L’ITALIA SCEGLIE IL NO, RENZI SI DIMETTE: “MI ASSUMO LE MIE RESPONSABILITA’, SONO DIVERSO”
IL NO AL 59,5%, IL SI’ AL 40,5%… SI RIAPRE LA CACCIA A UNA POLTRONA, RENZI RIPRENDE AD AVERE LE MANI LIBERE E CON UN 40% DI CONSENSI PERSONALI ORA GIOCHERA’ DI RIMESSA
L’Italia ha votato e, con l’80% dei seggi scrutinati, vince il No col 59,4% dei voti e il Sì fermo a 40,6%, con una percentuale di affluenza del 68,4%.
«È comunque una festa della democrazia – ha commentato Matteo Renzi da Palazzo Chigi – in cui i cittadini si sono riavvicinati alla Costituzione, alla Carta con le regole del gioco. Viva l’Italia che non sta alla finestra, che decide, che crede nella politica. Le mie congratulazioni al fronte del No, questo risultato dà ai leader di questo fronte gli oneri e gli onori. A loro sta il compito, ora, di avanzare proposte serie e concrete per riformare le regole del gioco a partire dalla legge elettorale- Volevamo vincere, non partecipare, e io mi assumo tutte le responsabilità di questa sconfitta».
«In Italia non vince mai nessuno ma non perde mai nessuno. Io sono diverso e dico ad alta voce, anche se con il nodo in gola, che ho perso».
«Quando uno perde non può fare finta di nulla, non possiamo permetterci di galleggiare. Andiamo via senza rimorsi perchè abbiamo combattuto la nostra battaglia. Questa esperienza politica finisce qui» ha detto Renzi in conferenza stampa da Palazzo Chigi.
«Domani riunirò il consiglio dei ministri e poi consegnerò le mie dimissioni al Presidente della Repubblica».
Renzi segue il piano B: non farsi logorare da un altro anno di “galleggiamento”, dimostrarsi coerente di fronte al 40-41% di italiani che hanno votato Si, recuperare le mani libere alla guida del Pd, lasciare “all’accozzaglia” variegata del No il compito di trovare un improbabile accordo sulla legge elettorale e prepararsi alle future elezioni politiche.
Una abile mossa che spiazza la minoranza dem che ora deve metterci la faccia e non può più giocare di rimessa.
Il passaggio del discorso di Renzi “ora spetta a chi ha vinto formulare proposte” è teso ad evidenziare le divisioni che emergeranno tra i partiti che finora avevano trovato coesione solo nell’anti-renzismo.
E su questo Renzi punta per dimostrare che “un altro governo” non sarà all’altezza del suo. E ha già anticipato i temi della futura campagna elettorale: quello che nei mille giorni lui ha fatto e quello che non faranno gli altri.
Qualcuno pensa che in fondo Renzi ha abilmente teso una trappola a tutti i suoi avversari per giocare a campo aperto, come a lui piace, senza più il peso, nell’ultimo anno di legislatura, del governo del Paese.
Con un centrodestra in disfacimento e senza futuro, con una minoranza interna Dem divisa, sa che la partita è tutta con i Cinquestelle.
Ma come sarà il M5S tra un anno nessuno lo può dire, visto quanto sta emergendo tra firme false e malgoverno della Raggi della Roma.
E un conto è rispondere da premier, altra cosa da segretario di partito.
Sarà un Renzi da battaglia , in fondo è il terreno a lui più congeniale.
E chi pensa oggi di aver vinto, potrebbe accorgersi tardivamente che ha vinto la battaglia sbagliata e perso la guerra più importante.
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