ROMA 2020, MONTI DICE NO ALLE OLIMPIADI E ALEMANNO FA FINTA DI DIMETTERSI
SFUMA IL SOGNO OLIMPICO: “RINUNCIA DOLOROSA MA TROPPE INCOGNITE E COSTI NON CHIARI”…IL SINDACO DI ROMA HA SMENTITO LA VOCE CHE SI SAREBBE DIMESSO PER PROTESTA
L’Olimpiade del 2020 non si farà a Roma.
Dopo un’attenta valutazione dei costi e dei benefici legati all’operazione nel suo complesso, il premier Mario Monti ha deciso che non esistono le condizioni perchè il governo offra le garanzie dello Stato alla candidatura per i Giochi.
Non arriva, dunque, la firma sulla lettera con le garanzie richieste dal Cio da presentare entro oggi.
Il presidente del Consiglio ha incontrato il presidente del Comitato organizzatore, Mario Pescante, il presidente del Coni, Petrucci e il sindaco di Roma, Alemanno, ufficializzando una decisione che era già nell’aria da tempo.
La lettera con le garanzie richieste dal Cio doveva essere presentata entro mercoledì 15 febbraio.
Sconsolato il sindaco Alemanno all’uscita dall’incontro a Palazzo Chigi.
Sconsolato e anche deciso a dare un segno politico alla bocciatura delle chances olimpiche della capitale. Voci di dimissioni si fanno insistenti mentre il verdetto» diventa ufficiale e le agenzie lo diffondono.
Ha prevalso la considerazione che l’Italia non può permettersi un’avventura con troppe incognite e con costi non chiari.
Pur sottolineando la sua ammirazione per un progetto che merita elogi (elogi rivolti in particolare ai vertici del comitato promotore: «A Gianni Letta, Mario Pescante, Gianni Alemanno e Gianni Petrucci») il presidente del Consiglio ha spiegato: «Il Comitato olimpico internazionale richiede al governo del Paese ospitante i Giochi una lettera di garanzia finanziaria… tra le altre cose il governo del paese ospite deve farsi carsi di ogni eventuale deficit della manifestazione».
E ha sottolineato: «Non possiamo correre rischi».
Tutti i ministri, ha poi spiegato Monti, hanno partecipato alla discussione sul tema e «siamo arrivati alla conclusione unanime che il governo non si sente – nelle attuali condizioni dell’Italia – di assumere questi impegni di garanzia.
Monti ha parlato poi delle Olimpiadi a Roma come di una «operazione che potrebbe mettere a rischio i denari dei contribuenti, proprio mentre siamo sottoposti nei prossimi vent’anni ad un’operazione di rientro dal debito, operazione condivisa e accettata in sede europea dal precedente governo».
La crisi economica, il caso di Atene 2004 e i costi raddoppiati per l’Olimpiade che si svolgerà a Londra (27 luglio-12 agosto 2012) sono stati decisivi nel convincere il premier ad un no comunque doloroso, perchè Monti è il primo a sapere che l’organizzazione di un’Olimpiade può rappresentare una grande occasione di sviluppo.
Ma non in questo momento e non a queste condizioni.
La mancata firma della lettera di impegno economico da consegnare al Cio fa decadere la candidatura. )
Restano in corsa Madrid, Tokyo, Istanbul, Doha e Baku.
La scelta verrà fatta a Buenos Aires il 7 settembre 2013.
Questo 14 febbraio Gianni Alemanno non se lo scorderà .
Mentre il sindaco di Roma è a colloquio con il premier Mario Monti e il Comitato promotore per Roma 2020, rappresentato dal presidente Mario Pescante, colloquio dove il governo ha formalizzato il suo no ai giochi («Non possiamo correrere rischi» ha spiegato Monti) fuori è in corso un’altra olimpiade.
Quella dei tanti pronti a scommettere che sindaco sarebbe pronto a comunicare le sue dimissioni da primo cittadino della capitale.
Lo sport è molto praticato nella piazza di Twitter, dove la dèbà¢cle organizzativa della capitale in occasione della nevicata dei primi del 3 febbraio è stata registrata minuto per minuto. In Campidoglio, in effetti, si registra una grande confusione.
«L’esito è stato negativo», è stato il commento stringato del sindaco di Roma, lasciando Palazzo Chigi.
E prima di recarsi in Campidoglio replica ai rumors. Dimissioni? «Assolutamente no. Mi dispiace deludere gli oppositori».
Non ne dubitavamo.
(vignetta diksa53a)
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