SCHIAFFO ROMANO A SALVINI: L’ASSEMBLEA CAPITOLINA APPROVA UNA DURISSIMA MOZIONE CONTRO IL DECRETO SICUREZZA
22 CONSIGLIERI GRILLINI FANNO APPROVARE UNA MOZIONE CHE SMASCHERA IL DECRETO RAZZISTA
Il decreto Salvini avrà “impatti fortemente negativi per i cittadini”, aumenterà le “persone potenzialmente coinvolgibili in attività illecite”, creerà “la presenza di stranieri irregolari favorendo marginalità estreme, occupazioni e illegalità “, smantellerà i centri Sprar, “finalizzati a dare risposte strutturate, controllate e non emergenziali”.
Una mazzata durissima. Che non arriva dalle opposizioni, o da uno tra i tanti che non saranno a manifestare con la Lega a piazza del Popolo, come da campagna social del Carroccio.
Sono i 5 stelle a tirare uno schiaffo in piena faccia al ministro dell’Interno.
E lo fanno con una mozione approvata in Campidoglio, con il voto determinate della truppa che sostiene Virginia Raggi. In ventidue su ventinove hanno dato il via libera al testo.
Qualche assente giustificato, ma anche qualche dissenso nel merito, come verrebbe considerato il non voto dei consiglieri Bernabei, Montella e Zotta.
Fatto sta che quasi l’intero gruppo consiliare si è accodato all’iniziativa di Maria Agnese Catini, candidatasi in consiglio comunale “perchè Roma torni ad essere una degna Capitale dove “nessuno deve rimanere indietro” non resti solo uno slogan ma un obiettivo da raggiungere”, come si legge da presentazione di Rousseau.
La pasionaria (ha una sensibilità di sinistra, spiegano dal Comune), ha saldato i suoi nel chiedere un impegno alla prima cittadina “di approntare tutti gli atti necessari a mitigarne gli effetti in termini di diritti sia per i cittadini che per le persone accolte”. La città eterna, amministrata dall’alleato di governo del Carroccio, si mette all’opposizione.
Il sindaco ha seguito da vicino l’iter del documento. E anche i vertici, al contrario di Matteo Salvini, colto totalmente di sorpresa, sapevano perfettamente quello che stava per accadere. “Ne abbiamo discusso con tutti, i vertici nazionali erano a conoscenza della mozione e del voto”, si spiega dal Campidoglio.
D’altronde è stata proprio Laura Baldassarre, assessore alle Politiche sociali del comune, la prima a lanciare l’allarme.
Quando il decreto stava procedendo nel suo iter parlamentare usò parole molto simili: “Siamo preoccupati. Se non cambiasse abbiamo stimato che 1059 persone solo a Roma uscirebbero dal sistema Sprar, con due effetti negativi: che i servizi sociali si dovrebbero far carico di queste persone, e non ce la fanno, e che aumenterebbero le situazioni di illegalità “.
Dal territorio si sollevano perplessità su una cinghia di trasmissione con chi lavora sul territorio a dir poco sfilacciati.
Roberta Lombardi, capogruppo stellata in regione Lazio raggiunta da Huffpost, non vuole entrare nel merito della mozione. Ma sembra condividerne lo spirito: “Sul tema degli sgomberi delle occupazioni il problema del ripristino della legalità deve andare a braccetto del rispetto delle fragilità sociali e con un’applicazione della legge intelligente e non da stolido burocrate”.
La war room stellata non ha benedetto l’operazione, ma nemmeno l’ha fermata. Perchè la sensibilità del Movimento sul tema è nota e si è manifestata in Parlamento, e da tutti i comuni targati 5 stelle sono arrivate sulla scrivania del capo politico lamentele sul decreto sicurezza: scaricano su di noi la patata bollente, la protesta.
Era stata Torino la prima esprimersi contro, quando ancora il testo doveva essere approvato. Un buffetto, in confronto al sonoro schiaffone in faccia arrivato a Salvini da Roma.
(da “Huffingtonpost”)
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