PUIGDEMONT: “CATALOGNA STATO SOVRANO MA SOSPENDIAMO DICHIARAZIONE INDIPENDENZA”
PER MADRID E’ SECESSIONE…. ORA POTREBBE APPLICARE L’ART 155 DELLA COSTITUZIONE CHE PREVEDE LA DESTITUZIONE E L’ARRESTO DEL GOVERNATORE E UN COMMISSARIAMENTO DELLA REGIONE
Assume il mandato affinchè la Catalogna diventi uno “stato indipendente sotto forma di Repubblica”, ma allo stesso tempo sospende “la dichiarazione di indipendenza per avviare il dialogo, perchè in questo momento serve a ridurre la tensione“.
Una soluzione a metà quella del presidente catalano Carles Puigdemont, che parla così davanti al Parlamento di Barcellona nel suo attesissimo discorso dopo il referendum del primo ottobre.
Il governatore ha quindi usato la “formula slovena”: Lubiana, infatti, aveva seguito lo stesso iter al momento della separazione da Belgrado: aveva dichiarato l’indipendenza, ma l’aveva sospesa per sei mesi, per arrivare a un divorzio negoziato con Belgrado.
Così anche Puigdemont lancia un messaggio a Madrid per cercare la mediazione e avviare le trattative.
Per il governo centrale il suo messaggio ha un solo senso: è una dichiarazione di secessione dalla Spagna.
Quindi Rajoy, scrive El Pais, prepara una “risposta” alla presa di posizione del presidente catalano. Secondo fonti del governo citati dall’agenzia Efe, l’esecutivo considera “inammissibile fare una dichiarazione implicita d’indipendenza per lasciarla in sospeso in modo esplicito”.
Altre fonti d Madrid lasciano filtrare una dichiarazione più netta: “Si prevede che il governo applichi l’articolo 155 della Costituzione”. Cioè quella legge che consente di destituire il governatore, arrestarlo per “ribellione” e sospendere l’autonomia catalana.
Erano le ore 19 e 41 quando Puigdemont aveva dichiarato l’indipendenza.
“Si è creato un consenso amplissimo e trasversale sul fatto che il futuro dovessero deciderlo i catalani con un referendum”, ha detto il governatore nel suo discorso, sottolineando che “milioni di cittadini sono arrivati alla conclusione che l’unica soluzione” fosse “che la Catalogna potesse diventare uno Stato, e il risultato delle ultime elezioni al Parlamento catalano è stato la dimostrazione”.
§Ma a replicargli in aula è la leader dell’opposizione Inès Arrimadas, secondo cui quanto accaduto oggi “è la cronaca di un golpe annunciato”.
E aggiunge: “Voi siete i peggiori nazionalisti d’Europa” e “non avete alcun sostegno: signor Puigdemont, lei è solo”.
Il discorso doveva iniziare alle 18, ma è stato rinviato di un’ora, deciso dopo che alle 18 la presidente dell’assemblea Carme Forcadell ha ricevuto due richieste.
Una di Puigdemont che chiedeva un rinvio di un’ora e un’altra dei capigruppo di Pp e Ciudadanos che chiedevano una sospensione della seduta.
Forcadell ha convocato una riunione dell’ufficio di presidenza e della giunta dei capigruppo per esaminare le due richieste. Ad ascoltare il governatore circa 30mila persone che si sono radunate nella zona intorno al Parlamento locale a Barcellona, dove sono stati piazzati due maxi schermi.
L’articolo 155 della Costituzione
E’ già sul tavolo del governo di Madrid come meccanismo di risposta. L’articolo è semplice nella sua forma ma di delicata applicazione.
Nessun governo, in 40 anni, ne aveva mai considerata l’adozione: per questo non è mai stato trasformato in legge. Si tratta quindi, come segnala il quotidiano catalano La Vanguardia, di una misura di carattere eccezionale che implica il controllo politico delle comunità autonome da parte dello Stato centrale.
Il testo prevede infatti che il governo possa adottare “le misure necessarie” per “obbligare” con la forza una comunità autonoma al rispetto “degli impegni” che la Costituzione, o altre leggi, impongono e, nel caso in cui fosse necessario, e per “proteggere” gli interessi generali della nazione.
Le circostanze in cui farlo sono, ovviamente, che una comunità abbia violato la Costituzione o abbia intentato gravemente contro gli interessi generali.
Il procedimento
La procedura stabilita dallo stesso articolo 155 prevede che innanzitutto il governo debba inviare una richiesta al presidente della comunità in questione.
In questo caso, lo stesso premier Mariano Rajoy deve avvertire direttamente il presidente catalano Carles Puigdemont.
In secondo luogo, il governo deve presentare la sua proposta di misure di controllo dell’autonomia al Senato, che le può approvare con maggioranza assoluta.
A sua volta, la procedura di applicazione del 155 al Senato è regolata dall’articolo 189: il governo deve presentare una proposta chiara per ciascuna delle misure specifiche che intende adottare e la relativa possibilità di emendamenti.
Anche se è stato oggetto di dibattito, gli esperti possono capire se, nel caso di procedure di emergenza, le misure possano essere approvate in modo diretto (in 2 o 3 giorni).
La Vanguardia ricorda che il partito popolare di Rajoy possiede oggi la maggioranza assoluta nel Senato spagnolo.
Margini di manovra
L’articolo 155 concede molto margine al governo centrale, a condizione che abbia l’approvazione del Senato.
Il governo può infatti controllare le finanze della Generalitat, può dare ordini e assumere il controllo dei dipartimenti, può licenziare all’interno della pubblica amministrazione e può sciogliere il Parlamento.
Quello che però non può fare è implementare misure che presuppongano cambiamenti dello Statuto o della propria Costituzione.
Ecco perchè esperti ritengono che il 155 non prevede una sospensione nè, ancora meno, una soppressione, dell’autonomia.
Tuttavia, è ovvio che questa sarebbe molto limitata dal controllo totale o parziale dell’amministrazione statale.
L’applicazione dell’articolo non ha limiti temporali: quello che indica la Costituzione è che si debba applicare fino a che non verrà ripristinata “la normalità costituzionale”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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