PAPA FRANCESCO: “NELLA FINANZA E’ NORMALE SACRIFICARE I PIU’ DEBOLI, BASTA CON LA CULTURA DELLO SCARTO”
INTERVISTA A CIVILTA’ CATTOLICA: “I DISCORSI SOVRANISTI DI OGGI RICORDANO HITLER NEL 1933”
“Alcuni governi hanno preso misure esemplari, con priorità ben definite, per difendere la popolazione. Ma ci stiamo rendendo conto che tutto il nostro pensiero, ci piaccia o non ci piaccia, è strutturato attorno all’economia. Si direbbe che nel mondo finanziario sacrificare sia normale. Una politica della cultura dello scarto. Da cima a fondo”.
Lo dice Papa Francesco in un’intervista allo scrittore e giornalista britannico Austen Ivereigh sulla crisi mondiale provocata dalla pandemia, la cui traduzione italiana è pubblicata da Civiltà Cattolica.
“Penso per esempio alla selettività prenatale – spiega il Pontefice -. Oggi è molto difficile incontrare per strada persone con la sindrome di Down. Quando la si vede nelle ecografie, li rispediscono al mittente. Una cultura dell’eutanasia, legale o occulta, in cui all’anziano le medicine si danno fino a un certo punto”.
“Penso all’enciclica di papa Paolo VI, la Humanae vitae – continua nell’intervista -. La grande problematica su cui all’epoca si concentravano i pastoralisti era la pillola. E non si resero conto della forza profetica di quell’enciclica, anticipatoria del neomalthusianismo che stava preparandosi in tutto il mondo. È un avvertimento di Paolo VI riguardo all’ondata di neomalthusianismo che oggi vediamo nella selezione delle persone secondo la possibilità di produrre, di essere utili: la cultura dello scarto”.
“I senzatetto restano senzatetto – aggiunge Francesco -. Giorni fa ho visto una fotografia, di Las Vegas, in cui erano stati messi in quarantena in un parcheggio. E gli alberghi erano vuoti. Ma un senzatetto non può andare in un albergo. Qui la si vede all’opera, la teoria dello scarto”.
Il Pontefice afferma ancora: “Oggi, in Europa, quando si cominciano a sentire discorsi populisti o decisioni politiche di tipo selettivo non è difficile ricordare i discorsi di Hitler nel 1933, più o meno gli stessi che qualche politico fa oggi”.
(da Globalist)
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