SOLO PANE E OLIO PER I BAMBINI CHE NON PAGANO LA MENSA DELLA SCUOLA
MONTEVARCHI PUNISCE DI NUOVO I PICCOLI MOROSI
Rieccoci. Torna ad esplodere a Montevarchi, il centro maggiore del Valdarno aretino, a distanza di 7 anni, il caso bruschetta (altresì nota in Toscana come “fettunta”): ovvero il pane abbrustolito, condito con l’olio che viene servito nelle mense delle scuole materne ed elementari, agli alunni le cui famiglie sono morose nel pagamento al Comune del servizio.
La denuncia parte dal Pd locale, con un comunicato stampa, ma la conferma arriva anche dall’assessore municipale interessato, Sandra Nocentini: «Sì, è così, è un provvedimento scattato la scorsa settimana».
Inutile dire della polemica che si è subito scatenata, alimentata dallo stesso partito democratico ma anche da singoli cittadini: non è giusto che i bambini paghino per le eventuali colpe dei genitori, non si può servire a dei ragazzini, come pasto sostitutivo, un piatto fatto solo di pane condito con l’olio.
Già, perchè la bruschetta o fettunta è sicuramente uno dei pezzi forti, e più gustosi, della cucina toscana, ma può essere l’alternativa, per dei bambini, di un pranzo studiato dai dietisti per dare ai protagonisti la giusta qualità di alimenti? E, aggiungono in molti, come si sentono quei piccoli scolari che si vedono discriminati rispetto ai compagni: agli altri un pasto completo, a loro soltanto pane e olio?
É una contesa che torna a riaccendersi dopo un lungo periodo. Era il 2017 quando la giunta di centrodestra al primo mandato, eletta nel 2016 e guidata dalla volitiva sindaca Silvia Chiassai Martini, civica senza una precisa collocazione di partito, introdusse, fra i primi atti del suo programma, un regolamento delle mense scolastiche che prevedeva appunto il piatto sostitutivo per i piccoli alunni provenienti da famiglie che non avevano pagato per il servizio. Anche allora fu una storia che fece clamore, un caso che dilagò a livello nazionale, un atto che non è mai stato abrogato. «Una destra cattivista che non ha pietà nemmeno dei bambini», dissero allora e ripetono oggi i consiglieri del Pd che hanno preparato il comunicato.
L’assessore Nocentini preferisce non rispondere alla domanda se consideri giusta la misura, rimandando ogni commento alla sindaca.
Chiassai Martini che pure lei conferma tutto – sono sette anni che è in vigore il regolamento delle mense. Qualcuno forse l’ha scoperto ora? Prima, ai tempi del centrosinistra, era anche peggio, perché era prevista la sospensione dei pasti per i bimbi delle famiglie morose, ora almeno gli diamo la fettunta».
mpostazioni sulla privac
Ma non è un sistema per così dire discriminatorio nei confronti degli alunni?, ci si chiede. «Se qualcuno sa darmi un’alternativa credibile, io sono qui pronto a recepirla. Intanto, abbiamo aspettato per applicare il pasto sostitutivo a pane e olio da settembre a ora, invece del mese previsto. E poi so che con questo sistema, che sarà pure sbrigativo, abbiamo recuperato quasi tutta la morosità scesa da 85 mila a 6 mila euro».
E sulle famiglie che non ce la fanno a pagare: «Guardate che la morosità viene quasi tutta dai furbetti, quelli che sono convinti che a non pagare nessuno poi ti dica niente. I veri bisognosi sono i primi che pagano regolarmente. E chi rientra nei limiti della povertà ha il servizio gratuito».
Non si sa al momento attuale quanti siano i bimbi cui è stata servita la bruschetta, ma anche si contassero sulle dita di una sola mano il caso sarebbe lo stesso rovente. Il consigliere del Pd Samuele Cuzzoni, uno dei firmatari della nota, spiega di non avere informazioni in merito annunciando la presentazione di un’interrogazione consiliare alla prima riunione utile, il 25 febbraio. L’assessore Nocentini i numeri preferisce non darli.
Lo scontro allora si sposta su Facebook, dove a dar fuoco alle polveri è lo stesso Cuzzoni: «Scelta vergognosa che umilia i più piccoli, facendo pagare ai bambini colpe non loro nel luogo più sacro della scuola, la mensa». Secca la replica di un consigliere di centrodestra, Giacomo Brandi, che rinfaccia il vecchio “rosso” di mezzo milione che sarebbe stato lasciato dal centrosinistra (Cuzzoni contesta). Interviene anche l’assessore Nocentini: «Leoncino da tastiera», l’epiteto scagliato contro il consigliere Pd.
Anche il Pd toscano si unisce alla protesta di quello montevarchino, postando su Instagram il pezzo pubblicato on line dal nostro giornale. «Un gesto che lascia il segno – è il commento – che mette un bambino o una bambina nella condizione di sentirsi diversi. Umiliare i più piccoli è sbagliato e ingiusto nel profondo. Questa è la politica della destra, umiliare i più fragili invece di trovare soluzioni. Continueremo a lottare perchè ogni bimbo possa sedersi a tavola senza vergognarsi»
Sul caso è infine intervenuta anche l’assessora all’istruzione della Regione Toscana, Alessandra Nardini: «È inaccettabile far pagare alle bambine e ai bambini, umiliandoli e discriminandoli, responsabilità che non sono loro», ha affermato. «È tanto più inaccettabile che questo accada a scuola, ossia nel luogo che più di tutti dovrebbe essere uno spazio di uguaglianza e pari opportunità per tutte le bambine e tutti i bambini, a prescindere dalle condizioni economiche delle loro famiglie o dalle loro scelte. Il ministro Valditara aveva parlato di umiliazione come fattore di crescita, evidentemente la sindaca Chiassai lo ha preso proprio alla lettera e dunque mi rivolgo a lei chiedendole che torni indietro rispetto a questa scelta vergognosa»
(da agenzie)
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