POS, I FALSI MITI DA SFATARE: COMMISSIONI IN LINEA CON L’EUROPA E IL CASH E’ PIU’ COSTOSO
TRA FURTI, TRASPORTO VALORI ED ERRORI NEI CONTEGGI, AVERE SOLDI IN CASSA COSTA 4 VOLTE DI PIU’ DELLE CARTE ELETTRONICHE
Pos della discordia, quanto mi costi? Non più che altrove in Europa, meno del contante. Mentre impazza la polemica sulla scelta del governo Meloni di esentare dalle multe chi rifiuta i pagamenti digitali fino alla soglia di 60 euro, la domanda sorge spontanea.
Un po’ di contesto, intanto. I pagamenti con carta sono in crescita: quest’anno, stima il Politecnico di Milano, viaggiano verso 400 miliardi e potrebbero superare il 40% del totale speso dagli italiani, riducendo il gap d’uso con la cartamoneta.
Nel tempo, lo scontrino medio del pagamento elettronico è sceso a 47,5 euro: significa che diventa sempre più popolare, non solo confinato agli acquisti “importanti”. Ma rispetto all’Europa siamo ancora indietro: 24esimi su 27 per pagamenti con carta pro-capite. La media è di 170, noi ci fermiamo a 114.
Dando per assodato il ruolo anti-sommerso dei pagamenti tracciabili — ricordato, da ultimo, dalla Corte dei Conti in audizione sulla Manovra — e il volano alla digitalizzazione delle imprese e dei servizi, anche pubblici, resta aperta la questione dei costi.
Che sono compositi: in linea di massima, dietro un Pos c’è un canone, una commissione e talvolta un prezzo d’attivazione. Il balzello variabile, secondo Global Data, è da noi dello 0,7%: meno di Germania (1,3%) e Regno Unito (0,8%), più di Francia o Spagna.
Un dato, però, schiacciato verso il basso dal peso della Grande distribuzione organizzata, che spunta condizioni migliori (e non a caso è fortissima sul mercato iberico e transalpino).
SosTariffe a settembre stimava costi variabili tra l’1,4 e l’1,7% tra bancomat e carte, un punto percentuale in meno di cinque anni prima.
A spulciare le offerte delle banche, oggi sul suo sito Unicredit propone 0,9%, Intesa 1,8%. Nel primo caso c’è un canone da 2,9 euro al mese, nel secondo è azzerato, ma con un’attivazione da 60 euro.
Sempre secondo il portale, nella media del mercato la spesa iniziale per i terminali si è ridotta a 23 euro (-66% in cinque anni) e il canone mensile è sceso a 6,60 euro (-64%).
I contratti, poi, cambiano a seconda del volume d’affari degli esercenti: alcuni azzerano i canoni superata una certa soglia di transato. Altri, lamentano i negozianti, prevedono comunque dei minimi fissi.
Più si hanno le spalle larghe, più si risce a contenere la parte variabile. Molte banche hanno sospeso le commissioni per le transazioni di importo minore: Unicredit fino a 10 euro, per chi fattura meno di 5 milioni. Intesa ha da poco annunciato che non si pagheranno per tutto il 2023 fino a 15 euro, il circuito Bancomat fino a 5.
Sulle commissioni per l’incasso con carte esiste poi un credito d’imposta al 30% per chi fattura fino a 400mila euro. Quando fu introdotto, dal governo Conte, la Ragioneria dello Stato indicò una platea di 3,1 milioni di partite Iva, sulla quale stimò che gravasse un costo delle commissioni da 180 milioni.
Una giungla che, certo, fa sembrare la banconota semplice e conveniente. Ma è solo apparenza, dice la Banca d’Italia in un’indagine del 2020: il contante può «essere percepito quale mezzo di pagamento più economico se commisurato alla singola transazione (0,19 euro)» ma «in percentuale del valore della transazione, il costo privato del contante (1,10%) risulta il più elevato a causa dei maggiori oneri» non immediatamente visibili. Pesano furti, trasporto valori, assicurazioni, gli errori materiali nel dare il resto, o riconciliare la giacenza nel cassetto con gli scontrini.
Voci che portano il costo annuo complessivo per gli esercenti «nell’ordine di 3,8 miliardi di euro», su un totale per il nostro sistema economico di 7,4 miliardi. Valore, quest’ultimo, «4 volte superiore a quello delle carte di pagamento».
Di contro, dice ancora via Nazionale, «il costo di una operazione con carte appare più basso del contante se misurato in termini percentuali sull’importo transato (0,65 per cento)».
(da agenzie)
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