SONDAGGISTA CRESPI: “LA LUNA DI MIELE PER LA MELONI VOLGE AL TERMINE”
“OCCHIO ALL’AVVENTO DELLA SCHLEIN”
Il tema della comunicazione torna al centro della politica, della sua rappresentazione e delle sue tragedie cognitive.
Dal primo faccia a faccia Nixon-Kennedy, anticipato dalle campagne di Jacques Seguela e da quella permanente di Ronald Reagan, passando per il “Yes We Can” di Barack Obama fino alla parte più torbida legata a Donald Trump e Cambridge Analytics, di strada ne abbiamo fatta tanta. Tutto questo però pare non essere diventato patrimonio della comunità politica che non sembra riuscire a distinguere tra giornalisti e comunicatori, la stessa differenza che c’è tra un geometra e un architetto. I primi dovrebbero raccontare gli eventi attenendosi ad un codice deontologico, i comunicatori per loro natura, dovrebbero invece far accadere le cose, impregnati come dovrebbero essere di sociologia, psicologia, semiologia, ecc.
Tutto questo bagaglio sembra venuto meno, dimenticato nell’ansia della prestazione, dell’apparire e della fretta del dire. Una forma degradante che passando attraverso la “mediocrazia” ci consegna alla schiavitù dei like e dei palinsesti paludati che trasformano i militanti in fans e gli elettori in follower.
Siamo insomma incapaci di distingue tra comunicazione, formazione, propaganda, pubblicità e alla fine tutto diventa una corsa a chi la spara più grossa, solo così si spiegano le gaffe dei vari esponenti del governo Meloni e solo così possiamo spiegare come il ministro dell’Agricoltura all’indomani di una strage di aventi diritto d’asilo, dichiara che apriremo le porte a 500mila migranti, per essere poi garbatamente corretto nella cifra di 87mila e la superficialità del ministro degli Interni che sembra non rispondere a un senso di umanità ma a chi lo ha messo lì, non gli elettori ma Matteo Salvini.
Se pensate che queste dichiarazioni, solo per citare le ultime, possano essere cause di logoramento di Giorgia Meloni, vi sbagliate perché appartengono a un rumore di fondo, al cattivo gusto a cui gli italiani sono abituati da un po’, non ci fanno più caso, lo hanno messo nel conto, ecco perché nel sondaggio ProgerIndex per PiazzaPulita possiamo osservare una dicotomia tra il giudizio sul governo che perde 3 punti, mentre quello del presidente del Consiglio è stabile.
Un segnale però arriva con precisione, dopo la vittoria alle Regionali, Fratelli D’Italia è calato nei sondaggi di quasi un punto e benché si trovi ancora abbondamene sopra il risultato delle politiche, il trend sembra essersi invertito e la luna di miele volgere al termine.
Ciò che ha prodotto questo risultato è più di ogni altro fatto le posizioni non chiare sul SuperBonus perché al contrario del fastidioso rumore che fa la comunità della destra al governo, il bonus attraversa la vita delle persone e quindi è capace di invertire un trend.
Quindi le prossime settimane vanno osservate con attenzione per capire il destino della Meloni e del suo governo anche in virtù dell’arrivo sulla scena politica di Elly Schlein che ha già prodotto interessanti movimenti nei sondaggi.
Ritorna in campo un tifo tipicamente italiano, Guelfi e Ghibellini, interventisti e pacifisti, Coppi e Bartali, sono i derby italiani capaci di appassionare il Paese, fatto questo estremamente positivo.
Due donne che stanno lavorando su valori e processi identitari e sono due figure che sembrano staccarsi dalle comunità mediocri a cui appartengono, speriamo.
Luigi Crespi
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