SETTORE COSTRUZIONI: UN OPERAIO SU DUE E’ IMMIGRATO
IN PROVINCIA DI ROMA I LAVORATORI STRANIERI SONO PASSATI IN DIECI ANNI DA 1.800 A 31.000… IL 74% E’ COMPOSTO DI ROMENI… LE IMPRESE SONO PASSATE DA 4.491 A 11.544… MA MANCANO GLI OPERAI SPECIALIZZATI
In dieci anni, i lavoratori immigrati impiegati nel settore delle costruzioni edilizie nell’ambito della provincia di Roma sono passati dal 6% al 49%, in pratica un operaio su due è straniero.
E’ quanto emerge dal Primo Rapporto Annuale della Cassa Edile, redatto in collaborazione con il Coordinamento scientifico del centro Universitario ricerche.
Dall’indagine emerge che dei circa 63mila lavoratori impiegati, quasi 31mila sono stranieri e di questi il 74,4% sono romeni…
Rispetto alla composizione per età , i lavoratori stranieri risultano particolarmente giovani ( la fascia d’età tra i 18 e i 35 anni rappresenta il 57% degli stranieri), contro un processo di invecchiamento che sembra interessare sempre di più i lavoratori italiani.
Le imprese attive sul territorio sono passate da 4.491 del 1998 alle attuali 11.544, per una gestione di massa salariale che supera, a livello nazionale, i 16 miliardi di euro.
In particolare le piccole imprese (fino a 5 addetti) sono passate da 3.091 a 8.089 in dieci anni e rappresentano il 70,1% del totale.
La massiccia presenza di lavoratori immigrati ha influito anche sulla struttura demografica del settore edilizia.
Gli stranieri risiedono in parte a Roma (40,5%) e in parte in provincia (48,5%). Oltre a Roma ( con 20.610 lavoratori) spiccano i centri di Guidonia (1.617 lavoratori) e Velletri (1.340).
Ad essere penalizzati sono i settori che richiedono maggiore specializzazione come i manovratori di macchine pesanti.
Si assiste, infatti, a una progressiva dequalificazione del lavoro: ormai gli operai comuni rappresentano il 47,3% del totale, contro il 28,6% di dieci anni fa.
Il 73,6% degli stranieri sono operai comuni, mentre tra gli italiani il 55,4% sono specializzati o qualificati.
Nei prossimi anni gli operai italiani saranno sempre meno e si impone quindi la necessità di incentivare i corsi di aggiornamento e di specializzazione dei lavoratori stranieri, alla luce anche di macchinari sempre più sofisticati.
Va notato, a margine di questa ricerca, parlando di lavoratori stranieri perfettamente in regola, come i giovani italiani che tanto si lamentano di non trovare lavoro, non si accostino volentieri a settori dove troverebbero facilmente occupazione, magari anche attraverso corsi di specializzazione.
Da un lato ci si lamenta dei posti che occupano chi viene da fuori, ma poi pochi italiani hanno voglia di fare un lavoro considerato di sacrificio e di scarsa considerazione sociale.
Un po’ troppo comodo… Quando passerà questa generazione di genitori che li mantiene, cominceranno i dolori.
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