SCHLEIN SENZA CLAMORE HA INIZIATO IL TOUR TRA GLI IMPRENDITORI: OBIETTIVO RICONNETTERE IL SUO PD AL MONDO DELL’IMPRESA
DOPO L’INCONTRO CON IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, INIZIA UN VIAGGIO TRA I LUOGHI DELLA VOCAZIONE INDUSTRIALE DEL PAESE, QUELLO DELLE ECCELLENZE E QUELLO DELLE CRISI
Con i lavoratori precari e gli operai in lotta davanti alle fabbriche, certo. Ma anche con gli imprenditori, piccoli e medi, con gli industriali, con chi crea lavoro e produce ricchezza. Il mantra di veltroniana memoria torna utile a Elly Schlein, che in cima alla lista dei buoni propositi per il 2025 ha messo quello di riconnettere il suo Pd con il mondo dell’impresa.
La segretaria è pronta ad avviare una fase di confronto e di ascolto, a occuparsi di più di politiche industriali, dopo aver parlato per due anni principalmente di salario minimo e lotta al precariato.
Del resto, ha iniziato a cambiare registro da qualche mese: a inizio settembre, chiudendo la festa dell’Unità a Reggio Emilia, tra le cinque priorità del suo «progetto per l’Italia», aveva inserito «la politica industriale per la conversione ecologica». Un paio di giorni dopo aveva fatto il suo esordio in presenza al Forum Ambrosetti a Cernobbio e poi, a fine settembre, in un hotel di Milano aveva incontrato una dozzina di banchieri, imprenditori, manager di fondi d’investimento: un paio d’ore a parlare dei rischi della bassa crescita dell’Italia e dei costi sempre più alti dell’energia, che penalizzano le imprese. Un tasto su cui, non a caso, è tornata spesso nelle ultime settimane, incalzando il governo e Giorgia Meloni.
D’altra parte, non è casuale nemmeno la scelta di ripartire in tour per l’Italia scegliendo come prima tappa del nuovo anno il Nord-Est, locomotiva industriale del Paese. Tra venerdì e sabato non ha rinunciato ai suoi “luoghi del cuore”, fermandosi a parlare con gli operai davanti ai cancelli del petrolchimico di Marghera e poi a un presidio di fronte all’ospedale di Santorso, vicino a Vicenza.
Ma gli incontri pubblici tra Mestre, Belluno e Vicenza sono andati un po’ nella direzione auspicata dieci giorni fa da Paolo Gentiloni, al convegno dei riformisti di Orvieto: «Non sono contrario alla propensione della sinistra a rivendicare la vicinanza agli ultimi – l’avvertimento dell’ex premier – però, se non ci facciamo carico dei penultimi, non andiamo da nessuna parte».
La segretaria è consapevole di dover imprimere un cambio di passo, anche comunicativo e di immagine, su questo terreno, per non dare fiato a chi parla di un Pd troppo spostato a sinistra, troppo schiacciato sulle posizioni di Landini e della Cgil, a maggior ragione in vista della campagna referendaria per cancellare il Jobs Act.
Una battaglia, quella sull’articolo 18, non proprio popolare tra gli imprenditori. E, allora, ecco il piano, che vede come regista l’ex ministro Andrea Orlando. A lui Schlein, un mese e mezzo fa, ha affidato il compito di «guidare il percorso che ci vedrà attraversare i luoghi della vocazione industriale del Paese, quelli delle eccellenze e quelli delle crisi».
Orlando, dopo aver lasciato il Parlamento per restare consigliere regionale in Liguria, si è dato da fare. Ha incontrato le parti sociali, sindacalisti come Landini e il collega della Uil Bombardieri, ma anche il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, mentre questa settimana vedrà la presidente dell’Ance Federica Brancaccio.
(da La Stampa)
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