SANTANCHÈ “VADO AVANTI ME NE FREGO DEL PARTITO. LA RUSSA SEMPRE CON ME”
IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA, CHE COPPIA…”NON MI DIMETTO”
«Non vedete come sto? In formissima!». Sorrisone. Svapando con la sigaretta elettronica al molo degli yacht del porto di Gedda, Daniela Santanchè risponde punto su punto alla pioggia di critiche e pressioni che l’ha investita da quando è stata rinviata a giudizio per falso in bilancio.
Replica addirittura con un sonoro «chissenefrega» al pressing di un pezzo importante di Fratelli d’Italia che la vorrebbe dimissionare al più presto; giura che «Ignazio La Russa non mi abbandonerà mai»; a Giorgia Meloni che vuole un confronto e le ha chiesto di considerare bene «l’impatto» del caso Visiblia, risponde così: «Magari devo essere io a valutarlo». Anzi, ha già valutato: «Non mi dimetto, vado avanti, sono innocente».
«Quello che dice Meloni va benissimo, quello che ho dichiarato io è perfetto », esordisce così, in pausa sigaretta, alla cerimonia d’inaugurazione del “Villaggio Italia”.
E perché nel suo partito invece tanti la criticano?
«Ma chissenefrega! Pazienza».
Non si sente lasciata sola?
«Ma è tutta la vita che io conto su me stessa. Io sono quello che sono, nel bene e nel male».
La sua valutazione l’ha già fatta dunque?
«Io non faccio nessun passo indietro, non mi dimetto, l’ho detto chiaro. Ero innocente ieri, sono innocente oggi, sarò innocente domani. Poi se per me si vuole cambiare il diritto e uno è già colpevole con un rinvio a giudizio, si accomodino».
Non è la storia di FdI, sembra essere la sua riflessione.
«Il mio è un partito garantista, che ha sempre avuto questo nel programma di governo, che sta facendo una riforma della giustizia. Mi stupirei se qualcuno chiedesse le mie dimissioni per questo».
Meloni, proprio da Gedda sabato scorso, ha detto che il rinvio a giudizio di per sé non basta per un passo indietro, ma anche che Santanchè dovrà valutare «l’impatto della vicenda Visibilia sul proprio lavoro da ministro». Cosa replica?
«Ma magari l’impatto sul mio lavoro lo valuto io».
Con Ignazio La Russa, suo grande sponsor politico, che si è detta?
«La Russa è un mio amico, abbiamo un rapporto umano, ognuno nel rispetto del suo ruolo, lui come presidente del Senato, seconda carica dello Stato, io come ministro. Una cosa è certa: Ignazio non mi abbandonerà mai. Mai. Ma non come politica: come amica. In politica è molto difficile avere amici, io ho pochi amici. La Russa lo è. E lo saremo nei secoli come i carabinieri».
(da La Repubblica)
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