SALVATE IL PROFUGO MINNITI: 13 ONG SU 15 LO HANNO BUTTATO A MARE
RESPINTO DA QUASI TUTTE LE ONG IL VERGOGNOSO CODICE DI CONDOTTA PER FAR AFFOGARE PIU’ PROFUGHI… MEDICI SENZA FRONTIERE E JUGEND RETTET GUIDANO IL DISSENSO
Medici senza frontiere non ci sta. L’organizzazione, convocata al Viminale per la firma del codice di condotta per le ong che fanno salvataggi in mare. si è rifiutata di firmare il documento messo a punto dal governo.
Il nodo resta quello che la settimana scorsa,: la presenza di agenti armati a bordo delle imbarcazioni. “In nessun Paese in cui lavoriamo accettiamo la presenza di armi, ad esempio nei nostri ospedali”, ha spiegato Gabriele Eminente, direttore generale Msf, dopo il vertice.
Stessa scelta per la tedesca Jugend Rettet mentre Save the children e Moas hanno firmato.
Altre dieci organizzazioni non hanno nemmeno partecipato all’incontro, perchè è inutile trattare con chi è in malafade.
La spagnola Proactiva Open Arms aveva già annunciato la propria opposizione.
Le ong, nei giorni scorsi, avevano contestato sia la previsione che sulle navi debbano esserci agenti di polizia giudiziaria sia il divieto di trasbordo di migranti dalle navi ong a quelle dei soccorsi ufficiali.
Venerdì scorso, al termine della seconda riunione, i tecnici del Viminale avevano accolto alcune richieste delle organizzazioni. In particolare nell’impegno a non trasferire i migranti soccorsi su altre navi è stata inserita la frase: “Eccetto in caso di richiesta del competente Centro di coordinamento per il soccorso marittimo e sotto il suo coordinamento, basato anche sull’informazione fornita dal capitano della nave”.
L’altro punto contrastato, quello della polizia a bordo, è stato riformulato sottolineando che la presenza degli uomini in divisa avverrà “possibilmente e per il periodo strettamente necessario”. Ma non è stata accolta la richiesta che i poliziotti a bordo siano disarmati. E su questo punto Msf non intende cedere. “Abbiamo comunicato che non firmeremo questo codice di condotta, saranno comunque rispettati quei punti già condivisi dalla nostra organizzazione. Anche se il codice era stato migliorato rimaneva il punto dei trasbordi: abbiamo chiesto di levarlo, perchè rischia di pregiudicare l’intera operazione”.
Il fondatore di Moas Christopher Catrambone ha spiegato dal canto suo di aver firmato solo “in solidarietà con il governo ed il popolo Italiano, gli unici in Europa che si impegnano ogni giorno per permettere ad organizzazioni come la nostra di far fede alla propria missione umanitaria”.
Nel frattempo però, alla vigilia della discussione e del possibile voto parlamentare di martedì, Amnesty International ha dichiarato che il progetto del governo italiano di inviare navi da guerra per pattugliare le acque territoriali libiche è “un vergognoso tentativo di aggirare gli obblighi di salvataggio di migranti e rifugiati e di offrire protezione a chi ne ha bisogno”.
“Invece d’inviare navi per salvare vite umane e offrire protezione a migranti e rifugiati disperati, l’Italia si sta preparando a mandare navi da guerra per respingerli in Libia”, ha dichiarato John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l’Europa. “Questa vergognosa strategia non persegue l’obiettivo di porre fine al crescente numero di morti nel Mediterraneo centrale, bensì quello di tenere migranti e rifugiati alla larga dalle coste italiane. Le affermazioni secondo cui i diritti delle persone riportate in Libia verrebbero rispettati suonano vuote alle orecchie di chi è fuggito dalle terribili violazioni dei diritti umani nei centri di detenzione della Libia”, ha concluso Dalhuisen.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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