per i giovani”.
Nuove elezioni non risolverebbero il problema. “E’ stata la tragedia dell’eurozona che l’Italia sia troppo grande da salvare e troppo grande da essere lasciata fallire”, e tuttora non esiste uno strumento Ue per affrontare una crisi del genere.
E, sottolinea Munchau, “le chances politiche di una tale riforma” da parte di Parigi e Berlino “sono pari a zero”.
Quindi, conclude, “sino a che le cose restano così, siamo sicuri di definire un periodo di stabilità economica come il tempo tra due crisi”.
(da “Huffingtonpost”)
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