MA CHE ACCANIMENTO GIUDIZIARIO, LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE SULLE TASSE EVASE DA CRAXI PER 10 MILIARDI E’ SEMPLICE GIUSTIZIA
GLI EREDI NON DOVRANNO PAGARLE IN QUANTO HANNO RINUNCIATO ALL’EREDITA CON BENEFICIO D’INVENTARIO, MA SE FAI RICORSO E HAI TORTO E’ NORMALE CHE DEVI PAGARE LE SPESE PROCESSUALI (IN QUESTO CASO 20.000 EURO)… E SALVINI PERDE UNA OCCASIONE PER TACERE
È morto da più di ventuno anni Bettino Craxi, ma il suo nome continua a scatenare polveroni mediatici (e non solo).
Questa volta non per un dibattito sulla figura politica e sulle responsabilità giudiziarie legate a Tangentopoli. La polemica stavolta è esplosa dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla famiglia contro l’Agenzia delle Entrate avverso la sentenza della Commissione tributaria regionale della Lombardia dell’aprile 2014.
La controversia riguardava l’impugnazione di due avvisi di accertamento emessi nei confronti di Craxi per recuperare le tasse su “redditi diversi e di capitale” per il 1992 e il 1993, per un imponibile complessivo di oltre 23 miliardi e mezzo di vecchie lire, con una maggiore Irpef da pagare pari a 10,7 miliardi di lire (oltre alle sanzioni).
I giudici hanno condannato i ricorrenti al pagamento di oltre 20 mila euro di spese legali.
Nell’ordinanza della Cassazione si legge che “i documenti indicati in sentenza (della Commissione tributaria regionale, ndr) delineano un quadro probatorio idoneo a suffragare le pretese erariali, nel quale domina la figura del signor Benedetto Craxi, la cui attività risulta documentata dalla movimentazione, per il tramite di terze persone, del conto corrente International Gold Coast, materialmente riconducibile al Craxi medesimo”. Secondo i giudici, quindi, i soldi del Psi, depositati sul conto svizzero denominato “International Gold Coast” sarebbero stati nella completa disponibilità di Craxi e non in quella del partito.
“Le ingiustizie e l’accanimento nei confronti di Bettino Craxi e della sua famiglia non sembrano avere fine – tuona la senatrice di Forza Italia Stefania Craxi, figlia dello scomparso leader socialista – nonostante il trascorre degli anni e nonostante la verità su quella stagione siano ormai sotto gli occhi di tutti”
Il secondogenito di Bettino, Bobo Craxi, in un’intervista al Corriere della sera chiarisce alcuni aspetti importanti: “Mio padre è morto e noi abbiamo rinunciato all’eredità. Prima con il ‘beneficio di inventario’, separando la nostra posizione dalla sua. E poi del tutto”.
Prevista dal codice civile, l’accettazione con beneficio d’inventario limita la responsabilità dell’erede al valore dell’attivo ereditario, evitandogli di compromettere il proprio patrimonio nel caso in cui emergano debiti rilevanti nell’eredità.
“Sapevamo che mio padre aveva pendenze fiscali – prosegue Bobo Craxi -. Ma non c’era nessun conto suo. I magistrati ne hanno attribuito a lui uno intestato a terzi. Se poi mi chiede della natura illegale dei finanziamenti, è un segreto che mio padre non ha portato nella tomba: l’ha detto in Parlamento. In ogni caso sono passati 30 anni”.
E ribadisce che “nulla è dovuto perché c’è il beneficio di inventario”.
In sostanza nessuno chiede agli eredi 10 miliardi di tasse evase da Craxi per i 23 miliardi che aveva in Svizzera, ma solo 20.000 euro perchè gli eredi avevano fatto ricorso di fronte alla Commissione tributaria. Cosa alla quale non erano obbligati.
Chi dimostra di non aver capito nulla nel merito è Salvini che interviene: “Solidarietà a Stefania Craxi per una vicenda che appare illogica e grottesca, un accanimento gratuito verso la famiglia di un uomo che non c’è più. Anche per questo serve al più presto una seria riforma dell’intero sistema Giustizia”
Considerazione che non c’entrano una mazza.
(da agenzie)
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