ORA BERLUSCONI TEME CHE IL PD APRA AI TRANSFUGHI CINQUESTELLE
IL PDL TEME IL RITORNO ALLE URNE, IL PD DEVE RISOLVERE LE LOTTE INTERNE: LE LARGHE INTESE VANNO AVANTI PER INEDIA
Lo scarno intervento parlamentare del ministro dell’Economia Saccomanni ha reso esplicite le difficoltà in cui si dibatte il governo.
Taglio dell’Imu e blocco o rinvio dell’aumento Iva previsto dal primo luglio insieme non si possono fare.
E non è neppure detto che la rata Imu sospesa a giugno possa essere del tutto cancellata. Occorrerebbero scelte e accordi politici chiari all’interno della larga maggioranza: ma è difficile, se non impossibile, costruirli nel clima attuale, con i due maggiori partiti impegnati ad affrontare le loro questioni interne e intenti a scrutarsi a distanza, per capire se e quanto l’intesa che sorregge il governo possa durare.
Berlusconi ha spiegato ai suoi che il governo deve andare avanti il più possibile e che non saranno le sentenze che lo riguardano, e stanno per essere pronunciate, a convincerlo a rompere per andare a nuove elezioni.
Il Cavaliere è consapevole che il centrodestra non è affatto pronto a un nuovo appuntamento elettorale e una parte degli eletti potrebbe perfino staccarsi, pur di evitare un altro scioglimento delle Camere.
Per questo preferisce aspettare, vedere dove andrà a sfociare la lunga campagna precongressuale del Pd, e se Renzi riuscirà o meno ad averla vinta.
Ma in un angolo della sua mente si fa più forte il sospetto che una parte del Pd stia lavorando alla costruzione di una maggioranza alternativa con i transfughi del Movimento 5 stelle, che potrebbe essere accelerata dalla crisi del rapporto tra Grillo e i suoi parlamentari.
La festa per la vittoria alle amministrative, nel Pd, è durata poco.
Il documento promosso da Bersani costituisce una reazione ai timori, diffusi all’interno del partito, che un accordo tra Letta e Renzi accompagnato dalla formazione di un correntone centrale possa determinare gli equilibri del congresso già prima che la data sia decisa.
Di qui la spinta per condizionare l’elezione del segretario con regole strette, sul genere di quelle che bloccarono l’ascesa del sindaco di Firenze nelle ultime primarie.
Insomma ognuno pensa ai propri problemi.
E, soprattutto all’interno del centrosinistra, la vigilia congressuale alimenta continue manovre e impedisce decisioni chiare.
In questa cornice trovare un compromesso all’interno della maggioranza sulle scelte più urgenti del governo o sull’iter delle riforme istituzionali è diventato davvero arduo.
Lo ha capito bene Napolitano, che non a caso è tornato a richiamare i partiti alle loro responsabilità .
Marcello Sorgi
(da “La Stampa“)
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