NO DI LETTA E RENZI A FRATTINI
“SERVE UN CANDIDATO EUROPEISTA E ATLANTISTA“
Inizieranno alle 15 le votazioni in Parlamento per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. L’orario è stato confermato al primo pomeriggio per permettere ai grandi elettori di partecipare in mattinata ai funerali del deputato di Forza Italia Vincenzo Fasano, deceduto la sera del 23 gennaio, domani invece si voterà a partire dalle 11. Dopo una prima giornata all’insegna delle schede bianche, oggi continuano i movimenti politici per trattare sul nome. Il centrodestra ha fatto sapere che nel pomeriggio presenterà una rosa di candidati: secondo quanto si apprende, sono in corso in queste ore contatti tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani con gli altri della coalizione.Alle 10 è iniziato l’incontro del segretario della Lega Matteo Salvini con i gruppi parlamentari e i delegati regionali del suo partito, durato all’incirca un’ora e conclusosi con una standing ovation per Umberto Bossi. Salvini ha ringraziato pubblicamente l’ex leader della Lega Nord, che per partecipare all’elezione del Presidente della Repubblica è arrivato da Varese in macchina.
La Lega ha dichiarato che non sono in corso trattative con Mario Draghi, che in questi giorni è a colloquio con i partiti: il segretario leghista ha fatto il nome del presidente del Consiglio di Stato ed ex ministro Franco Frattini come nome di coalizione.
Ma la situazione non sembra essere delle più favorevoli per lui: il candidato del centrodestra ha una posizione russofila, e questo potrebbe danneggiare la sua corsa in un momento in cui la crisi in Ucraina impone un’attenzione particolare al tema. Intanto, Fratelli d’Italia ribadisce di voler, a prescindere da tutto, tornare alle urne per rifare il governo. Il capogruppo del partito al Senato, Luca Cirinai, ha detto di avere votato nel primo giorno «scheda bianca come da indicazione del gruppo», in attesa di «capire quale equilibrio politico si sta costruendo».
Il no di Letta e Renzi a Frattini
Alla proposta di Frattini arriva il no di Enrico Letta e Matteo Renzi: il profilo non è ben visto né da Italia viva né dal Partito democratico, come si apprende da fonti da entrambe le parti. L’opinione condivisa è che in una fase delicata per la crisi Ucraina serva un profilo di presidente della Repubblica «europeista e atlantista» – aggettivi con cui si era definito Draghi durante il suo discorso di insediamento alle Camere.
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