RUBY TER, BERLUSCONI E TUTTI GLI IMPUTATI ASSOLTI, SOLO UN CAVILLO HA RESO OBBLIGATORIA L’ASSOLUZIONE
“LE RAGAZZE ANDAVANO INDAGATE, NON POTEVANO TESTIMONIARE”: LA DECISIONE DI RENDERE INUTILIZZABILI PER IL PROCESSO TUTTI I PRIMI VERBALI DELLE RAGAZZE HA PORTATO ALL’ASSOLUZIONE
Due ore di camera di consiglio per un’assoluzione totale per tutti i ventinove imputati. A cominciare da Silvio Berlusconi, accusato di corruzione in atti giudiziari nel processo milanese sul caso Ruby ter, e Karima el Mahroug, “Ruby Rubacuori”, la marocchina, diciassettenne all’epoca dei fatti e ora trentenne, accusata di corruzione e falsa testimonianza. Con loro, il proscioglimento è arrivato per tutte le altre ragazze ospiti delle “cene eleganti” di Arcore e la cerchia di personalità che frequentavano villa San Martino.
Per il collegio della settima sezione penale del tribunale di Milano, presieduto da Marco Tremolada, “il fatto non sussiste”. Tutti assolti, e prosciolti anche tre posizioni minori per prescrizione.
Le ragazze imputate, sentite nei due processi sul caso Ruby, “non potevano legittimamente rivestire l’ufficio pubblico di testimone”, perché andavano indagate già all’epoca e sentite come testi assististe da avvocati.
A spiegare il senso della decisione, in attesa delle motivazioni del Tribunale (che saranno pubblicate entro 90 giorni), è una nota del presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia.
Una possibilità introdotta dalle linee guida sull’organizzazione degli uffici giudiziari del Csm. Le ventuno giovani andavano sentite quindi come indagate, e i loro verbali raccolti nei primi due processi Ruby – come testimoni – sono stati quindi dichiarati inutilizzabili nel dibattimento.
Questo “incide sulla stessa possibilità di configurare sia la falsa testimonianza, sia la corruzione in atti giudiziari”, scrive nella nota il tribunale. Non ci può essere la falsa testimonianza se un soggetto non riveste la qualità di testimone. E non può esserci la corruzione in atti giudiziari se non vi è la qualifica di pubblico ufficiale derivante dalla qualifica di testimone. E’ così che cadono le imputazioni nei confronti di Silvio Berlusconi, perché l’accusa “non può sussitere nemmeno nei confronti dell’ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi”.
La Procura di Milano, rappresentata dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dal sostituto procuratore Luca Gaglio, chiedeva per il leader di Forza Italia la condanna a 6 anni di reclusione e la confisca di 10.846.123 euro. Con il deposito delle motivazioni, l’accusa non esclude di fare ricorso.
La sentenza chiude un dibattimento durato sei anni in cui la procura di Milano ha accusato il leader di Forza Italia di aver pagato – a partire dal novembre 2011 e fino al 2015 – circa dieci milioni di euro alle giovani ospiti di Arcore per essere reticenti o mentire durante i processi Ruby e Ruby bis sulle serate a villa San Martino.
Un’accusa da cui l’ex premier si è sempre difeso parlando di “generosità” per ricompensare chi si è visto rovinare la vita da un’inchiesta giudiziaria presto esplosa sulla stampa. Ora la sentenza. Con un verdetto su cui pesa l’ordinanza emessa dai giudici nel novembre 2021: hanno dichiarato “inutilizzabili” i verbali di almeno 18 giovani resi nei processi Ruby, perché, secondo il Tribunale, andavano già indagate dal marzo 2012 e sentite in aula con la garanzia dei testi assistiti da avvocati.
“Non c’è amarezza, è il nostro sistema giudiziario, abbiamo lavorato con profonda convinzione e le prove dal nostro punto di vista ci hanno dato la convinzione, che rimane, che ci siano state le false testimonianze e la corruzione”, ha commentato Siciliano. Le ragazze, ha continuato il magistrato, “hanno sicuramente mentito. Lo hanno accertato due sentenze passate in giudicato. Il presupposto è che abbiano mentito. Ora c’è un tema squisitamente giuridico, ovvero se hanno mentito nella veste di testi o di soggetti che avrebbero dovuto avere un’altra qualifica e quindi non tenuti a dire la verità”.
(da agenzie)
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