NEL PDL SONO TUTTI GUARDIANI DELLA RIVOLUZIONE: E’ UN FIORIRE DI FONDAZIONI, MA GUAI A CHIAMARLE CORRENTI
PIU’ CHE GUARDIANI DI UNA RIVOLUZIONE CHE NON HANNO FATTO, SEMBRANO PADRI GUARDIANI DELLA CONVENTICOLA… POCHI FRA’ GALDINO CHE CERCANO NOCI E TANTI LUSSURIOSI CHE CERCANO UN POSTO AL SOLE… CRITICANO FINI PER AVER FATTO UNA CORRENTE, SALVO POI CREARNE DIECI LORO
Ci mancava pure la Gelmini, adesso siamo al completo.
Due giorni fa, sulle sponde del lago di Garda, è nata l’ennesima fondazione che riunisce esponenti del Pdl: insieme alla Mariastella, altri due noti intellettuali, come Sandro Bondi e Franco Frattini.
Scopo non ufficiale è quello di rintuzzare le velleità egemoniche delle truppe capitanate da La Russa e Gasparri che ormai giocano da soli.
Ufficialmente è solo “dialettica interna”, ma fondamentale per determinare pesi e ruoli in vista del futuro congresso (se mai si farà ) e del dopo Silvio.
La nascita della Fondazione “Liberamente” ha però già creato tensioni interne con Giorgio Stacquadanio e il suo Predellino, tutti auto-proclamatisi da tempo portatori dell’ortodossia berlusconiana.
Se in principio era il Verbo, ovvero lo scopo era quello di contrastare Fini che “con Generazione Italia e FareFuturo funzionano fin troppo bene”, il premier gradualmente si è vista sfuggire la situazione di mano.
I colonnelli di An mantengono ciascuno la propria corrente e fanno convention milionarie con la “Nostra Destra”, Tremonti ha “Respublica”, Cicchitto conta su “Riformismo e Libertà “, la Brambilla i “promotori della Libertà “, Quagliariello ha Magna Carta, Valducci i Club della Libertà .
Senza contare le associazioni minori, i relativi siti e le realtà locali appoggiate ai vari leader, le riviste, i quaderni, le biro.
Non è un caso che lo stesso Berlusconi sia sbottato contro le correnti interne, senza stavolta riferirsi a Fini: “Stiamo cercando di farci del male da soli, non dobbiamo aprirci a correnti, ma restare uniti”.
Non è un caso che il premier sia piuttosto seccato con Alemanno che in una intervista al “Foglio” ha dichiarato: “il dopo Berlusconi sarà governato da un gruppo di dieci, venti dirigenti dei quali vorrei far parte”.
A quel punto Frattini ha subito voluto precisare che “Liberamente” non è una corrente, mentre Bocchino si è dichiarato lieto del proliferare di fondazioni e sigle che finiscono così per legittimare sempre di più quella finiana.
Ma una considerazione va fatta, al di là delle simpatie: una Fondazione dovrebbe esprimere idee, per giustificare la propria nascita, possibilmente anche non in linea con il vertice, in modo da creare dibattito interno.
Se sono tutte appiattite sul verbo del premier (finchè sarà tale), è un gioco fin troppo evidente che dietro le sigle si celino solo correnti.
Cosa abbiano da dire poi La Russa e Gasparri che non sia noto da tempo o Alemanno che non si sia rimangiato altre volte, non è chiaro.
Per autonominarsi “guardiani della rivoluzione”, bisognerebbe intanto averla fatta.
Se i soggetti assomigliano invece ai guardiani dela conventicola, al massimo possono aprire e chiudere il portone, in attesa dell’orario dei pasti, peraltro poco frugali.
Il Pdl è pieno di promotori, fondatori, predellini, liberementi, destrivecchi e ferrinuovi, in misura inversamente proporzionale alla loro presenza sul territorio.
Altro che fra’ Galdino in cerca di noci culturali, qua sono tutti abituati a frequentari salotti e cene luculliane.
Sgomitano per un posto al sole, mentre il partito non esiste sul territorio, si presentano abbronzati quando devono mettersi in lista, ma sono rari come i visi pallidi quando si tratta di organizzare appuntamenti con gli elettori.
In attesa che qualcuno affondi, Silvio ha più fondatori che scialuppe di salvataggio in caso di emergenza.
In fondo vale il detto: chi semina vento raccoglie tempesta.
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