“ROMA CAPITALE” INIZIA CON 15 POLTRONE IN PIU’, TUTTI D’ACCORDO: ALTRO CHE TAGLI ALLA CASTA
DOVEVANO RIDURRE ASSESSORI, CONSIGLIERI, MUNICIPI, INDENNITA’… ALLA FINE GLI ASSESSORI PASSANO DA 12 A 15, I CONSIGLIERI RESTANO 60, I GETTONI DI PRESENZA VENGONO SOSTITUITI DA UNA INDENNITA’ FISSA DI FUNZIONE…AUMENTANO LE RENDITE, ALTRO CHE TAGLI ALLA POLITICA: MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE SI SONO TROVATE D’ACCORDO
Meno consiglieri, meno assessori, meno Municipi e meno soldi di indennità ai vari rappresentanti: era questo l’impegno iniziale della bozza del decreto attuativo per la riforma dello status di “Roma capitale”, varato dal governo nelle scorse settimane.
Ma nel passaggio obbligatorio in Campidoglio è avvenuto il miracolo.
I consiglieri comunali all’unanimità hanno subito cancellato la riduzione del loro numero da 60 a 48.
Hanno poi fatto sparire anche l’articolo che fissava “a un quarto dell’assemblea dei consiglieri”, quindi a 12, il numero degli assessori.
Alla fine nella versione modificata gli assessori salgono a 15, tre in più di quelli che compongono l’attuale giunta Alemanno.
Il numero dei Municipi doveva scendere da 19 a 12: ora si legge genericamente che “il numero dei Municipi, inferiore a quello attuale, verrà individuato nello Statuto di Roma Capitale”.
I gettoni di presenza vengono invece sostituiti da un’indennità di funzione, cioè da un vero e proprio stipendio da determinare.
Questi i fatti e la volontà politica emersa: la Casta romana ha colpito ancora in modo bipartisan, anche in tempo di crisi.
Con l’arrivo di tre nuovi assessori e lo stipendio al posto del gettone di presenza, la rendita di posizione aumenterà ancora di più.
Gli interessati si giustificano sostenendo che “Roma Capitale è un ente differente dai normali Comuni, avrà poteri diversi e una gestione più complessa. L’assemblea non viene ridotta nei suoi componenti perchè un eletto a Roma rappresenterebbe il triplo di cittadini rappresentati a MIlano e perchè deve lavorare su un territorio esteso come Milano, Torubo, Genova, Firenze e Bologna messo insieme”.
In realtà il gettone, e ora l’indennità di funzione, rappresenta solo una parte delle entrate dei consiglieri.
Un’altra metà è rappresentata dai rimborsi dell’Ente alle aziende dove lavorano i consiglieri e gli assessori: pare che qualcuno, particolarmente spregiudicato, trovi un amico imprenditore e si faccia assumere a diecimila euro al mese, poi con il rimborso si divide il malloppo.
Insomma dalla capitale giungono note confortanti per il rigore morale della nostra classe politica, nel silenzio-assenso totale dei partiti di appartenenza.
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