NON AVENDO DI MEGLIO DA FARE, CASALEGGIO STUDIA IL MODO PER CACCIARE PIZZAROTTI
ANCORA ATTACCHI SUL BLOG: “LE MANCATE PROMESSE DEL SINDACO DI PARMA”…E SI FANNO VERIFICHE LEGALI PER L’ESPULSIONE…LUI: “C’E’ CHI VERSA FIUMI DI BILE”
Non ha fine la lotta tra Pizzarotti e Grillo. O forse sì.
Se infatti da un lato Grillo e Casaleggio continuano a lanciare frecciate all’indirizzo del sindaco di Parma, lui, ospite di Otto e mezzo, spiega: «Non penso che sarò espulso, la nostra amministrazione è in linea con il M5S, sono i media che cercano di montare un caso fra me e Beppe, io e lui ci siamo parlati e gli obiettivi sono più importanti dei battibecchi».
Il leader dei fuoriusciti
Secondo i beninformati però le cose non stanno affatto così. Non solo la telefonata tra Grillo e Pizzarotti non ha portato pace. Ma, anzi, alla Casaleggio Associati sono partite le verifiche legali per capire come regolarsi nei confronti di un sindaco che ormai non viene più considerato un “Cinque Stelle”, con il temutissimo avvocato Montefusco, quello che preparò le espulsioni di Giovanni Favia e Federica Salsi, di nuovo in campo.
La procedura però non può essere la stessa usata per i parlamentari. A livello locale infatti vengono create delle liste autonome che partono dai MeetUp e che poi eleggono i loro rappresentati.
E questo comporta iter legali diversi, in quanto va revocato l’uso del simbolo.
A non andare giù a Milano anche i risultati ottenuti a Parma dal M5S (19%). Un dato messo in evidenza sul blog sottolineando la mancanza di crescita del consenso della città ducale all’indomani del risultato delle europee.
Poi, un nuovo attacco sul blog firmato da Massimo Bugani, consigliere bolognese, fedelissimo di Grillo. Titolo: «Le mancate promesse di Pizzarotti».
Poi, un testo che non lascia spazio a interpretazioni: «Non mi piace chi fa il furbo e soprattutto non mi piace chi fa il furbo nel M5S», attacca.
E ancora: «Pizzarotti disse che avrebbe fatto un referendum se non fosse riuscito a bloccare l’inceneritore. Quindi va al dunque e affronta la questione della leadership del M5S: «Sentire poi che oggi, in risposta alla domanda “lei sarà il leader dei fuoriusciti?” – scrive Bugani – invece che dire “No, non ci penso nemmeno”, è stato detto “ho già molti impegni e il prossimo anno sarò anche presidente della Provincia” è roba da fare accapponare la pelle, almeno la mia».
«Solo chi ama essere ambiguo, non riesce mai ad essere chiaro», conclude il consigliere comunale di Bologna.
E sempre nella logica dei post e contro post, Pizzarotti replica su Facebook parlando di «bile e cattiverie». Il tutto mentre nei commenti gli attivisti si schierano con il sindaco supplicando Grillo di non fomentare guerre intestine, con gli stessi parlamentari ed esponenti che faticano a condividere la linea dura.
Numeri alla mano
Il nodo Pizzarotti però rimane lì, che piaccia o meno ai fautori della linea democratica. Se infatti da un lato alla Casaleggio associati si lavora per capire come fare a risolvere “la questione Pizzarotti”, c’è la convinzione che il sindaco di Parma stia tramando nell’ombra per diventare il leader dei dissidenti grillini e per dare vita a nuova formazione politica.
Un’ipotesi che alla luce delle dichiarazioni fatte non suona del tutto campata per aria. E che vede Pizzarotti alla prese con una fronda di esponenti del Movimento a Parma che nei giorni scorsi hanno creato una lista alternativa sotto il nome di Amici di Beppe Grillo per dimostrare il loro dissenso nei confronti della Giunta.
Ma soprattutto, a far infuriare Casaleggio e Grillo, sono i risultati numerici.
Quelli delle elezioni europee, si diceva. E quelli delle nuove iscrizioni di attivisti, considerati troppo bassi rispetto al resto dell’Emilia Romagna.
Capitan Pizza, insomma, ( questo il soprannome affibbiatogli sul blog) non sta portando acqua al mulino dei Cinque Stelle. E sta mettendosi troppo in mostra tra televisioni, ospitate e dichiarazioni politiche su questioni che non gli competono (leggi il metodo di selezione dei candidati alle europee).
Altro nodo cruciale, quello dell’inceneritore. Ed è proprio sull’accensione del termovalorizzatore di Ugozzolo che Grillo e Casaleggio potrebbero decidere di puntare per chiedere una verifica del mandato di Pizzarotti, “reo” secondo i vertici del M5S, di non essersi opposto all’avvio dell’impianto, dopo aver promesso il contrario in campagna elettorale.
Gli appigli per Grillo e Casaleggio dunque ci sono tutti. Ma tra i parlamentari e la base serpeggia agitazione.
C’è il timore infatti che questa diatriba non giovi per nulla al Movimento Cinque Stelle e distolga l’attenzione sulle tante questioni delicate in ballo, Europa in testa.
Marta Serafini
(da “il Corriere della Sera“)
Leave a Reply