SALVE (PER ORA) LE PENSIONI D’ORO, SALTA IL TAGLIO IN MANOVRA, LA FLAT TAX DA 2 MILIARDI SI RIDUCE A 330 MILIONI
NON CI SONO NEANCHE I 180 MILIONI CHIESTI DALLA RAGGI PER LE BUCHE DI ROMA
Il tanto agognato taglio alle pensioni d’oro – cavallo di battaglia dei 5 Stelle – nella manovra non c’è.
Fonti di governo spiegano a Huffpost che sarà probabilmente un emendamento durante l’iter parlamentare a risolvere la questione. Ragionamento politico a parte, il dato di oggi è che il taglio è saltato.
Tra i motivi del rinvio, secondo quanto riferiscono le stesse fonti, ci sono ancora i rischi di incostituzionalità delle norme.
Ma il taglio alle pensioni d’oro non è il solo grande assente tra le ultime novità del testo definitivo, quello inviato al Quirinale con tanto di bollinatura della Ragioneria generale dello Stato. Saltano anche i soldi per coprire le buche di Roma e risorse imponenti sono sottratte all’apprendistato.
Pensioni d’oro, il taglio non c’è.
Non compare alcun accenno alla decurtazione degli assegni pensionistici “d’oro”. Le ultime indiscrezioni parlavano di un taglio a tre livelli: 6% tra 90 e 120mila euro, 12% tra 120 e 160mila euro, 18% oltre i 160mila euro.
La flat tax si assottiglia ancora: per il 2019 solo 330 milioni.
In principio erano 2 miliardi, ora la tassa piatta al 15% per i lavoratori autonomi (con giro d’affari fino 65mila euro) si riduce a briciole.
Nel 2019, infatti, si prevede una spesa di appena 330 milioni. Poi salirà a 1,9 miliardi nel 2020, ma a regime – cioè in misura stabile – riscenderà a 1,4 miliardi. Solo nel 2020 arriverà l’aliquota al 20% per chi incassa tra i 65mila e i 100mila euro.
I risparmi da quota 100 e reddito di cittadinanza anche per contenere il deficit.
La versione definitiva conferma la creazione di due Fondi per dare vita alle misure più care a Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Confermato l’impianto delle ultime bozze con la compensazione tra i due Fondi che permetterà di destinare risorse risparmiate in un ambito nell’altro.
Gli eventuali risparmi, però, potranno anche essere utilizzati per altri scopi: un riferimento alla possibilità di rendere meno pesante il deficit, collocato al 2,4% nel 2019.
Vitalizi, la scure sulle Regioni si fa più pesante.
Passa dal 30% all’80% la percentuale del taglio dei trasferimenti alle Regioni e alle province autonome che lo Stato metterà in campo se gli enti locali non procederanno ad adeguare le normative regionali in materia di vitalizi alle previsioni stabilite a livello nazionale.
Si procederà al taglio dei trasferimenti se i vitalizi non saranno ridotti entro quattro mesi dall’entrata in vigore della legge di bilancio o “sei mesi qualora occorra procedere a modifiche statutarie”. I vitalizi da tagliare sono quelli di presidenti, assessori e consiglieri regionali.
Niente risorse per riparare le buche di Roma.
Lo stanziamento, pari a 180 milioni in tre anni (dal 2019 al 2021) era stato richiesto al Tesoro dal ministro dell’Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, su sollecitazione dell’amministrazione capitolina guidata da Virginia Raggi.
Nella versione definitiva della manovra scompaiono le risorse. Nello specifico, i tecnici del ministero avevano chiesto “l’erogazione diretta a Roma Capitale di 60 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021” in considerazione “della particolare autonomia e del ruolo di Roma Capitale” a fronte di “una situazione manutentiva della viabilità della città che soffre di decenni di mancati interventi” e di una “situazione così grave da mettere a serio rischio la sicurezza della mobilità “. Nulla da fare.
Apprendistato depotenziato, tagli ai fondi per i contratti.
La legge di bilancio dello scorso anno aveva previsto fondi per gli incentivi al contratto di apprendistato pari a 5 milioni per il 2018, 15,8 milioni per il 2019 e 22 milioni per l’anno successivo. La manovra, ora, conferma lo stanziamento per l’anno scorso, ma riduce drasticamente a 5 milioni il contributo a partire dal 2019.
Stop al tavolo sul caporalato e alla tassa per la pesca sportiva.
Il tavolo per il contrasto del caporalato, che compariva nelle bozze precedenti, scompare dalla versione definitiva. Cancellata anche la tassa (da 10 a 100 euro) prevista inizialmente per la pesca sportiva.
(da “Huffingtonpost”)
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