L’OPINIONISTA ZEMMOUR, UNA LUNGA SERIE DI CONDANNE PER INCITAMENTO ALL’ODIO RAZZIALE, VALUTA LA CORSA PER L’ELISEO E FA TREMARE MARINE LE PEN
ZEMMOUR E’ QUOTATO AL 13% E I DUE CANDIDATI SOVRANISTI RISCHIANO UNA SOVRAPPOSIZIONE DI PROGRAMMI CON UNA EMORRAGIA DI CONSENSI PER MARINE LE PEN
Alle prossime elezioni presidenziali del 2022, l’estrema destra francese rischia il sovraffollamento. Alla corsa per l’Eliseo potrebbe partecipare anche Eric Zemmour, controverso editorialista del Figaro e volto noto dell’emittente CNews, famoso per le sue posizioni anti-immigrazione e anti-Islam.
Una figura apprezzata dagli elettori di quella destra estrema e ultra-conservatrice “hors le mur” (fuori le mura, in italiano), stanca del restyling lanciato da Marine Le Pen che chiede un ritorno alle origini.
La notizia è nell’aria da settimane, ma il diretto interessato al momento si limita a mandare qualche segnale senza sciogliere completamente la riserva. “Forse bisogna passare all’azione”, ha detto ieri sera Zemmour in un’intervista rilasciata a Le Livre Noir, media on line ultraconservatore. “Faccio sempre più proposte, penso sempre di più a come applicare quello che dico”, ha spiegato l’opinionista, lasciando intendere che una riflessione è in corso
Da anni corteggiato dall’estrema destra francese, Zemmour si è sempre rifiutato di candidarsi portando i colori di un partito. Nel 2019 la sua intesa con Marion Maréchal, ex deputata del Front National e nipote della Le Pen, aveva alimentato le fantasie di diverse testate d’oltralpe, che già vedevano una “unione delle destre” mai realizzatasi.
Secondo Politico, Zemmour sarebbe già in cerca di un direttore per la campagna elettorale. In quest’ottica nei giorni scorsi questo si sarebbe rivolto a Patrick Stefanini, volto noto della destra francese che ha seguito Jacques Chirac nel 1995 e François Fillon nel 2017. La notizia è stata confermata dallo stesso Stefanini, che ha ammesso di aver recentemente visto il giornalista, spiegando però di non voler prendere al momento “il minimo impegno presidenziale”. “Le differenze ideologiche su certi temi, come l’Europa, sono troppo forti, l’affare non dovrebbe concludersi sebbene Eric lo sognava”, ha rivelato una fonte al settimanale L’Express.
In effetti, l’aspirante candidato potrebbe avere qualche difficoltà nel formare un’équipe. Celebre per le sue provocazioni, Zemmour vanta un lungo curriculum di condanne per incitamento all’odio razziale.
L’ultima, in ordine di tempo, è la maxi multa da 200 mila euro inflitta a marzo dal Consiglio superiore dell’audiovisivo (Csa) a CNews, per dei commenti sugli immigrati minorenni non accompagnati, descritti come “ladri”, “stupratori” e “assassini”. Un episodio sul quale sta indagando anche la procura di Parigi.
Ma l’emittente televisiva di Vincent Bolloré non sembra essere per niente imbarazzata dal suo opinionista, che dopo essere diventato ospite fisso della trasmissione “Face à l’Info” nell’ottobre del 2019 ha fatto schizzare gli ascolti alle stelle in meno di un anno, con un aumento del 220% degli spettatori tra febbraio e maggio del 2020 secondo i dati di Mediametrie. Squadra che vince non si cambia, quindi, per buona pace della redazione, che ha preso le distanze da certe affermazioni.
Malumori anche tra i giornalisti del Figaro. “È evidente: non si può essere giornalista al Figaro e allo stesso tempo candidato alla presidenziale”, ha garantito il direttore Alexis Brezet, rispondendo alle preoccupazioni dei dipendenti. Ma l’imbarazzo nella redazione è causato anche dalle recenti accuse di molestie sessuali rivelate da “Mediapart”, citando alcune donne.
Al momento, però, il giornale non ha lanciato nessuna inchiesta interna, preferendo la via del silenzio nell’attesa di conoscere la decisione del suo editorialista su una eventuale candidatura.
Una prospettiva che spaventa Marine Le Pen. “Qual è l’interesse di una simile candidatura?”, si è chiesta intervenendo ai microfoni del “Grand Jury Rtl – Le Figaro – Lci” la leader del Rassemblement National, che con l’arrivo di Zemmour si dovrebbe confrontare con un alter ego più volte elogiato in passato.
Come nel 2012, quando la presidente dell’allora Front National difese il giornalista, accusato di razzismo e maschilismo per delle dichiarazioni sulla ministra della Giustizia, Christiane Taubira.
Il rischio per la principale sfidante del presidente Emmanuel Macron non è certo quello di vedersi sorpassata a destra, visto che un sondaggio pubblicato a febbraio dall’Ifop dà Zemmour solamente al 13%. Le Pen teme invece una sovrapposizione di programmi che gli porterebbe via quella fetta di voti decisiva per battere Macron.
In questi ultimi mesi il dibattito politico si è polarizzato sui temi della sicurezza, spostando l’ago della bilancia nettamente a destra. Un falso tema secondo l’opinionista: “la sicurezza è un problema perché viviamo un cambiamento di popolazione e una guerra di civilizzazione”. Zemmour vuole ergersi al di sopra del dibattito e per questo fa leva sulle tesi dello scrittore Renaud Camus riguardanti la “Grande Sostituzione” dei popoli occidentali da parte degli immigrati islamici, tanto care a quell’estrema destra francese che strizza l’occhio alla sfera complottista.
Così, a meno di un anno da voto, la sfida per l’Eliseo si polarizza ancora di più a destra
(da Huffingtonpost)
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