QUEGLI EX FINIANI CON POCO FUTURO E CON MOLTA LIBERTA’
LA COERENZA NON E’ DI QUESTO MONDO, LA DIGNITA’ E’ UN OPTIONAL, LA POLTRONA UN RICHIAMO DELLA FORESTA… NUOTARE CONTROCORRENTE E’ RISCHIOSO, MEGLIO AVERE UN SALVAGENTE… STORIE IMPROBABILI QUATTRO ANNI DOPO DALL’ESPERIENZA DI FLI
Domanda iniziale che vale per ogni nuova forma di aggregazione politica: quando nasce una nuova forza partitica, che sorga ex novo o da una scissione pregressa, a che titolo si aderisce, quali sono le motivazioni che portano a impegnarsi?
Sotto varie latitudini diremmo che esistono due “molle” principali, una sicuramente nobile, l’altra un po’ meno.
La prima dovrebbe essere quella di adesione a un programma, a idee e valori, alla rottura dal partito di origine che non corrisponde più a ciò in cui si crede.
La seconda è quella della scelta di convenienza, di opportunismo, di salire sul carro di quello che si ritiene vincitore o in ogni caso foriero di una nuova “sistemazione”.
E’ evidente che la prima ipotesi dovrebbe costituire la prassi e la seconda un’eccezione, almeno per chi concepisce l’impegno politico come un “percorso” certamente ad ostacoli e che ammette “deviazioni”, ma sempre in nome di una coerenza sulle linee ideali di fondo.
“Futuro e Libertà ” nacque in rottura con l’ipocrisia del partito aziendalista, con il becerume leghista, contro la mancanza di democrazia interna al Pdl, rivendicando parole d’ordine dimenticate da quel tipo di centrodestra, ovvero legalità , diritti civili, destra europea.
Non ci interessa in questa sede stabilire se ci fu coerenza nel coniugarle nella politica reale, se la classe dirigente fosse adeguata, se le scelte politiche furono giuste, se le alleanze elettorali furono le migliori.
Su queste ognuno è giusto che abbia le proprie opinioni, noi le abbiamo espresse senza infingimenti in tempi non sospetti, attirandoci parecchie critiche e poche amicizie vere.
A distanza di tempo e a bocce ferme, è il momento di guardarsi intorno e chiedersi: che fine hanno fatto molti di questi finiani che correvano entusiasti a Mirabello in nome di una “destra diversa”?
Al netto di chi ha rinunciato coerentemente a impegnarsi in politica, venendo meno quel progetto e di chi ha continuato con altri mezzi, anche culturali, a delineare “la destra che non c’è”, molti hanno scelto una strada diversa, sintetizzabile nel concetto “tengo famiglia”.
Ma come farebbe specie vedere dei “mangiapreti” fare la fila alla Caritas o degli integralisti bacchettoni abbordare trans sui viali, altrettanto sconcerto provoca la vista di tanti ex finiani in testacoda rispetto alla linea di Fli, in fila di fronte a beceri centri di accoglienza per ottenere una nuova cittadinanza sovranista.
Tutto per un posto in un anonimo consiglio comunale, la presidenza di qualche sotto-ente, la illusione di una poltrona: con molta libertà , sarebbe il caso di dire, e poco futuro.
Nessuno che abbia tentato di ereditare quella esperienza e portarla avanti con i necessari aggiustamenti , neanche a livello locale, in compenso tanti tentativi di riciclarsi, in piena sintonia con il ciclo dei rifiuti.
Per riapprodare spesso o nel partito aziendalista che tanto si criticava o in quell’area sovranista ormai in disfatta in tutta Europa e che rappresenta l’opposto delle tesi di riferimento di Fli.
Cercando la ruspa sono finiti nel camion tritarifiuti diretto alla prima discarica.
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