RICOSTRUZIONE DELL’AQUILA: COSTI LIEVITATI PER CASE, SCUOLE E QUESTURA, CITTA’ SOTTO INCHIESTA E ARRIVA LA ‘NDRANGHETA
CERTIFICATI DI AGIBILITA’ DELLE SCUOLE AUMENTATI DEL 300%…L’APPALTO PER LA RICOSTRUZIONE DELLA QUESTURA PASSATO DA 3 A 18 MILIONI DI EURO: NOVE INDAGATI PER ABUSO D’UFFICIO
Il sospettto della corruzione nel post terremoto non risparmia nemmeno le scuole. Secondo un’inchiesta della Procura dell’Aquila i costi per la semplice procedura dei “certificati di agibilità ” degli istituti (effettuati su incarico dalla Protezione Civile) sono lievitati quasi del 300 per cento.
E così, una semplice prassi burocratica che doveva essere pagata con poche migliaia di euro, è costata alle casse pubbliche ben 600 mila euro.
Con l’aggiunta, ancora una volta, di «grasse risate» come – letteralmente – si legge nei verbali.
È l’estate del 2009, quella dei cantieri-miracolo del governo Berlusconi.
In tv, gli italiani seguono il conto alla rovescia per la consegna delle case e delle scuole. Ma al telefono, pensando agli affari, l’imprenditore-ingegnere Carlo Strassil (ignaro di essere indagato) ride. «So che lì all’Aquila si procede alla grande» gli dice al telefono un interlocutore.
«Un film… « risponde lui. Ma c’è di più.
Il «complice» – rivelano le indagini – è Gianni Guglielmi, ora coinvolto in due inchieste.
Guglielmi, nel 2009, era il provveditore delle opere pubbliche per Lazio, Sardegna e Abruzzo.
Ora, invece, è provveditore per la Campania e commissario straordinario per il risanamento del fiume Sarno.
Nella ricostruzione della città devastata del terremoto si è lucrato – secondo l’accusa della procura – anche sui lavori di ristrutturazione della questura.
Un appalto lievitato da 3 milioni a 18 milioni di euro.
Anche questa è una storia di lavori affidati senza gara che aumentano stavolta del 450%. Il primo preventivo della società che aveva ricevuto l’appalto con procedura d’urgenza era, appunto, di 3 milioni di euro.
Poi in corso d’opera il conteggio è cambiato.
I numeri sono lievitati clamorosamente, fino ad arrivare a una spesa di 18 milioni.
A bloccare la super-lievitazione del prezzo è intervenuta la Corte dei Conti, che ha invitato il provveditorato alle Opere Pubbliche a revocare l’affidamento diretto e a predisporre una gara.
Per i magistrati contabili quei lavori non erano «connotati da elementi emergenziali » e quel contratto appariva come «un’originale modalità di individuazione del contraente».
I giudici contabili hanno poi inviato le carte anche alla Procura e – a conclusione delle indagini – sono arrivati gli avvisi di garanzia. Nove in tutto.
L’accusa è di abuso d’ufficio.
Tra gli indagati anche in questo caso c’è l’ex provveditore alle Opere Pubbliche Giovanni Guglielmi.
Anche la ‘ndrangheta è arrivata sullo scenario della ricostruzione dell’Aquila.
E lo avrebbe fatto con l’aiuto di un imprenditore della città , Stefano Biasini, 34 anni, pochi giorni fa arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. L’operazione della Procura distrettuale antimafia ha portato all’arresto di altre tre persone, al sequestro delle quote di quattro società , di otto automezzi, cinque immobili, 25 conti bancari, riconducibili agli indagati e alle loro attività commerciali. Il valore complessivo è di oltre un milione di euro.
Secondo la Guardia di Finanza la cosca Caridi-Zincato-Borghetto dopo aver ottenuto piccoli appalti, puntava a 13 grandi lavori nella città terremotata.
«Gli indagati – scrive il giudice Marco Billi nell’ordinanza d’arresto – si sono prestati consapevolmente per far ottenere agli affiliati fittizie intestazioni societarie allo scopo di evitare le misure di prevenzione. Con la loro alacre collaborazione e sfruttando il loro inserimento nella vita imprenditoriale aquilana hanno svolto un ruolo essenziale di raccordo tra affiliati e il territorio rappresentando un ponte di collegamento indispensabile per far espandere la cosca in Abruzzo».
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