PD, SFIDA FRA CORRENTI: BERSANIANI IN TRINCEA
VELTRONI LANCIA RENZI SEGRETARIO: “E IL LEADER SIA CANDIDATO PREMIER”
Saranno le scelte di Matteo Renzi a spostare gli equilibri del Pd.
Il corpaccione del partito è in movimento. Lunedì si riunisce la commissione per il congresso, formalmente inizia il percorso per eleggere il nuovo segretario e lo scontro sulle regole (primarie aperte a tutti o solo per gli iscritti; leadership debole e premiership forte) è la cartina di tornasole della sfida politica.
Un movimento scomposto, che vede l’offensiva di Bersani, l’ex leader; documenti e lettere inviati al segretario Epifani per denunciare (il correntismo) o per marcare le differenze: la riunione di Areadem, corrente di Dario Franceschini.
Correnti e spifferi, le chiama Renzi.
E verrebbe voglia di rovesciare il tavolo? «La tentazione a volte c’è perchè non si sa chi fa scacco matto…
«Comunque, «indifferente» – così si dichiara il “rottamatore” – a tutte queste riunioni di ex («ex segretario, ex ds»), perchè lui è per «next», il futuro prossimo.
Il sindaco fiorentino per orasi limita a dire che il Pd dovrebbe aprire le finestre, fare entrare «aria nuova e gente nuova», restituendo un po’ di speranza, invece di inutili discorsi che poi portano alla sconfitta. Non scioglie la riserva sulla sua candidatura come successore di Epifani.
A tirare la volata a Renzi è Walter Veltroni.
Dopo il gelo in fase rottamazione, tra Veltroni e il sindaco è ripreso il feeling.
«Renzi si candidi – esorta il fondatore del Pd – e il segretario democratico resti anche il candidato premier, è bene non cambiare lo Statuto».
Aggiunge, poi: «Le primarie siano aperte e Matteo sia più profondo, non bastano le battute».
In questo mosaico di posizionamenti, Franceschini a sua volta apre al sindaco fiorentino: «Le regole vanno concordate con Renzi», osserva. Nel vertice mattutino con Piero Fassino, Antonello Giacomelli, Marina Sereni e Ettore Rosato, il ministro per i Rapporti con il Parlamento non rompe con Bersani però non condivide l’impostazione che i bersaniani voglio dare al congresso.
La prima faglia si aprirà lunedì con l’elezione del presidente della commissione per il congresso: Bersani e Epifani punterebbero su Zoggia, che è a capo dell’organizzazione del partito.
Ipotesi che scatena la protesta dei “giovani turchi”, la sinistra del partito.
«Zoggia non èneppure pensabile, proprio perchè ha già un altro ruolo», attacca Francesco Verducci. «Almeno sul percorso troviamo equilibrio – invita Giacomelli, vice presidente dei deputati del Pd – . I documenti di queste ore? Poco convincenti, sinceramente. Siamo preparatissimi sull’organizzazione di competizioni interne ma l’attitudine al confronto di idee è un po’ arrugginita».
Pentito sulla rottamazione, Renzi? «No, casomai pentito diavere fatto troppo poco, perchè oltre ai politici bisogna rottamare le politiche, nel senso delle scelte politiche…
Invece di ascoltare i consigli di D’Alema di non esporsi troppo mediaticamente, ieri sera il sindaco è in tv, al Tg2, e detta due o tre cose che contribuiscano a fare uscire il Pd dall’afasia sull’agenda del governo.
Anche Epifani bacchetta sulle cose da fare. Il segretario su Facebook chiede al governo Letta di trovare soluzioni su «lavoroper i giovani, l’Imu e no all’aumento dell’Iva».
E si prepara sabato all’incontro con i socialisti europei a Parigi e con Hollande.
Tutta la sinistra riprende respiro e iniziative.
Oggi si riunisce “Rinnovamento della sinistra” con Nichi Vendola e Maurizio Landini. Domani mattina al Capranichetta il nuovo “Movimento 139” del sindaco di Palermo Leoluca Orlando e di Felice Belisario.
Giovanna Casadio
(da “La Repubblica“)
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