SALARIO MINIMO, LE STORIE
IL COMPENSO ORARIO A FINE MESE E’ PARI A POCHI EURO
La cameriera: “I prezzi delle camere degli hotel crescono ma le retribuzioni sono ferme al 2019”
Teresa Cofano, 42 anni, napoletana, lavora come cameriera ai piani dal 2011: «Ho cominciato solo quando i miei figli sono andati a scuola», spiega. Guarda con molto interesse alla legge sul salario minimo: «Guadagno 8 euro l’ora: i lavoratori del nostro settore sono tra i meno pagati. Mi ritengo fortunata perché non sono una stagionale, e arrivo a 1200-1300 euro al mese. Sono convinta che questo lavoro potrebbe dare grandi soddisfazioni se venisse retribuito nel modo giusto, e se i lavoratori venissero visti con altri occhi». Il settore turistico, ricorda Teresa, «ha mille forme di precariato, ed è un arcobaleno di sfumature di colore, dal nero al grigio». Ed è per questo, sostiene, che in questo momento di grande boom della domanda, i gestori fanno fatica a trovare lavoratori: «Le camere che prima costavano 100 euro ora costano 300, ma io guadagno sempre 8 euro l’ora, nonostante gli aumenti dei prezzi e delle bollette, e i due anni e mezzo passati senza lavorare per via della pandemia. Se i datori di lavoro pagano poco, non rispettano i contratti, fanno fare gli straordinari e non li retribuiscono, perché un giovane dovrebbe scegliere questo lavoro?». Eppure i figli di Teresa hanno frequentato entrambi la scuola alberghiera, scelta che per lei è un motivo di orgoglio. Ma non si augura che, una volta diplomati, rimangano in Italia: «Rispetto a quando ho cominciato a lavorare io la situazione è peggiorata tanto. E io non mando mia figlia a lavorare per 800 euro al mese, dopo cinque anni di studi e di sacrifici. Preferisco che vada via: i miei compagni di scuola che dopo il diploma si sono trasferiti nel Regno Unito adesso sono proprietari di ristoranti».
Il vigilante: “Abbiamo toccato il fondo, facciamo la fame”
«Lavoro da 17 anni come vigilante, e guadagno 5,37 euro l’ora. Abbiamo aspettato per 7 anni il nuovo contratto: ora che è stato firmato, l’aumento è di 140 euro lordi annui spalmati da qui al 2026. Significa 0,29 centesimi lordi l’ora da luglio, che tra tre anni arriveranno a 95 centesimi». A.D. ha 54 anni, una moglie a carico e due figli. Vive a Roma , e chiede di non pubblicare il suo nome. «Riusciamo a vivere solo perché abitiamo in una casa popolare, e l’affitto è basso. Ma vita sociale zero, e a mio figlio ho consigliato una scuola professionale, con questo stipendio sarebbe difficile pagare l’università».
A.D. lavora su turni, ma anche le maggiorazioni notturne sono minime, e quella domenicale non esiste. «Da giovane facevo il portiere di notte. Guadagnavo bene – racconta – ma venivo sfruttato. Dopo 20 notti di fila sono finito in ospedale, e così ho cambiato. Ma quando ho cominciato come vigilante gli stipendi non erano così bassi. Con i rinnovi nel tempo abbiamo perso tra i 200 e i 250 euro al mese». Che si sperava di recuperare anche in parte con l’ultimo rinnovo, e invece niente: «Abbiamo protestato, ci sono stati diversi scioperi per ottenere un contratto dignitoso. E invece non si arriva neanche a un euro l’ora di aumento: mi sembra assurdo».
Addetta pulizie: “Faccio due lavori e riesco a portare a casa 700 euro”
«Non ho mica deciso io. A me piacerebbe lavorare 8 ore al giorno e avere un impiego solo. E invece ho un contratto di 10 ore settimanali al mattino e di 17 settimanali al pomeriggio per portare a casa mezzo stipendio». Stefania Calcagnolo, 48 anni, lavora per due imprese torinesi di pulizie, al mattino per un privato e al pomeriggio con una cooperativa esterna che si occupa dell’Inps. «Sono i miei due part time involontari», ironizza. Ma è un sorriso amaro. «Messi insieme i due lavori guadagno 700 euro». Stefania si alza alle 5 e il primo lavoro dura dalle 6,30 alle 8,30. Il secondo va dalle 13,30 alle 17. «Mi dicono: fai un terzo lavoro? Al mattino è complicato perché mi sposto con il bus, l’auto non posso permettermela. Per un periodo ho lavorato anche alla sera ma poi non ce l’ho più fatta». Quanto guadagna all’ora? «7,5 euro lordi l’ora. Ma sono fortunata. Alcuni colleghi guadagnano meno». Ad ogni cambio di appalto si perde qualche cosa e lo stipendio si abbassa. Con un salario minimo cosa cambierebbe? «Potrebbe essere un aiuto, ma essenziale ci sia un contratto nazionale che garantisca un po’ di sicurezza, altrimenti rischia di diventare una giungla anche peggiore di adesso».
(da agenzie)
Leave a Reply