SCAJOLA ASSOLTO E STAVOLTA L’HA SAPUTO
PER L’ACQUISTO DELLA CASA AL COLOSSEO “IL FATTO NON COSTITUISCE REATO”… PROSCIOLTO ANCHE ANEMONE PER PRESCRIZIONE
L’ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola è stato assolto in merito alla vicenda della compravendita della casa al Colosseo.
Era il 29 agosto del 2011 quando Scajola venne iscritto nel registro degli indagati per violazione della legge sul finanziamento illecito ai partiti.
Prima che venisse formalmente coivolto nella vicenda, si difese dicendo che quella casa in via Fagutale, a Roma, con vista Colosseo “era stata pagata da altri a sua insaputa”.
La sentenza.
‘Non doversi procedere’ per l’imprenditore Diego Anemone, perchè il reato è estinto per prescrizione, e assoluzione per l’ex ministro Claudio Scajola perchè ‘il fatto non costituisce reato’: questa la sentenza emessa dal giudice del Tribunale di Roma Eleonora Santolini a carico dei due imputati che rispondevano di concorso in finanziamento illecito per la compravendita dell’immobile di via del Fagutale, a due passi dal Colosseo.
Al telefono con il Cavaliere. ”Ho sempre detto la verità . Questo processo non doveva neanche cominciare perchè era tutto prescritto: la decisione del giudice di assolvermi assume ancora maggior valore”, ha commentato l’ex ministro al telefono con Silvio Berlusconi subito dopo aver saputo dell’assoluzione.
La conversazione telefonica è avvenuta all’interno dell’aula di tribunale dove si è celebrato il processo.
“Nessuno mi potrà mai ripagare di tre anni e nove mesi di sofferenze”, ha detto ancora l’ex ministro. “Ho sempre rispettato la magistratura – ha aggiunto lasciando il tribunale – ma, come scritto questa mattina in un sms a mia moglie, la verità prima o poi viene sempre fuori”.
Le richieste dei pm.
I pm Ilaria Calò e Roberto Felici avevano chiesto tre anni di condanna sia per Scajola che per Anemone e il pagamento di una maxi multa di due milioni di euro. Secondo l’accusa, l’imprenditore avrebbe pagato, attraverso l’architetto Angelo Zampolini, parte (circa 1,1 milioni di euro su 1,7 milioni) della somma versata nel luglio del 2004 da Scajola per acquistare l’immobile e avrebbe poi dato centomila euro per i lavori di ristrutturazione dell’appartamento.
Soddisfatta la difesa.
La difesa confutò la ricostruzione dei pubblici ministeri affermando in aula che “le prove documentali e testimoniali emerse durante il processo hanno rivelato la superficialità e l’inesattezza delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza”.
“Meglio di così non poteva andare, per questo siamo molto contenti. Già la prescrizione copriva questa vicenda ma l’assoluzione nel merito evidenzia una innocenza che noi abbiamo sempre affermato”, ha detto l’avvocato Giorgio Perroni che, assieme alla collega Elisabetta Busuito, ha difeso l’ex ministro Claudio Scajola. “Questa vicenda ha cancellato Scajola dalla vita politica italiana. Oggi lui non è più nessuno. Ma in questa storia non c’è alcuna prova della sua colpevolezza”.
(da “La Repubblica”)
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