SUL GREEN PASS LA GERMANIA FA COME L’ITALIA (E ANCHE DI PIU’)
BERLINO RAGIONA ANCHE SULL’OBBLIGO VACCINALE
La Germania stringe sull’obbligo vaccinale. E il risultato è un Green pass ancora più “duro” di quello italiano.
Di fronte a un apparente calo della disponibilità dei cittadini a vaccinarsi, il Paese si è dato nuove disposizioni: a partire dal prossimo 23 agosto, la cosiddetta regola delle tre G – geimpft getestet genesen, ossia vaccinato, testato o guarito – troverà applicazione in maniera uniforme su tutto il territorio federale.
Soltanto esibendo la certificazione che attesta uno di questi tre stati, sarà possibile restare all’interno di locali pubblici o privati, incluse le discoteche, ormai riaperte da tempo. Inoltre i tamponi, finora gratuiti, cesseranno di esserlo a partire dall′11 ottobre. La Germania fa dietrofront e segue l’Italia anche sulle vaccinazioni contro il Covid per i più giovani, raccomandandole per gli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni.
L’obiettivo della stretta è quello di spingere la campagna vaccinale, dato il dilagare della variante Delta. Per raggiungerlo, il Paese è pronto a discutere anche di obbligo vaccinale, una novità nel dibattito pubblico dato che finora la Cancelliera, Angela Merkel, aveva sempre ribadito che il governo di Große Koalition non avrebbe mai fatto ricorso all’obbligo vaccinale generalizzato o per categorie.
Se inizialmente la filosofia tedesca era quella delle “spinte gentili” (nudge), ovvero quelle che riconoscono a chi si vaccina una ricompensa, dal buono-gelato alla lotteria a premi, ora si parla di una linea più rigida.
Da ottobre appunto, si potrà pensare di effettuare i tamponi a pagamento e, infine, discutere della vaccinazione obbligatoria per alcune categorie o, infine, per la generalità della popolazione.
I sedici governatori dei Länder hanno però impedito che prevalesse la posizione assai più rigida del ministro della Salute, Jens Spahn (Cdu), la cui bozza di accordo prevedeva un divieto di ingresso generalizzato nei locali per i non vaccinati.
Una impostazione simile è stata respinta al mittente non solo dal collega di partito e candidato alla Cancelleria per la Cdu/Csu, Armin Laschet, ma anche da Alena Buyx, presidente del Consiglio etico tedesco (Deutscher Ethikrat), un comitato di esperti che formula pareri e raccomandazioni per Governo e Parlamento federali su temi al crocevia tra scienza, etica e diritto.
Secondo la Buyx, che il 12 agosto ha rilasciato un’intervista all’emittente televisiva Zdf, occorre evitare per il momento di minacciare una parziale esclusione dalla vita sociale dei cittadini non vaccinati.
L’accordo prevede che i Länder avranno facoltà di sospendere il green pass, ogniqualvolta l’incidenza settimanale sia inferiore alla soglia dei 35 contagi per 100 mila abitanti.
La socialdemocratica governatrice del Meclemburgo-Pomerania anteriore, Manuela Schwesig, ad esempio, ha già promesso che sotto a una tale soglia il Land non applicherà restrizioni.
Cambiano anche le regole sulla quarantena: non sarà più necessario sottoporsi a quarantena oppure a tampone se già vaccinati o guariti dalla malattia, nemmeno se si figura come contatti stretti di individui risultati positivi al virus. Ragionevoli appaiono anche le regole sull’isolamento fiduciario per chi rientra dall’estero. Essendo la variante Delta ormai prevalente ovunque, i cittadini residenti in Germania, se vaccinati, non dovranno sottoporsi ad alcuna forma di quarantena (le uniche eccezioni riguardano i rientri da Brasile e Uruguay).
Sul vaccino agli over 12, il cambio di rotta, spiega la Commissione permanente sulle vaccinazioni (Stiko), è dovuto all’arrivo di nuovi dati, in particolare dal programma di vaccinazione statunitense con quasi 10 milioni di bambini e adolescenti vaccinati. Inizialmente, almeno fino allo scorso 10 giugno, la Commissione tedesca raccomandava le vaccinazioni per gli adolescenti solo in presenza di determinate situazioni cliniche, come ad esempio la presenza di malattie pregresse con un aumentato rischio di decorso della malattia grave o per vulnerabili senza un’adeguata protezione immunitaria.
Dalle nuove informazioni provenienti dagli Stati Uniti si è potuto constatare che la “rarissima infiammazione del muscolo cardiaco osservata a seguito della vaccinazione, specialmente nei giovani maschi vaccinati, deve essere considerata come un effetto collaterale della vaccinazione.
Nella maggior parte dei casi, i pazienti con queste miocarditi sono stati ricoverati in ospedale, ma hanno avuto un decorso semplice a seguito di cure mediche appropriate”. Viene inoltre sottolineato come “recenti studi indicano che il coinvolgimento cardiaco può verificarsi anche a causa del Covid.
Inoltre, finora non si sono verificati segnali di ulteriori effetti collaterali gravi dopo la vaccinazione con mRna (Pfizer e Moderna), specialmente nei bambini e negli adolescenti”.
Ulteriore elemento di valutazione che ha fatto propendere la Stiko per la scelta di raccomandare il vaccino ai più giovani riguarda poi la variante delta ora dominante. “Questa ha mostrato che esiste un rischio significativamente più elevato di infezione da Sars-CoV-2 in una possibile quarta ondata di infezioni per bambini e adolescenti. Rimane incerto se e per quanto tempo il Covid si manifesti nei bambini e negli adolescenti”.
La conclusione della Commissione tedesca è che, secondo lo stato attuale delle conoscenze, “i vantaggi della vaccinazione superano il rischio di effetti collaterali molto rari del vaccino” anche per gli adolescenti di questa fascia d’età. La raccomandazione per i giovani dai 12 ai 17 anni è principalmente finalizzata alla protezione dal Covid e dalle conseguenze psicosociali associate. In ogni caso si sottolinea come “la vaccinazione deve continuare a essere effettuata previo parere medico sui benefici e sui rischi”.
Quanto alle implicazioni relative al green pass, la Stiko si dichiara “espressamente contraria a fare delle vaccinazioni un prerequisito per la partecipazione sociale dei bambini e degli adolescenti”. Il dietrofront tedesco è un duro colpo per la retorica sovranista che da settimane si batteva contro la “follia” della vaccinazioni ai più giovani, prendendo proprio la Germania come esempio da seguire. In meno di una settimana, prima con l’estensione del green pass e ora con la raccomandazione dei vaccini anche per gli adolescenti, sembrano essere venuti meno un po’ tutti gli argomenti chiave utilizzati dagli oppositori interni ed esterni al governo per attaccare la politica vaccinale italiana.
(da agenzie)
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