“SIAMO A RISCHIO QUORUM”: NEL PARTITO DI ALFANO VA ONDA LA GRANDE PAURA
CRESCONO I MALUMORI NEL PARTITO DOPO L’ARRESTO DI PAOLO ROMANO
“Su Paolo Romano – spiega il ministro degli interni Alfano – se i magistrati avessero fatto le scelte che hanno ritenuto di fare prima della presentazione delle liste o dopo le elezioni, avremmo evitato che nell’opinione pubblica ci potesse essere il sospetto di un intervento a tre giorni dal voto: oggi è martedì e venerdì si chiude la campagna elettorale”
E adesso nel partito di Alfano scocca l’ora della grande paura.
È un colpo pesantissimo l’arresto di Paolo Romano, uno dei più potenti ras delle preferenze nel sud, con l’accusa di tentata concussione perchè avrebbe pilotato le nomine alle Asl di Caserta. In Transatlantico, i pochi parlamentari che non sono sul territorio per la campagna elettorale sussurrano a microfoni spenti: “Rischiamo di brutto di non superare il quorum”.
Più della rabbia per l’arresto a “orologeria” a pochi giorni dal voto prevale la paura.
Perchè è “devastante” l’immagine che il nuovo centrodestra sta comunicando.
Il partito degli “onesti” guidato dal titolare del Viminale va sui giornali più per le questioni giudiziarie che per le proposte. Sono questi gli sfoghi sussurrati in Transatlantico.
Quello di Romano è solo l’ultimo dei casi imbarazzanti.
Formigoni, pluri-indagato, non è candidato ma è uno dei big del partito.
L’ex governatore della Calabria Scopelliti, numero due del Sud, è stato candidato dopo essere stato condannato in primo grado a 6 anni di reclusione per abuso e falso, e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Forse, sussurrano i maligni perchè in Europa, le norme sull’immunità sono più sicure che in Italia.
E negli ultimi giorni sui giornali, in relazione agli arresti dell’Expo il nome di Alfano, è uscito nell’intercettazione in cui Luigi Grillo, arrestato, avrebbe detto che “Alfano mi vuole come consigliere economico”.
Nulla di penalmente rilevante, ma il rischio, dice più di un parlamentare, è che Ncd sia avvertito come il “vecchio” centrodestra, più che il nuovo.
Il contenitore della nomenklatura di Forza Italia, senza guardare tanto per il sottile su moralità e presentabilità . Cesare Previti, che la sua condanna l’ha scontata, non ha smentito la ricostruzione della Stampa, secondo cui starebbe facendo campagna elettorale al partito dei Alfano nel centro-italia.
La notizia ha molto imbarazzato Alfano e mandato su tutte le furie lo stato maggiore di Ncd, perchè “è vera ma non doveva uscire”.
Non è un mistero dentro il partito che il sostegno di Previti sia ormai organico. Ha una consuetudine con Fabrizio Cicchitto, e ancora una solida rete sul territorio.
In questo contesto l’arresto di Romano rischia di essere il colpo di grazia.
Ecco la paura di non superare il quorum del quattro per cento.
Colpisce l’immagine del partito (e quindi il voto d’opinione) ma anche il consenso organizzato in Campania dove Romano è un mister preferenze.
Già , proprio quel sud che Alfano considera il suo granaio, grazie a Romano — appunto — e al tandem Scopelliti e Gentile, il senatore sottosegretario per un giorno e poi costretto a dimettersi per quella storiaccia di tipografia bloccata nottetempo.
La grande faida dentro Ncd è questione di giorni.
Appena chiuse le urne, in caso di disastro, il malumore verso Alfano sarà difficilmente gestibile: “Deve scegliere – dice un esponente di rango del partito – o fa il ministro o costruisce il partito”. L’accusa, che una decina di senatori sollevarono ai tempi della candidatura di Scopelliti, è che Angelino gestisce il partito come Berlusconi, senza confrontarsi, in modo monarchico.
A questa se ne aggiunge un’altra: quella di aver fatto una campagna elettorale sbagliata: “Ma è possibile — prosegue l’esponente di rango – che mentre gli altri vanno in piazza, Alfano chiude la campagna elettorale incontrando le famiglie di poliziotti uccisi? Tutto bene, per carità , ma così prima scompariamo dai giornali poi dalle urne”
(da “Huffingtonpost“)
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